domenica 25 febbraio 2024

Fortuna che seguaci di Massimo Catalano ci aiutano con sagaci intuizioni



Un breve articolo apparso oggi nei media recita: “L’EUROPA senza guida. Ma per fortuna ogni tanto Mario Draghi esce dall’eremo a cui l’hanno condannato i maledetti populisti, si affaccia fuori e ci indica la via. Ieri per esempio Repubblica ha avuto notizia del Verbo e si è subito sparata un titolone: 'Draghi: ‘L’Ue ha bisogno di enormi investimenti, è urgente capire come finanziarli’. Parole illuminanti, concetti forse ostici e non alla portata di tutti, vista la loro complessità, ma che certamente rivelano la stoffa dell’uomo. A nessuno era mai venuto in mente che in Europa ci fosse bisogno di investimenti. Ma nemmeno i pochissimi pionieri che si erano spinti a ipotizzare uno scenario simile avevano poi azzardato quella seconda fondamentale, riflessione: bisogna anche capire come finanziarli, gli investimenti, non è che basta chiedere soldi. Sono tesi forti, ci rendiamo conto, pugni nello stomaco del lettore. Ma gli oracoli sono così.”

Lo stesso quotidiano, il 3 maggio 2013, intitolava un articolo così: “Quelli della notte. Massimo Catalano è morto, le sue massime restano.” Poi proseguiva: “Serafico, sorridente, imperturbabile; un uomo di mondo dall’aria vagamente fané, o forse, a pensarci meglio, già implicitamente autoironico nell’immagine televisiva. Barba, riporto e foulard. Questo è Massimo Catalano, morto ieri nella sua casa di Amelia, in Umbria, all’età di 77 anni. Sarebbe meglio buscarsi l’influenza e guarire con un’aspirina che dover lottare invano per un anno contro un male incurabile, come avrebbe chiosato lui. Invece è andata al contrario, anche se il re dell’ovvio, dispensatore di immortali massime sui divani di Quelli della notte 'è destinato a rimanere nel nostro lessico, e dire catalanata ormai è diventato un modo di dire per tutti', come ha dichiarato il suo mentore Renzo Arbore.” Inoltre: “Catalano, seguace di Lapalisse, si limitava a interloquire nei grandi dilemmi della vita posti dal filosofo Riccardo Pazzaglia, piazzando l’affondo definitivo: 'È meglio lavorare poco e fare tante vacanze, piuttosto che lavorare molto e fare poche vacanze'. Dopo quell’exploit geniale, che genialmente Arbore non volle mai ripetere, cominciarono i mille e uno tentativi di imitazione di Quelli della notte, e i confronti imbarazzanti non si sono mai interrotti, anche ora che la politica si è impadronita del talk show, ora che le due entità sono inseparabili in natura”. L’articolo chiudeva con la triste considerazione socio-politica: “Ora che ogni sera, a sentire le pensose dichiarazioni di onorevoli e analisti, viene da rivalutare la saggezza di Massimo Catalano. Meglio dire ovvietà in serie prendendosi in giro, che spararle sempre più grosse prendendosi sul serio.”

La scuola di Catalano continua a accumulare proseliti, oltre che in politica, anche in economia.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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