venerdì 17 novembre 2023
"Cu e' chiu´babbu. u cannalivari o cu ci va appressu?"
Se si vogliono approfondire le conoscenze scientifiche su funzioni caratteristiche di parti del corpo umano, già sul web è possibile facilmente leggere che “i testicoli (o gonadi maschili) sono due e rappresentano le ghiandole sessuali maschili. Nel feto sono collocati nell’addome e solitamente discendono nello scroto (ovvero il sacchetto che li contiene) poco prima della nascita. Queste due ghiandole non sono sempre della stessa grandezza nel corso della vita: di piccole dimensioni durante l’infanzia, aumentano di volume durante la pubertà fino al raggiungimento della piena maturità sessuale, per poi subire un’involuzione fisiologica nella tarda età.”
Inoltre: “Due sono le funzioni svolte dai testicoli a partire dalla pubertà: una funzione endocrina e una funzione esocrina. La funzione esocrina consiste nella spermiogenesi, ovvero nella produzione degli spermatozoi, necessaria per la riproduzione. Può essere svolta anche da un solo testicolo. La funzione endocrina consiste nella secrezione del testosterone: la presenza di questo ormone nell’organismo maschile è indispensabile, oltre che per l’induzione della spermiogenesi, per lo sviluppo dei cosiddetti caratteri sessuali secondari (aumento della massa muscolare, abbassamento del timbro della voce, aumento della peluria sul corpo).”
Se ne dedurrebbe che la funzione degli organi in questione è alquanto importante, soprattutto indispensabile per assicurare una continuità esistenziale, a prescindere dal genere, della specie homo sapiens.
Nella quotidianità il termine coglione (o più affettuosamente “coglionazzo”) viene soprattutto usato per identificare un soggetto vuoto, propenso a un modo superficiale e bizzarro di ragionare, peculiarità che rappresentano anche una costante in individui che vedi impegnati in discorsi articolati e di frequente prolissi ma che, al tirar delle somme, risultano sempre del tutto vacui e inconcludenti.
Il modello di sviluppo o il substrato culturale del “coglione” avrebbe poco da incidere nel sociale se allo stesso non corrispondessero analoghi soggetti passivi (definibili: “coglioni specchio”) che sempre più massicciamente assorbono le loro teorie indimostrate, assumendole come fatti veri e contemplando chi le proferisce con venerazione, assurgendoli quasi a portatori di verità profetiche.
Il termine metaforico usato in questi casi prescinde dal genere, pertanto può indifferentemente ben accostarsi nel qualificare individui machi o femmine. Del resto è sempre più diffuso il l’attributo (“ha i coglioni” o “porta lei i pantaloni”) per quelle femmine che denotano personalità “testosteronate”.
La problematica insorge e assume questioni socialmente delicate quando il fenomeno prende troppo piede ed entra anche nella politica.
Da un po’ di tempo politici lungimiranti e di lungo corso amano attorniarsi di un plancton costituito da individui senza ombra ….. ma non perché dotati di profili lindi o trasparenti, ma perché di proprio talmente inconsistenti da non generare ombre.
La cosa potrebbe pure non risultare importante se, stante la carenza delle moltitudini di politici che necessitano alle cariche istituzionali, venga a succedere che anche i “coglioni” riescano a ricoprire incarichi anche di rilievo in relazioni ai compiti da assolvere.
Peggio mi sento quando taluni di essi vengano pure chiamati a diventare sindaci, assessori, fino ad assurgere a ruoli di onorevole e perfino segretario di partito.
Nell’attuale contesto occidentale che falsamente si autodefinisce “democratico” ormai tutto e possibile e il neoliberismo - che spesso sorvola sulle regole – facilitando ogni arrivismo, ha anche aperto le porte a tanti “coglionazzi” che sciorinano sermoni e attuano trasformismi in una società profondamente malata e affollata di cittadini confusi assoggettati ai media.
Non c’è quindi da stupirsi della qualità della classe politica che attualmente ci governa perché, in fondo ad ogni possibile ragionamento, non trovando ormai più coinvolti i personaggi assenti (per astensionismo crescente di potenziali validi candidati e, ancor più, di votanti), rispecchia perfettamente solo lo spaccato della società che vuole il potere e che intende contare.
È pertanto sufficiente appollaiarsi nelle curve, Nord o Sud secondo le appartenenze, per fare il tifo da stadio, anche se non si capisce il gioco, ovvero limitarsi a seguire i sondaggi per cercare di trovare un posto nel carro che si prefigura vincente.
In conclusione, non rimane che riesumare e rivitalizzare quel valido il vecchio detto siciliano che recita: "Cu e' chiu´babbu. u cannalivari o cu ci va appressu?" (trad. Chi e' piu' stupido Carnevale o chi lo segue?)”
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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