sabato 11 novembre 2023

“Se ne vanno sempre i migliori”



Un uno dei suoi tanti film che hanno rappresentato la società italiana c’è una scena emblematica di un Totò pragmatico e cinico che porta a ripetere una consueta considerazione ovvero che “se ne vanno sempre i migliori” (https://www.youtube.com/watch?v=KC6h6oHvOPM).
Il detto appare calzante anche per il compianto sociologo Domenico De Masi che avrebbe avuto ancora molto da dire e da insegnare.
Chi ha avuto la fortuna di averlo incontrato testimonia dell’ampia visione sui fenomeni e le caratteristiche del contesto umano in cui sempre più confusamente noi tutti ci barcameniamo.
Per alcuni aspetti ho sempre associato il suo personaggio al mitico Luciano De Crescenzo, come lui campano, anche lui per genialità e i variegati impegni culturali portato naturalmente a saper comunicare, in modi semplici e solo apparentemente leggeri, aspetti della vita assai complicati e complessi.
Un regalo che Domenico De Masi ha voluto lasciare sono i libri: “Felicità negata” e “Destra e Sinistra”. Eccellente condensato degli sviluppi socio-economici (principalmente rappresentate dalle Scuole di pensiero contrapposte di Francoforte e Vienna) che hanno costituito da preludio alla realtà neoliberista che sempre più sovrasta gli assetti politici e l’economia reale attuale il primo libro (Giulio Einaudi editore). Una pacata messa a confronto dei pensieri di diversi intellettuali, di scuole di pensiero contrapposte, sugli eterni problemi e concetti socio-politici di destra e sinistra (Dialoghi su: DPF ovvero Dio, Patria, Famiglia / e su LUF ovvero Libertà, Uguaglianza, Felicità) il secondo (con scritti di Sergio Belardinelli, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Dino Cofrancesco, Donata Francescato, Eernasto Galli della Loggia, Gad Lerner, Giacomo Marramao, Tomaso Montanari, Marco Revelli, Marco Tarchi, Marcello Veneziani e dello stesso Domenico De Masi che ne ha anche curato il progetto edito da PiperFirst).
Il convincimento di De Masi, esplicitato in copertina di “Felicità negata”, è che “non c’è progresso senza felicità e non si può essere felici in un mondo segnato dalla distribuzione iniqua della ricchezza, del lavoro, del potere, del sapere, delle opportunità e delle tutele. Questo è l’esito raggiunto da una politica economica che ha come base l’egoismo, come metodo la concorrenza e come obiettivo l’infelicità”. In entrambi, poi, si sofferma sulle conseguenze occupazionali che verrebbero prodotte dalla IA (Intelligenza Artificiale), introducendo anche il termine “Ozio Creativo”, definendolo come “quella parte del nostro tempo, sempre più estesa, che noi trascorriamo in ufficio, al bar, in viaggio, al cinema, leggendo, ascoltando musica, parlando con gli amici, cenando, durante la quale non ci limitiamo a lavorare, o a studiare, o a giocare ma facciamo qualcosa di indeterminato in cui queste tre funzioni e questi tre stati d’animo convivono potenzialmente a vicenda.” Prosegue affermando che “questa parte crescente della nostra vita non è regolamentata e tantomeno contrattualizzata, non rientra nelle leggi dello Stato o negli accordi sindacali. Eppure, sta ormai determinando la qualità della nostra vita e del nostro grado di felicità.” Considerazioni positive che dovrebbero tranquillizzare, se gestite con sagacia e lungimiranza dalla classe politica che sarà chiamata ad amministrare il futuro assetto sociale che ci aspetta.
Quanto si potrebbe ulteriormente aggiungere, per recensire adeguatamente entrambi i volumi, non potrebbe essere mai esaustivo rispetto alle tante sfaccettature affrontate nei rispettivi saggi.
Se adeguatamente incuriositi, non rimane pertanto che procedere all’acquisto di entrambi i volumi per una spesa complessiva di euro 28 (per le edizioni cartacee che io preferisco: 12 + 16) e ancor più modica se si opta per gli ebook. Due libri che intrigano, allargano gli orizzonti e inducono a pensare, al di là d'ogni propria convizione politica consolidata.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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