venerdì 22 marzo 2024
“Un altro ferragosto”, il nuovo film di Paolo Virzì
Nel visionare l’ultimo film di Paolo Virzì non si può non pensare a “Il Caimano” di Nanni Moretti.
Un superbo Silvio Orlando anche in quest’opera cinematografica incarna il personaggio chiave che, dietro un’apparente demenza, continua a rifiutare tutto quello che nella vita non vuole accettare, mantenendo la lucidità che ha la nobile funzione di leggere la storia.
Nella sua regia Virzì non si limita prendere in giro i social e ad attaccare violentemente la politica, perchè affronta anche le profonde e variegate crisi sociali che attraversano il mondo occidentale in generale e quello italiano in particolare.
Personaggi inverosimili rappresentano molteplici caricature di tante realtà che ci stanno vicine, ci circondano, martellano e spesso condizionano.
Intorno al racconto dell’evento riferito ad un’improbabile influencer - ignorante e di successo - ruotano lucide fattispecie d’individui riconducibili ad un’area politica di centrodestra, mentre confusi idealisti radical scic si associano a Sandro Molino (giornalista e scrittore di sinistra interpretato da Silvio Orlando).
Ma, nel messaggio di Virzì, gli opportunisti, i fanculisti, i qualunquisti, i confusi, sono presenti in entrambe le sponde. E pure, sono tanti i miserabili.
Nel racconto forse lucidi e puri appaiono solo i bambini che, pur cogliendo ogni cosa, sembrano volersi tenere esclusi dalle vicende miserevoli dei grandi.
Nel film il regista intreccia scene del precedente “Ferie d’agosto” per poter mettere a fuoco retroscena e casualità che hanno condizionato la vita degli stessi personaggi, ieri giovanili e oggi giunti ad età matura.
L’autodeterminazione sul fine vita è anch’esso efficacemente rappresentato, con la figura dell’anziana madre/nonna un po’ svampita che, in una delle scene finali, dopo aver sparso nel mare le ceneri del marito morto, decide di farla finita, inabissandosi anche lei nelle stesse acque di Ventotene.
Presenti anche personaggi e scene che mettono in campo questioni transgender, le problematiche connesse all’omofobia e ai tanti altri problemi esistenziali che interessano la vita umana.
Non teneramente vengono descritte le varie burocrazie e classi sociali che molto di frequente, nella vita reale, caratterizzano figure ambigue, faziose, discutibilmente ambiziose, sciatte.
In certi momenti il film può risultare confuso, per sovrapposizioni temporali dei personaggi, per l’affollamento dei messaggi che vogliono mettere a fuoco tante cose, per l’irriverenza palese rivolta alla politica e per tanto altro, ma quanto vuole comunicarci Paolo Virzì è molto chiaro e certamente .... non lo manda a dire.
Una pellicola, infine, che merita di essere vista (quasi obbligatoriamente da dirigenti e militanti nella classe politica) e della quale già si discute sui media per ostracismi e tentativi di oscuramento e, in ogni modo, di cui si parlerà molto.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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