giovedì 4 settembre 2025
Josè Saramago: "Quando arriverà, o Signore, il giorno in cui verrai a noi per riconoscere i tuoi errori dinanzi agli uomini?"
Pienamente coscienti che l’idealismo socialista non paga, l’esperienza ci insegna come moltissimi ex attivisti, arrivati in età matura, si rendono conto che trovarsi un’allocazione all’ombra può costituire un facile vantaggio, assicurando un riparo da possibili rischi e, facendo scelte oculate, procurare pure delle rendite di posizione.
Voltagabbana, opportunisti, certamente ideologicamente flessibili, ma forse disillusi dalle esperienze ipocrite e utopistiche di democrazie frutto di uomini, corrose da nepotismi e burocrazie ovvero, semplicemente fattisi furbi nell’aver capito che la vita reale necessita di cinismo nel caso si voglia accedere al vero potere.
Gli esempi si sprecano e una attenta lettura della storia e delle biografie di tanti personaggi è in grado di illuminare sulla ragionevolezza dei corsi e ricorsi.
Il Vico sosteneva, al riguardo, secondo una lettura mistica, che alcuni accadimenti si ripetono con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo e ciò avviene non per puro caso ma in base ad un preciso disegno stilato della divina provvidenza. Machiavelli, più tecnocratico, teorizzava un tipo particolare di ciclicità, quello che va dalla rovina alla grandezza, all’ozio, alla debolezza, per poi tornare di nuovo alla rovina; quello che va dall’ordine al disordine per poi tornare all’ordine, dal bene al male e dal male al bene. Il tutto in modo quasi invisibile lungo il lento scorrere del tempo.
Sostanzialmente per corsi e ricorsi storici sono quindi ad intendersi cicli perpetui in cui l'umanità, distinta in una babele di culture diverse e anche contrapposte, progredisce attraverso varie fasi, tornando poi a uno stato primitivo, per poi tornare a ripetersi nel rifiorire, regredire, riemergere.
Come accade spesso in certi incontri e conoscenze, molti addottrinamenti e nuove vedute derivano dal caso, anche a seguito di eventi fortuiti.
In occasione dell'ennesimo compleanno, ad esempio, la fidelizzazione ad una libreria on line mi ha procurato un bonus per un volume a mia scelta, fra quelli della loro “universale economica”.
Non essendo mai stato un divoratore di libri ma avendo scoperto più la lettura in età senile, fra i tanti titoli di diversi autori, non mi è stato facile scegliere il regalo. Le opere letterarie sono molteplici ed i gusti dei lettori pure diversificati e assai differenti.
Alla fine ho optato per “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di Jose’ Saramago e devo confessare che non avrei potuto fare una scelta migliore.
Dell’autore avevo già letto due sue opere di notevole spessore, anche per i contenuti socio politici molto allusivi e sempre attuali. Il titolo dell’opera che venivo ora a scegliere, atteso i precedenti, lasciava immaginare approcci originali di un vangelo assai diverso rispetto a quelli tramandati nella liturgia cristiana. E così è stato.
Le oltre trecento pagine del racconto, con una avvincente narrazione, catturano il lettore per la capacità di renderlo partecipe, quasi a includerlo in una complessa operazione antropologica e mistica.
L’ateismo manifesto di Saramago c’è tutto ed è illuminante, riuscendo peraltro a sviluppare con visione laica un racconto del Gesù di Nazaret fondatore del cattolicesimo. Mettendo in luce aspetti comuni dell’uomo, anche se nato, cresciuto e morto in seno a una cultura ebraica ortodossa.
Il tutto collegato alle eterne logiche filosofiche che hanno da sempre connotato le esistenze, nei secoli e fin dall’origine, estremizzata nella coppia di Adamo ed Eva generatori della razza umana, favoleggiati come i "primati" scacciati dall”Eden per aver disatteso agli ordini di Dio.
La quarta di copertina dell’edizione economica del libro, che riporta: “Quando arriverà, o Signore, il giorno in cui verrai a noi per riconoscere i tuoi errori dinanzi agli uomini?”, lascia immaginare la densità dei contenuti di quest’opera di Saramago.
Una attenta lettura non evidenzierà nulla che possa essere etichettato come blasfemo, bensì metterà in evidenza e sottolineerà i limiti della sacralità diffusa e più nota, oltre a ingenerare dubbi sull’attendibilità fondante dei principi realistici del cristianesimo tutto e del cattolicesimo in particolare.
In ogni caso, a prescindere da come uno la pensi, la lettura di questo "Vangelo" laico sarebbe da consigliare fortemente a tutti, ma a condizione di non approcciarsi in modo prevenuto ovvero filtrando il racconto con l’onestà intellettuale di cui si è dotati e che spesso si preferisce non usare.
La conoscenza non può fare a meno dello studio, per riuscire sentire le sonorità delle tante campane; per affinare le orecchie e cogliere le sottigliezze, utile per riflettere sulle miscellanee tonali nascoste nei rumori percepiti.
Ricerca di comodità e molta pigrizia intellettuale non fa propendere a contraddittori e confronto, specie se mette in pericolo privilegi goduti.
Buona luce a tutti!
© Essec
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