'Il 25 settembre 2001 il governo Berlusconi vara il decreto del ministro dell'Economia Giulio Tremonti numero 350 sul rientro dei capitali detenuti all'estero: quelli illegalmente esportati, ma spesso anche illegalmente accumulati. Dietro la definizione di "scudo fiscale" si cela una realtà preoccupante. Chiunque vorrà rimpatriare i capitali parcheggiati oltre frontiera potrà farlo, depositandoli presso una banca italiana, che funge anche da "mediatore": cioè trattiene, per conto dello Stato, una modica cassa del 2,5 per cento e rilascia al cliente una "dichiarazione riservata" di ricevuta. Ma la novità più ghiotta è l'assoluto anonimato garantito a chi compie l'operazione: un regalo che non ha precedenti nella storia delle decine di provvedimenti di condono e amnistia che costellano la storia d'Italia del dopoguerra. Questo "monumento all'evasore ignoto", come lo definisce il senatore Zancan, preoccupa non poco la magistratura, che vede spalancarsi praterie incontrastate per il lavaggio - ormai legalizzato - del denaro sporco. Il procuratore aggiunto di Torino, Bruno Tinti, parla esplicitamente di "riciclaggio di Stato" e di "ricettazione istituzionalizzata":
'Chiunque abbia accumulato denaro attraverso non solo l'evasione fiscale, ma anche il traffico di droga, di armi, di esseri umani, il sequestro di persona e cosi via, e fino a ieri lo teneva nascosto non potendo giustificarne il possesso, potrà ora riportarlo alla luce, pagando appena il 2,5 per cento, e spenderlo o investirlo come meglio crede. Lo Stato gli garantisce un riciclaggio a prezzi modici e in forma anonima. Il riciclatore ottiene anche una dichiarazione riservata, da esibire in caso di controlli della Guardia di finanza. Ma la nuova legge è anche un formidabile condono fiscale mascherato, e a prezzi stracciati: non vedo cosa potrà impedire a qualsiasi evasore italiano di portarsi all'estero il nero, depositarlo su un conto qualsiasi, e farlo rientrare il giorno dopo con tanto di dichiarazione riservata e pagando il suo bravo 2,5 per cento, anzichè le aliquote previste per i comuni cittadini, che per certe cifre arrivano anche al 50 per cento. Qualsiasi delinquente potrà trasferire all'estero il suo bottino e poi farlo virtuosamente rientrare, pagando una modica somma e liceizzandolo ipso facto. Ma la cosa più grave è che si rischia di innescare un circuito criminogeno. Evasori e altri delinquenti approfitteranno dell'occasione per rifarsi una verginità fiscale e sociale; e subito dopo cominceranno a darsi da fare per evadere e delinquere con rinnovato entusiasmo. In attesa di un nuovo scudo.'
Il governo e la maggioranza giustificano lo "scudo fiscale" con la necessità di "far riemergere il sommerso" e al contempo "riportare denaro fresco in Italia" con notevoli benefici anche per l'erario. Ma alcuni osservatori fanno notare la coincidenza fra il provvedimento e uno dei processi che vedono imputato il presidente del Consiglio, accusato di aver nascosto all'estero oltre 1500 miliardi di lire. Nulla di più che una coincidenza.'
Postato da Antonio Di Pietro in Mani Sporche
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