"Il 30 luglio Berlusconi, allarmato per le sorti dell'amico Fazio, sbotta: “Nessuno ha avuto, o avrà, l'intenzione di fare processi sommari a chicchessia, tanto meno al governatore”. Il 3 agosto, in Consiglio dei ministri, pretende una relazione dettagliata: non sulle eventuali malefatte di Fazio, Fiorani, Ricucci & C., ma sull'uso e la pubblicazione delle intercettazioni. Cioè sugli unici fatti leciti, anzi doverosi, dell'intera vicenda. Se ne incarica il Guardasigilli leghista Roberto Castelli: ed è l'ennesimo conflitto d'interessi, visto che la Lega parteggia per Fiorani, e dunque per Fazio, dopo che i due hanno promesso di salvare dal crac la Credieuronord e dai guai penali (e dalle possibili, salatissime, sanzioni anti-riciclaggio) gli amministratori della banca leghista, fra i quali alcuni parlamentari. Tre giorni dopo, non appena diventano pubblici anche i brogliacci sulla scalata al “Corriere” e sulla cena elettorale con Gnutti e Valeggio sul Mincio, Berlusconi diventa una furia. Definisce “scandalose” le intercettazioni in quanto tali (non il loro contenuto) e minaccia la galera per i giornalisti.
Le violazioni dei diritti dei cittadini si stanno verificando in Italia per questo propalarsi sui giornali di conversazioni telefoniche assolutamente private. E' cosa scandalosa. Io sto mettendo mano, nel senso che sto scrivendo di mio pugno, un disegno di legge per restringere in maniera molto forte la possibilità per chiunque di effettuare intercettazioni.
“Pene severe” per i responsabili di questa “grave e continuativa violazione della privacy”: da cinque a dieci anni “per chi fa intercettazioni telefoniche e per chi le pubblica”. Queste saranno sempre vietate, “se non nei casi stringenti, per esempio lotta alla mafia e terrorismo”. Quanto alla sua benedizione a Fiorani e Gnutti, Berlusconi nega tutto:
Non ho mai dati adesioni a nessuno. I ministri e Gianni Letta vengono normalmente informati di queste cose e anch'io sono stato informato, ma ho lasciato che il mercato fosse libero. Adesso mi sembra che tanto libero non sia con queste incursioni giudiziarie che bloccano la Borsa e le società. Sono tutte cose a cui si dovrà porre rimedio prima o poi.
Nessuno trova il tempo di ricordargli che proprio il suo governo, appena un mese prima, ha licenziato un decreto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, consente ai servizi segreti d'intercettare i cittadini in nome della lotta al terrorismo, senz'alcun controllo della magistratura. Il disegno di legge contro giudici e giornalisti verrà presentato nel settembre del 2005, dopo mille modifiche: niente più carcere per i cronisti, ma multe fino a un milione e mezzo di euro per gli editori che pubblicheranno articoli contenenti intercettazioni. Cosi nessuno potrebbe più scrivere nulla. Ma le minacce berlusconiane non indignano più di tanto la sinistra. Anzi. Il senatore Ds Guido Calvi rilascia un'intervista al “Giornale” per dirsi disponibile su una proposta che “secreti” almeno parzialmente le telefonate sui giornali. Fassino denuncia il “voyeurismo mediatico” e invoca “una normativa più adeguata” sulle intercettazioni, ritenendo che in Italia siano troppe. Quattro giorni dopo, escono le prime conversazioni del suo amico Consorte."
Postato da Antonio Di Pietro in Mani Sporche
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