ETTORE PETROLINI (Roma, 1886-1936) è stato un grande attore comico teatrale e cinematografico. Il suo personaggio di romano cinico e sbruffone è tuttora attuale (non a caso un attore moderno come Gigi Proietti riprende spesso i suoi personaggi, le sue scenette e le sue battute che mantengono inalterata la loro carica comica). Sul palcoscenico Petrolini era un vulcano di battute, doppi sensi, sfottò (prese in giro), parole storpiate e freddure, spesso inventate al momento in un rapporto molto diretto, a tu per tu, col pubblico che affollava i teatri (ad esempio, l'Ambra Jovinelli all'Esquilino). Un vero e proprio gran giocoliere delle parole. La tradizione vuole che non abbia rinunciato alla battuta sarcastica nemmeno sul letto di morte: vedendo entrare il sacerdote con l'olio santo avrebbe mormorato: "Adesso sì che sono fritto". Quella che segue è una scena tratta da uno dei suoi pezzi teatrali più famosi, Nerone. Il testo è stato ripreso in un film del 1930, Nerone, girato dallo stesso Petrolini con la regia di Alessandro Blasetti; il film era una satira non tanto velata di Mussolini e del regime fascista. Nella scena, Nerone sta a casa sua e il popolo lo vuole morto perché ha incendiato Roma. Allora va alla finestra e fa un discorso per calmare gli animi. Il popolo gli grida "bravo!" e Nerone risponde grazie. E questo gioco del "bravo-grazie" si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.
EGLOGE: (entrando con un urlo di terrore)
Cesaretto te vonno ammazzà! Tu sei responsabile dell'incendio.
NERONE: Io responsabile dell'incendio? No! Sono assicurato con la Fondiaria.
POPPEA: Cesare, persuadi il popolo con uno dei tuoi soliti discorsi.
NERONE: Sta bene, parlerò col popolo, ma non mi lasciate solo... venitemi a tergo...
(Si avvia al podio, ma delle urla improvvise lo fanno retrocedere frettolosamente)
Ah, no... il popolo è ignorante... vo' li quatrini...
(Ripete l'azione e nuovamente retrocede)
Ho trovato... il popolo è mio... un nume mi ha dato un lume: Eureka! Eureka! E chi se ne... importa! L'ho in mano... Basta che lo fai divertì il popolo è tuo...
(Va al podio accolto nuovamente dalle urla, rimane al podio dicendo i numeri della morra)
Sette... Tre... Tutta...
VOCE (d. d.): Quattro... Otto... Sei... Sei...
NERONE: Stupido... Ignobile plebaia! Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria...
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE: Grazie.
(Rivolgendosi a Egloge e a Poppea)
E' piaciuta questa parola... pria... Il popolo quando sente delle parole difficili si affeziona... Ora gliela ridico... Più bella e più superba che pria.
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE: (sempre più affrettatamente quasi cercando di sorprendere il popolo)
Più bella e più superba che pria...
VOCE (d. d.): Bravo!
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE: ... Zie.
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE (facendo il gesto di dire la parola pria, senza però dirla)
VOCE (d. d.): Bravo!
VOCE (d. d.): Grazie!
NERONE: Lo vedi all'urtimo come è il popolo? Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai gnente, sei sempre bravo! Guarda
(ripete il gesto senza dire la parola).
VOCE (d. d.): Brrrrrr...
NERONE: Domani... Domani... Domani... quanti ne abbiamo... Domani ne abbiamo... saranno fatte grandi distribuzioni di vino, di olio, di pane e di sesterzi... Panem et circentibus...
VOCE (d. d.): Panem et circenses!
NERONE: Cacchibus... C'è uno che parla bergamasco... Eccomi a voi tutto d'un pezzo... Io vi darò tutto, basta che non domandate nulla! Il momento è difficile, l'ora è suprema, l'affare s'ingrossa e... e chi la fa l'aspetta! Ed ora, ed ora vattene, diletta ciurmaglia!
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