martedì 5 maggio 2009

C'era una volta un "Centro" intitolato a Paolo Borsellino

La vedova Borsellino contro Bucaro

Alla vedova di Paolo Borsellino non sono piaciute le parole di padre Giuseppe Bucaro dopo l' archiviazione della sua inchiesta per riciclaggio. Non è piaciuto soprattutto il silenzio della Chiesa siciliana sull' intera vicenda. «Restando ferma la mia convinzione che un uomo, per lo più sacerdote, responsabile in passato di un' istituzione intitolata alla memoria di mio marito, non dovesse essere anche solo sfiorato da un' inchiesta giudiziaria - scrive la signora Agnese in una lettera aperta - oggi, alla luce di quanto dichiarato dal signor Giuseppe Bucaro, non ho alcun dubbio sulla mia decisione di averlo allontanato oltre che dalla presidenza dell' ex centro Borsellino anche e soprattutto dalla nostra vita». è un duro atto d' accusa quello di Agnese Piraino Leto, che riprende tutte le perplessità della Procura: la richiesta di archiviazione, sollecitata dagli stessi pubblici ministeri, parla infatti di «ambiguità» dell' intera vicenda che doveva portare al centro Borsellino una maxi donazione da 12 milioni di euro, grazie ai buoni uffici del professore Giuseppe Lapis (di recente condannato con il figlio di Vito Ciancimino). «La riscontrata archiviazione - aggiunge la vedova Borsellino - non esclude che il signor Bucaro, come presidente del centro Borsellino e come sacerdote, potesse permettersi il lusso di sbagliare, anche in buona fede, fino a essere coinvolto in una così grave inchiesta giudiziaria». La lettera aperta è un duro atto d' accusa che va oltre Bucaro, parroco di Sant' Ernesto. «Sono amareggiata per l' assenza della Chiesa siciliana - scrive Agnese Borsellino - sia nel mio dramma che, soprattutto, nell' ambito di fatti che coinvolgono suoi ministri. Certe condotte di suoi rappresentanti non solo non sono state tenute in considerazione ma addirittura non hanno trovato nessuno all' interno della Chiesa che le abbia ritenute meritevoli di essere oggetto di meditazione». La nota della Borsellino è arrivata poche ore dopo il comunicato di padre Bucaro. Che inizia così: «In questi due anni di sofferenza sono stato sereno e ho scelto il silenzio perché consapevole di essere a posto con la mia coscienza, perché ho fiducia nelle istituzioni». Poi cita un passo della Lettera agli Ebrei, capitolo 6, versetto 10: «Ho scelto il silenzio perché certo che il Signore "non è ingiusto da dimenticare il lavoro e la carità dimostrata con i servizi resi ai fratelli"». Il finale di Bucaro pontifica sull' antimafia: «Oggi - scrive il sacerdote - confermo questa mia scelta consapevole che la città di Palermo ha bisogno di riflessione profonda e non gridata che crei riconciliazione degli animi; questa città ha bisogno di avere rispetto concreto e non solo dichiarato alle istituzioni; questa città ha bisogno di credere che la storia non è solo opera degli uomini, ma è anche opera del buon Dio». Ma queste parole hanno toccato la famiglia Borsellino, e nel primo pomeriggio è arrivata la lettera aperta della signora Agnese, che è destinata a far discutere. Soprattutto, sul ruolo della Chiesa siciliana. L' arcivescovo Romeo ne sa poco. C' era il suo predecessore, Salvatore De Giorgi, quando la Procura inviò un avviso di garanzia a padre Bucaro. s. p. viale regione siciliana Camion va in fiamme traffico bloccato Il rimorchio di un camion che portava merendine è andato in fiamme ieri mattina in viale Regione Siciliana, vicino alla rotonda di viale Michelangelo. Il mezzo è stato rimosso nel pomeriggio: gravi i disagi per il traffico. magistratura Guido Lo Forte eletto presidente dell' Anm Il procuratore aggiunto Guido Lo Forte è stato eletto nuovo presidente della sezione palermitana dell' Associazione nazionale magistrati. Succede a Fabrizio Vanorio, in giunta con Raffaele Malizia, Angelo Piraino, Gaetano Paci e Roberta Serio. Eletto segretario Giuseppe De Gregorio. sentenza Giro di prostituzione assolti gli albergatori Quattro condanne e sei fra assoluzioni e dichiarazioni di prescrizione nel processo per un giro di prostituzione che vedeva protagoniste impiegate e casalinghe da 300 euro a prestazione. Condanna a sei anni per Giuseppe Bonelli e Arrigo Cavallacci. Scagionati i responsabili di tre alberghi: Casena dei Colli, Villa Archirafi e residence Cleotto. tommaso natale Piazzista circondato e rapinato di 300 euro L' hanno circondato e poi rapinato. Vittima un piazzista di una ditta di surgelati, che è stato accerchiato da tre banditi in via Materno Firmico, a Tommaso Natale. Il bottino è di 300 euro. via casiglia Ladri di biciclette fermati in extremis L' eccentrico proprietario di una bici aveva montato sul suo mezzo un' autoradio, un piccolo televisore e un amplificatore. Tutto stava per essergli rubato da due ragazzi di 19 e 14 anni, fermati dalla polizia in via Casiglia. I ladri erano riusciti a entrare nel box. falcone-borsellino Volo Palermo-Londra gestito da Easy Jet è partito ieri pomeriggio il primo volo da Palermo per Londra Gatwick, gestito dalla compagnia Easy Jet. La tratta avrà frequenza giornaliera: le tariffe partono da 26,99 euro, tasse incluse. vertenza Imprese di pulizie due giorni di sciopero In sciopero oggi e domani i lavoratori delle imprese di pulizie: chiedono il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da due anni. L' agitazione è stata proclamata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti. soprintendenza Restaurata a Geraci una chiesa barocca Restaurata a Geraci Siculo la chiesa barocca di Sant' Antonino. L' intervento della Soprintendenza ha riguardato il recupero della copertura e il consolidamento del caratteristico campanile in mattoni. Alle 17, nell' ex convento dei Cappuccini di Geraci, la presentazione del restauro.

Scontro sull' eredità del Centro Borsellino

E' un' eredità travagliata quella dell' ormai ex Centro Paolo Borsellino. Due anni fa, dopo l' apertura dell' inchiesta per riciclaggio su padre Giuseppe Bucaro, la famiglia del giudice ucciso in via D' Amelio aveva tolto il nome del proprio congiunto dall' associazione. Che era stata così posta in liquidazione. Adesso il gruppo "Talità Kum" afferma di proseguire il lavoro del Centro Borsellino, e chiede alla Regione i finanziamenti che gli erano stati destinati. Così è nato subito un caso negli uffici dell' assessorato regionale ai Beni culturali, che si occupa delle associazioni antimafia: i funzionari hanno già chiesto un parere all' ufficio legale. A chi spetta l' eredità del Centro Borsellino? Il Comune ha già dato il via libera a "Talità Kum". Con provvedimento del sindaco Cammarata, che risale al marzo 2007, il piano territoriale per l' infanzia che era del Centro Borsellino è stato trasferito alla nuova associazione. Ma alla Regione vogliono vederci chiaro, anche perché nel provvedimento di liquidazione del Centro Borsellino si faceva cenno alla sorte dei finanziamenti regionali: «Il patrimonio residuo dell' associazione, esaurita la fase della liquidazione, sarà devoluto ad altra associazione o ente ispirato ai valori cristiani con l' intento di perseguire i medesimi obiettivi istituzionali del centro». Ma non risulta ancora che tale decisione sia stata presa. Adesso arriva la richiesta di "Talità Kum" onlus: «è nata - così hanno scritto gli animatori sul loro sito Internet - per dare continuità a un patrimonio di umanità e professionalità, maturato attraverso una esperienza durata dodici anni su un gran numero di bambini, giovani e famiglie che hanno trovato nella struttura e nei suoi operatori, accoglienza, orientamento pedagogico, psicologico ed economico». Nessun riferimento esplicito al Centro Borsellino. E fra i componenti del nuovo gruppo non figura padre Giuseppe Bucaro, parroco di Sant' Ernesto. Proprio nei giorni scorsi il gip ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l' indagine sul sacerdote per quella maxi-donazione da dodici milioni di euro che sarebbe dovuta arrivare al Centro Borsellino. «L' operazione poi non si concretizzò - hanno scritto i magistrati - e comunque le spiegazioni fornite sia dall' avvocato Lapis che da Bucaro non appaiono convincenti». Dopo il provvedimento, il sacerdote ha detto: «In questi due anni di sofferenza sono stato sereno e ho scelto il silenzio perché consapevole di essere a posto con la mia coscienza». Ma queste parole non sono piaciute alla vedova Borsellino: «Non doveva neanche essere sfiorato dal sospetto. Adesso, dopo l' archiviazione, non ho alcun dubbio sulla mia decisione di averlo allontanato, oltre che dalla presidenza del Centro Borsellino, anche e soprattutto dalla nostra vita». - s. p.

Il sacerdote amico dei potenti che crede nella 'carità moderna'

Anche i più benevoli concludono che alla fine a inguaiare padre Giuseppe Bucaro è stata la sua smania di fare. Quella che i detrattori bollano come il rovescio del suo presenzialismo e i collaboratori più stretti esaltano come infaticabile operosità. Perché l' uomo, prima che il sacerdote, è davvero uno che macina idee su idee. E le mette in pratica. Appoggiandosi su solidi contatti e amicizie altolocate riesce anche a farsele finanziare. In pochi anni il centro Borsellino, intitolato alla memoria del magistrato assassinato, è diventato una realtà che assiste oltre 300 ragazzi, che dà lavoro e che è una fucina di continue iniziative. Ma è anche un passaporto per inventarne di nuove. Magari con qualche disinvoltura che al prete teorico della «moderna concezione della carità», fondata sul reperimento di risorse a tutto campo, da votare poi al bene comune, è costata già qualche grana giudiziaria. Appena l' anno scorso finì indagato per truffa nella storia dei posti per il mercatino di Natale che si svolge annualmente nella piazza di via Campolo. Stand in affitto ai commercianti a canoni che qualcuno giudicò esosi e autorizzazioni che dovevano esserci e non risultavano. Ma anche storia di impiegati pubblici che avrebbero contribuito a mitigare gli effetti della bufera montante. Lui, il sacerdote che annovera tra le sue amicizie quella con il governatore della Banca d' Italia, Antonio Fazio e la moglie Cristina, giurò che si trattava di un equivoco. L' inchiesta è ancora in piedi. Adesso che l' accusa è riciclaggio la storia è quella di un contatto border line con il commercialista di Vito Ciancimino. Lo stesso professore Gianni Lapis sul conto del quale proprio Paolo Borsellino aveva messo gli occhi durante una delle primissime indagini sul patrimonio miliardario dell' ex sindaco. è stata Agnese Borsellino, la vedova del giudice, a ricordarsene quando padre Bucaro confidò che Lapis si era fatto avanti proponendo una donazione. A sentire la difesa del prete, messo in guardia sul conto del benefattore, il sacerdote avrebbe declinato l' offerta. E anzi, avrebbe anche chiesto una mano alla prefettura per il futuro, chiedendo un vaglio preventivo sulle donazioni al centro. Ma da sempre, quel che sembra contare di più per padre Bucaro è il risultato. Cinque anni fa, a capo dell' opera Pia Pignatelli Aragona, nominato dagli Enti Locali, su indicazione della Curia, per rimettere in sesto i conti, organizzò sfilate e ricevimenti. Per la mensa, in attesa che arrivassero gli assistiti, aveva già preso contatti con un ristoratore che meditava di prendere in affitto un' ala della villa dei Colli. A Sant' Ernesto, la parrocchia di via Campolo che guida ormai da 14 anni, arrivò da Roma. Sacerdote diocesano, originario di Altavilla, formatosi al seminario di Palermo, era andato a specializzarsi nella capitale. Guadagnando una cattedra alla pontificia universitaria di Sant' Anselmo. Insegnava "Introduzioni al marxismo". Il contatto con la Sicilia non lo aveva perso neanche durante i 22 anni a Roma. Era consulente dell' Arciconfraternita dei Siciliani che ruota intorno a una chiesa di via Nazionale la cui titolarità onorifica è del cardinale Pappalardo. All' origine della scelta di tornare a Palermo l' offerta di una buona parrocchia. Una parrocchia di prestigio. Tanto più che a Sant' Ernesto, ormai cuore della Palermo dell' alta borghesia, i parrocchiani invocavano un sacerdote all' altezza dei fedeli. Fu il cardinale Pappalardo a sperimentare il "solidum", affidando a padre Bucaro il coordinamento di tre parrocchie: Sant' Ernesto, Santa Luisa di Marillac, quella frequentata da Borsellino, e San Giuseppe Cottolengo. Fu così che Bucaro incontrò il magistrato. Era il 1991. L' anno dopo, a un mese dalla strage di Capaci, il giudice tenne proprio a Sant' Ernesto l' appassionato intervento sull' amico assassinato che si concludeva con quel "Falcone vive", poi ripetuto alla fiaccolata di San Domenico. Dopo l' eccidio di via D' Amelio con Agnese Borsellino nacque l' idea di dare forma tangibile al ricordo del marito. Il 19 gennaio del 1995, nel giorno della nascita di Borsellino, il centro fu inaugurato. Con Padre Bucaro a capo di un consiglio di amministrazione. Una carica indipendente da quella di parroco. Da allora, Sant' Ernesto e la struttura di via Lo Verde, sono stati l' epicentro della memoria, ad eccezione dell' anno scorso, dopo l' apertura dell' indagine sulla truffa sul conto di padre Bucaro. Nel 1997 era venuto il presidente della Repubblica Scalfaro. Due anni fa il presidente della Camera Pierferdinando Casini. E fu lì che si incontrarono per la prima volta Pietro Grasso e Totò Cuffaro, dopo l' apertura dell' indagine sul governatore. Nel 2001, durante l' omelia, Bucaro riversò sulle facce di circostanza di molte autorità le sue certezze sul massacro di via D' Amelio: «Attorno vi hanno ruotato troppi loschi interessi convergenti». Parlò anche di G8 e lentezza della burocrazia. Parlò chiaro, molto e forse troppo. Tanto che il sottosegretario all' Interno Alfredo Mantovano lasciando la chiesa, ringhiò: «Quel prete non mi piace».
- ENRICO BELLAVIA

Fonte "La Repubblica"

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