martedì 21 luglio 2009

"L'autodistruzione del PD " di Marco Travaglio


Lo statuto del PD

A Grillo hanno detto che non poteva neanche tesserarsi, mi sono molto incuriosito per questo statuto del Partito Democratico, perché è uno statuto particolare, uno statuto che è un po’ flessibile è come la legge secondo un famoso detto, credo, di Giovanni Giolitti che la legge per gli amici si interpreta e per i nemici si applica, in base allo statuto si è detto che Grillo non si sarebbe potuto iscrivere perché si riconosce in un movimento ostile al Partito Democratico che sarebbe quello delle liste civiche a 5 stelle, così hanno detto i garanti o il gran consiglio degli ayatollah presieduti da Berlinguer, quello sbagliato però, non purtroppo da Enrico e questo statuto però poi esiste, c’è anche su Internet, Paolo Flores D'Arcais è andato a vederlo e ha scoperto che in realtà nello statuto non c’è alcun accenno all’ispirarsi e al riconoscersi in un movimento ostile al PD, c’è un unico paio di motivi per i quali non ci si può iscrivere: Art. 2, comma 8, parla di persone che siano iscritte a altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altri partiti politici all’interno di organi istituzionali elettivi.
Grillo com’è noto non è iscritto a alcun partito politico e quanto a gruppi all’interno di organi istituzionali elettivi non fa parte di nessuna assemblea elettiva, com’è noto e quindi non può fare neanche parte di gruppi all’interno di assemblee elettive.
Quindi questo comitato di garanti si è inventato una norma ad personam, anzi contra personam, nella migliore tradizione berlusconiana, poi vi stupite se questi non fanno l’opposizione a Berlusconi, usano gli stessi metodi!
Questo non perché mi stia rammaricando perché Grillo non ha avuto la tessera del PD o perché non è stato candidato, ma semplicemente perché mi piacerebbe capire come può definirsi democratico un partito che non rispetta neanche lo statuto che si è dato, ciascuno può darsi lo statuto che vuole, può escludere l’iscrizione dei cittadini con i capelli biondi, può escludere quelli alti meno di un metro e mezzo, che ne so, può fare quello che vuole, l’importante è che una volta stabilito quello che si deve fare, poi questo qualcosa valga per tutti e non soltanto per qualcuno! La cosa più interessante è proprio il percorso democratico del Partito Democratico, di cui l’esclusione di Grillo dalle primarie, soltanto l’ultima tappa, qualcuno di voi ricorderà che alla nascita del Partito Democratico nell’ottobre 2007, tentarono di candidarsi alle primarie per diventare i primi segretari oltre a Veltroni, Rosi Bindi, Enrico Letta, Adinolfi, Scalfarotto e Gawronski credo di non avere dimenticato nessuno, se l’ho fatto mi scuso, si presentarono anche o tentarono di presentarsi anche Furio Colombo, Marco Pannella e Antonio Di Pietro, due dei 3 erano effettivamente iscritti a altri partiti, il Partito Radicale e l’Italia dei Valori, anche se naturalmente la loro candidatura era finalizzata alla confluenza dentro il Partito Democratico, mentre invece Fulvio Colombo era proprio iscritto al Partito Democratico e era parlamentare del Partito Democratico, ci furono anche lì degli strani ghiribizzi burocratici, forse bisognerebbe chiamarlo il Partito burocratico, anche se però è una burocrazia particolare, perché è flessibile per alcuni e addirittura più rigida di quello che c’è scritto per alcuni altri.

I morti tesserati nel PD

Devo dire che questa brutta abitudine di non rispettare neanche le regole interne del partito da parte del partito medesimo, non è iniziata da poco, fa parte della storia non solo del Partito Democratico, ma anche dei due partiti che fondendosi insieme hanno dato vita al PD, la Margherita e i DS, nel 2007 venne fuori che in vista della nascita del Partito Democratico, c’era stato un boom di tesseramenti, adesso vi do qualche dato… due anni fa si scoprì che uno dei due soci fondatori del PD aveva tesserato anche i morti, c’era il Presidente del Consiglio Comunale di Castellamare di Stabbia che disse “hanno tesserato i morti, prendono i tesserati dai necrologi, onde evitare che poi qualcuno lo scopra e si lamenti”, c’erano addirittura delle zone in Italia, soprattutto nel sud, dove il numero dei tesserati era superiore al numero degli elettori, a Gioia Tauro c’erano 168 tessere e 55 elettori, a Locri 205 iscritti e solo 123 votanti per i due partiti che davano vita al PD.
A Sidereo 95 iscritti e 21 preferenze alla Margherita, quindi i casi erano due: o le tessere erano fasulle, oppure la Margherita non riusciva a farsi votare neanche dai propri iscritti, oppure iscriveva gente che votava per il centro-destra o per altri partiti, è evidente che questa è una vecchia pratica da prima repubblica, gonfiare, drogare, anabolizzare il tesseramento, per fare in modo che poi con questi pacchetti di tessere fittizie, i capi bastone che le pagano di tasca propria e quindi spesso le pagano di tasca nostra perché poi vanno a rubare, vincono i congressi, fanno carriera all’interno dei partiti, questi sono casi che furono denunciati anche da Striscia la Notizia, c’era gente che si vedeva arrivare a casa la tessera e non sapeva di essere tesserata, qualcuno aveva pagato per loro quelle tessere, per usare i loro nomi anche perché purtroppo si continua a non impedire ai congressi il voto per delega, quindi ciascuno può fingere di essere stato delegato da tutti quelli che vuole lui, i responsabili di questo tesseramento fasullo e gonfiato non furono né individuati e né puniti, non c’è stato un solo dirigente in tutta Italia che sia stato sanzionato neanche con un buffetto per avere gonfiato le tessere in quel modo e quello era il momento della nascita del Partito Democratico.
Dopodiché voi sapete, ci furono le primarie, le primarie erano segnate nel senso che doveva vincere Veltroni e vinse Veltroni, però furono delle primarie vere, nel senso che andarono a votare non tutti quelli che avevano votato due anni prima per il candidato Premier, per Prodi che erano, credo 4,5 milioni, però ci furono dei voti notevoli, parteciparono credo 3,5 milioni di persone il 14 ottobre 2007 e poi naturalmente, visto che i rivali erano piuttosto debolucci come Rosi Bindi, Enrico Letta e gli altri, Veltroni vince come da copione con amplissima maggioranza, ma con un meccanismo che comunque era quello stabilito dalle regole che si era dato il Partito Democratico.
E’ vero che non c’erano le solite guerre con i dalemiani perché i dalemiani si erano messi in sonno, erano stati appena colpiti dallo scandalo Unipol, era vivo il ricordo negli elettori del centro-sinistra delle telefonate di Fassino “abbiamo una banca” a Consorte oppure di D’Alema a Consorte “vai, facci sognare!” quindi il partito era stato dato in prestito d’uso a Veltroni perché era l’unica faccia spendibile che avevano in quel momento.
Aspettavano che gli italiani dimenticassero lo scandalo Unipol e infatti oggi a due anni di distanza, ritengono che ci siamo già dimenticati tutto, tant’è che D’Alema da una parte e Fassino dall’altra, stanno battagliando per riprendersi in mano il partito, travestiti l’uno da Bersani e l’altro da Franceschini. Ma l’inizio, l’elezione di Veltroni fu democratica, 3,5 milioni di persone, Veltroni prese il 75,8%, la Bindi il 13, Letta l’11 e gli altri si divisero le briciole.
Da quelle primarie venne eletta un assemblea costituente piuttosto pletorica, erano 2.858 delegati, ogni volta per riunirli bisognava prendere in affitto un palasport, infatti sembrava fatto apposta per non riunirsi, infatti si è riunita molto poco, molto raramente in questi due anni, la prima volta l’unica volta in cui tutti i delegati andarono perché credevano di contare veramente qualcosa, poveretti, fu la prima, al Palafiera di Ro, dove Veltroni su incoronato da questi delegati perché le primarie eleggono i delegati nella costituente, la costituente formalmente elegge il Segretario, è un meccanismo democratico, da allora l’assemblea è stata convocata 4 volte in due anni, ogni volta hanno affittato un luogo molto ampio, stadi, cose del genere e lì più che discutere, visto che è impossibile discutere tra 3 mila persone, salvo prendersi un paio di mesi, immaginate se ognuno dei 3 mila delegati parla anche soltanto per un minuto, non si finisce più, anche perché poi magari vuole la replica!
Quindi invece di discutere votavano di solito per acclamazione. Il PD nel frattempo ha perso tutte le elezioni come Fantozzi che aveva perso tutti i mondiali di calcio, Lotto, l’Enalotto, Totocalcio etc., hanno perso le politiche, le comunali di Roma, le regionali in Sicilia, in Valle d’Aosta, in Friuli, in Abruzzo, e poi hanno perso in Sardegna e Veltroni se ne è andato e è arrivato Franceschini, pochi mesi fa e com’è stato eletto Franceschini segretario del partito? Lo statuto, il sacro statuto, quello che viene sbattuto sulla testa di chi vuole infiltrarsi nel partito, tipo Grillo, prevede che il segretario sia eletto con le primarie, un meccanismo che dicevamo prima, leggo così non ci sono dubbi “Art. 2 dello Statuto, il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e elettori, le decisioni fondamentali su indirizzo politico, elezione delle più importanti cariche interne, candidature per cariche istituzionali” quindi per decidere chi fa il primo Ministro, chi fa il Presidente della Camera o del Senato nel caso in cui dovessero rivincere le elezioni politiche, ma anche per le più importanti cariche interne, a cominciare ovviamente dal Segretario, il PD affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e elettori le decisioni fondamentali e anche sull’indirizzo politico, quindi è assolutamente evidente che il segretario lo devi eleggere con le primarie.
Ma Veltroni era scappato, c’erano le elezioni regionali e europee alle porte, hanno detto “ non facciamo in tempo a convocare le primarie” e allora che cosa hanno fatto? Hanno convocato l’assemblea costituente: assemblea costituente che non veniva più aperta da diverso tempo, anche perché nel frattempo era stata completamente svuotata dei suoi poteri; pensate che avevano perfino cambiato lo Statuto, nell’assemblea costituente, un anno fa, il 20 giugno 2008, senza avere neanche il numero legale dell’assemblea costituente medesima. Si erano presentati in 600 su 2.800, erano meno di un quarto i delegati, non c’era il numero legale ma non importa, la Presidente Anna Finocchiaro, che era subentrata a Prodi come Presidente dell’Assemblea costituente del PD, perché Prodi non ne voleva più sapere, giustamente, che cosa aveva detto? Aveva detto che “non importa anche se non c’è il numero legale, si approvano le modifiche allo Statuto”, anche per rendere legale quell’assemblea che, in realtà, non era legale, perché non aveva il numero legale. Dopodiché, sempre per acclamazione, hanno votato l’istituzione di un organismo completamente sconosciuto allo Statuto: la direzione nazionale, che è stata nominata dalle varie correnti, lottizzata tra le varie correnti in barba agli elettori, alle primarie e tutto quanto, aumm aumm nottetempo e questa direzione nazionale, un organismo un po’ più snello, ha preso completamente il posto, ha esautorato l’assemblea costituente che, da quel momento, è diventata un guscio vuoto e, quando si sono prese le decisioni importanti, tipo quando Veltroni ha deciso di mettersi d’accordo con Berlusconi per la legge elettorale europea con il 4% di sbarramento, non è che abbia convocato gli elettori per decidere insieme gli indirizzi etc., no, li ha fatti decidere dalla Direzione Nazionale, ossia da un organismo non democraticamente eletto e in più non previsto minimamente dal sacro Statuto. Quando poi ha deciso che non bisognava più allearsi con Di Pietro, ma anzi bisognava scaricarlo, l’ha annunciato da Fabio Fazio nel programma “ Che tempo che fa”, invece di discuterlo negli organi democraticamente eletti e la stessa cosa quando ha deciso di inciuciare e di dialogare sulle riforme con Berlusconi. A quel punto Arturo Parisi, che fa un po’ la funzione del grillo parlante, ha cominciato a dire “ beh, ma qui non rispettiamo neanche le regole che ci siamo dati noi stessi”, e continuava a sventolare - lui sì - lo Statuto, perché lui lo conosceva bene e chiedeva al partito di rispettarlo.

Via Veltroni, ma niente primarie

Quando si dimette Veltroni allora tutti i siti, i blog etc. dicono “ primarie, primarie! Vogliamo scegliere il successore di Veltroni con le primarie”, ma non c’è tempo perché le elezioni incombono e allora che cosa succede? Riesumano la costituente: nel febbraio di quest’anno riesumano quel guscio vuoto che avevano delegittimato esautorato con la direzione nazionale e convocano tutte le truppe cammellate, cioè tutti i quadri, quelli che devono tutto ai vertici del partito e conseguentemente vengono precettati: Presidenti di Provincia, Assessori, Consiglieri Comunali, Provinciali e Regionali, Sindaci etc. etc.. Nonostante questa precettazione che viene fatta il giorno prima, chiamandoli a uno al telefono perché vengano, mentre invece i delegati della società civile non vengono chiamati perché se tanto non vengono è ancora meglio: anzi, non essendoci neanche bisogno del numero legale, visto che hanno già stabilito il precedente, che si vota anche se c’è soltanto un quarto, un quinto dei delegati, è meglio chiamare soltanto gli obbedienti e evitare qualche disobbediente o qualche libero pensatore. Convocano le truppe cammellate e ci vanno 1.300 dei 2.858, quindi di nuovo meno della metà, non c’è nuovamente il numero legale. Sono quasi tutti, quei 1.300 , parlamentari, dirigenti e amministratori locali. Il Presidente Finocchiaro annuncia che il gruppo dirigente nazionale e regionale del partito raccomanda di eleggere subito Franceschini, candidato unico: all’ultimo momento Parisi, proprio per evitare l’effetto Bulgaria, cioè per evitare a un partito di dare vita a una competizione per il nuovo segretario con un unico candidato, come avveniva nei Paesi del socialismo reale, dice “ va beh, mi candido anch’io”, Franceschini gli dà una mano a raccogliere le firme, così almeno sembrano in due, anche se il risultato è scontato. C’è un famoso fuori onda nel quale appunto Franceschini dice alla Finocchiaro “ le firme le ho trovate io”, per salvare le apparenze e quindi un’assemblea minoritaria priva del numero legale decide di eleggere il segretario del partito un’altra volta con procedure che violano chiaramente lo Statuto del partito medesimo, che invece prevede le primarie e ben altri meccanismi: questo è un po’ quello che è successo fino a quando lo Statuto all’improvviso è diventato come la Bibbia, “ lo Statuto vieta..”, in realtà come abbiamo visto non vietava neanche la candidatura di Grillo.
La faccenda preoccupante è che adesso Grillo o non Grillo, poi Grillo è stato semplicemente abile a fare emergere le contraddizioni di un partito che si dice democratico e che segue ancora prassi tra il sovietico e il clientelare, ma il problema non è lui, il problema è appunto che Grillo, come sempre, diventa il detonatore di una bomba che già sta per esplodere, diventa la spia che segnala un problema e tutti guardano la spia luminosa e non si rendono conto di quello che sta segnalando quella spia. Il caso Grillo, che poi è il caso PD, segnala un partito nel quale gli italiani che vogliono liberarsi di Berlusconi devono per forza sperare che prima o poi ritrovi la bussola o trovi la bussola, invece ci si rende conto che questo è un partito che continua a cincischiare senza minimamente sognarsi di fare l’opposizione.

Veltroni scopre il conflitto di interessi

Se la trovo, vorrei leggervi, per concludere, un’intervista che ieri Walter Veltroni ha rilasciato a Il Corriere della Sera: è un’intervista dove Veltroni spiega un po’ quali sono i suoi programmi per il futuro, come se qualcuno glieli avesse chiesti tra l’altro, ma in effetti glieli aveva chiesti Il Corriere della Sera e Veltroni dice “ ho molto tempo libero, adesso voglio andare a fare l’osservatore in Commissione antimafia e mi sembra un’ottima cosa, c’è un sacco di roba da osservare sul fronte della mafia e della politica in questo periodo: speriamo che l’osservazione porti consiglio”. Ma poi aggiunge “ sto scrivendo una legge sul conflitto di interessi, una legge molto severa: c’è piena incompatibilità tra l’esercizio di pubbliche funzioni e possesso di mezzi di comunicazione”, ma guarda che idea geniale, nel 2009 Walter Veltroni ha scoperto il conflitto di interessi! Peccato che non se ne sia accorto prima, perché prima c’era qualche possibilità che quella legge sul conflitto di interessi passasse: per farla passare intanto bisogna avere la maggioranza in Parlamento e magari bisognerebbe anche avere dei ruoli di responsabilità dentro il governo, lui ha avuto entrambe le cose. Veltroni nel 96 divenne Vicepresidente del Consiglio nel primo governo Prodi e ci rimase due anni, però evidentemente si occupava d’altro: oggi il Professor Passigli, in una memorabile intervista all’Unità, dice che “ nel 96 il centrosinistra non fece la legge sul conflitto di interessi per evitare che Berlusconi potesse fare la vittima”, come dire “ abbiamo preso uno che ha rapinato una banca, ma per evitare che poi faccia la vittima non l’abbiamo arrestato”, perché sennò poi se lo arresti quello piange e fa la vittima, quindi è meglio lasciarlo fuori, così non fa la vittima. Questi sono gli intelletti che hanno in mano le sorti della nostra democrazia!
Però se Dio vuole, dopo 13 anni Walter sta scrivendo una durissima legge contro il conflitto di interessi, tanto non c’è alcuna speranza che diventi legge: perché? Perché lui non solo non è più Vicepresidente del Consiglio, ma non è neanche più leader del suo partito e il suo partito ha il 26% dei voti, ossia gliene manca un altro 25% per arrivare al 50% e poter fare approvare una legge di questo genere. Stiamo parlando della stessa persona che, soltanto un anno fa, chiamava Berlusconi “il principale esponente dello schieramento a noi avverso”, non lo nominava neanche e figurarsi, neanche si sognava di attaccarlo: anzi, ci voleva scrivere insieme le riforme istituzionali, elettorali e tutto il resto. Questo è un po’ il simbolo di un partito completamente allo sbando, che non rispetta neanche le sue regole, che non muove un sopracciglio di fronte alla marea montante dello scandalo delle tessere fasulle e gonfiate, che però ha ritrovato una prodigiosa unità nello sbarrare la strada a Beppe Grillo, considerato l’unica insidia che può deturpare l’immagine di un partito che, la settimana scorsa, ha rinnovato la tessera a un tizio condannato in Germania per molestie sessuali, un medico che ha molestato una paziente nel suo studio, la paziente si è suicidata, lui è stato condannato in primo e secondo grado, ha ottenuto e poi ha riottenuto la tessera del PD. Quindi la prossima volta, Beppe, vai a molestare qualche ragazza e poi ripresentati e vedi che la tessera te la danno!
Vi ringrazio, vi segnalo che la campagna abbonamenti a Il Fatto Quotidiano sta andando benissimo, a gonfie vele da quando abbiamo messo in piedi lo strumento della carta di credito e adesso entra anche il paypal, che non so come si pronunci, abbiamo già ricevuto alcune migliaia non di prenotazioni, ne avevamo avute 40. 000 di prenotazioni, ma proprio di abbonamenti veri e quindi abbiamo già quasi 8. 000 abbonati veri con nome e cognome e stanno continuando a affluire al ritmo di un migliaio al giorno. Speriamo che questa campagna prosegua, speriamo di avere la forza per fare un giornale, Il Fatto Quotidiano, a settembre sempre più ricco e adesso vedremo, insomma la promozione va avanti fino alla fine di luglio e speriamo di avere altre buone notizie da darvi. Vi segnalo, in conclusione, che è uscito il quinto volume di Passaparola, che raccoglie i Passaparola degli ultimi due mesi e che si intitola “ Gli sciacalli dell’informazione”. Noi ci vediamo lunedì prossimo, passate parola."

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