lunedì 3 novembre 2008

Alitalia: 1/09/08

ALITALIA: PASSERA, PIANO SERIO, CONFIDO NEI SINDACATI.
Così dicevano le parti in causa ( pubblicato l' 1 settembre 2008)


Fonte ANSA - ROMA - Il piano per il salvataggio di Alitalia ”e’ serio” anche se ”difficile”, ma ”la mia esperienza dimostra che di fronte a piani credibili, onesti e di sviluppo, il sindacato non si e’ mai tirato indietro. Confido che anche questa volta vada cosi”’. Lo afferma, in un’intervista al Corriere della Sera, Corrado Passera, amministratore delegato di Banca Intesa San Paolo. Passera ritiene che il piano, ‘’soluzione per il Paese, ne’ di destra ne’ di sinistra”, sia ”un piano di mercato, una privatizzazione di Alitalia da tanti anni tentata e mai riuscita”. Fondamentale Air One, ‘’senza la quale - dice Passera - l’operazione non sarebbe stata possibile e non avremmo le dimensioni necessarie, gli aerei, la quota di mercato” per ”tornare a competere”. Passera sostiene che non sara’ una privatizzazione pagata dai consumatori e per quanto riguarda le norme antitrust afferma che ”ogni settore ha le sue regole del gioco e non esistono schemi di privatizzazione uguali per tutti. L’amministratore delegato di Banca Intesa assicura poi che ”la stragrande maggioranza del capitale Alitalia resterà in mani italiane e tutti gli azionisti hanno accettato di vincolarsi per cinque anni”. Ma Colaninno subito smentisce Passera.

ALITALIA: COLANINNO AI SINDACATI, SI’ AL PIANO O BANCAROTTA.

Fonte: ANSA - LONDRA - O si va avanti con il piano di salvataggio di Alitalia o e’ bancarotta. Roberto Colaninno, a colloquio con il quotidiano della City di Londra ‘Financial Times’, mette in guardia i sindacati di Alitalia in vista dell’incontro di oggi. ”Questa non sara’ una normale trattativa sindacale - dice - e devono capire che l’alternativa e’ la bancarotta”. L’FT, a questo punto, vuole sapere in che modo Colaninno riuscira’ a far accettare ai sindacati il taglio dei posti di lavoro e la rinegoziazione dei contratti. Ma secondo Colaninno i contratti ”non sono piu’ validi”.
”E’ arrivato il momento di dire basta e smetterla di commentare al bar salvo poi non far nulla”, dice ancora Colaninno. ”Se non ci riusciamo significa che il futuro dell’Italia sara’ molto oscuro”.

Il ‘Financial Times’, dopo aver ricordato l’operazione Telecom Italia guidata a suo tempo da Colaninno, definisce pero’ la vicenda Alitalia un ritorno ”ai vecchi tempi dell’intervento statale”. ”Il governo - continua l’FT - ha bloccato l’ingresso di un socio estero, ha adattato a misura la legge sulla bancarotta, ha sospeso le norme antitrust ed e’ stato decisivo nel mettere insieme la cordata”.
Riflessione: Che dire altro dopo tutto quello che abbiamo scritto in merito. Anche se non sarebbe il caso l’unica cosa che possiamo fare è un po di umorismo da BAR come ci dice Colaninno. In fondo il piano Passera sembra più il piano della Banda Bassoti, nel senso che la mitica banda Bassotti è simpatica per quanto è maldestra. E poi come si sa una compravendita si fa in due, ma qui chi ha fatto gli interessi dello stato???? L’affare è talmente appetitibile, cosi come è ora, che tutte le compagnie aeree sono interessate ad acquistare Alitalia.

MA COLANINNO CI DICE CHE L’ALTERNATIVA E’ IL FALLIMENTO………. E PERCHE’ MAI CARO COLANINNO! VISTO CHE IL PRODOTTO E’ APPETITIBILE, CONSIDERATO CHE LE DEROGHE FATTE SONO MENO AMERE SE FATTE NEI CONFRONTI DELLO STATO CHE VALORIZZA UN SUO BENE……. VISTO CHE PASSERA LO HA INCARICATO IL GOVERNO ED E’ PROBABILMENTE IL GOVERNO CHE PAGA LA SUA PARCELLA……….. ALLORA PERCHE’ ALITALIA DOVREBBE FALLIRE????? COSI COME E’ LA SITUAZIONE, UN QUALUNQUE CURATORE FALLIMENTARE: PROBABILMENTE METTEREBBE ALL’ASTA ALITALIA, E CHISSA, FORSE IN QUESTO CASO IL MERCATO FAREBBE LA SUA FUNZIONE REMUNERANDO DI PIU’ GLI ITALIANI.

E magari, ma solo per caso difronte ad u manager che fa gli interessi di chi lo lo ha incaricato, il bando d’asta, può prevedere clausole per mantenere seriamente il marchio Alitalia, rotte certe e di interesse strategico per alcuni anni, e non soltato 5 come prevede il piano Passera, e dulcis in fundus, chi compra deve operare quindi il bando può anche prevedere un impegno a mantenere il personale in un rang equo da concordare. Certo Air One se la deve cavare da sola per i suoi problemi ma per quelli lo stato può fare nuovi ammortizzatori sociali non ad Impresam ma per tutti i settori in crisi, in fondo il Welfar è un diritto sociale che da diritto di cittadinanza perlomeno nelle democrazie Europee.
La rottura del 18 settembre 2008 : CAI ritira l'offerta.

http://partitodemocraticobientina.wordpress.com/2008/09/01/alitalia-i-sindacati-trattano-con-la-minaccia-della-pistola-sulla-tempiama-state-tranquilli-e-un-pistola-di-sinistra/

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