sabato 25 aprile 2009

Animalisti

Non porto pellicce, ma mangio carne e pesce in quantità moderata, con verdure varie per contorno. Mi fanno pena i vitelli ingabbiati e sottoposti agli estrogeni, i maiali ammucchiati nei camion, le bestie sgozzate in ossequio alle regole delle confessioni musulmana e israelitica. Mi fanno però ridere quei camion confortevoli che si incontrano lungo le autostrade con la scritta che ammonisce gli automobilisti: Attenzione: trasporto cavalli da corsa. Guai a bocciare. E se fossero da tiro? Bisogna evitare di far soffrire buoi, capre, montoni, e capisco Marguerite Yourcenar che era diventata vegetariana per non digerire l'agonia: anche se nessuno ci ha assicurato che il radicchio strappato non soffre. Si può essere contrari alla caccia, ma - per coerenza - bisogna anche battersi contro la pesca: perché il merluzzo impigliato nella rete o la trota con un amo in bocca non sono più allegri del coniglio che aspetta la botta sul collo. E l'aragosta bollita viva è ragionevolmente felice? Brigitte Bardot si batte in Francia e incita la gente perché boicotti la bistecca di equino, e per il pollastro tirato su industrialmente neppure un sospiro? E il fegato d'oca, e il porcellino, squisita specialità sarda, arrostito sulla brace, e le coscette delle rane? Non c'è in questa campagna, mossa da sentimenti rispettabili, qualcosa di eccessivo e anche un po' di protesta senza rischi che fa tanto moda? Si avverte, o no, un po' di fame nel mondo? E perché tanta solidarietà per il visone e nessuna attenzione per il vitello? Nessuno, che io sappia, rinuncia alle scarpe.

Enzo Biagi (I come italiani - Nuova Eri - 1993)

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