"Improvvisamente si era sentita sola su quei rami, in mezzo alle foglie leggere che mandavano un odore amaro e selvatico. Aveva smesso di mangiare ed era scoppiata a piangere. Per calmare i singhiozzi si era sfidata ad issarsi più in alto, sempre più in alto, reggendosi in bilico su rami sottili e oscillanti. Non era stata la scalata alla cima del ciliegio che l'aveva consolata, però, bensì la vista di un merlo che si era posato su un ramo poco distante da lei e aveva preso a contemplarla con curiosità. Quello sgardo attento e meticoloso l'aveva trafitta. Non era più lei, ma il merlo. Era una Amara piccola e fragile ma completamente aderente al suo destino, come solo un animale sa esserlo. Da merlo aveva capito che per sopravvivere bisogna essere un minuto in anticipo rispetto alle cose che accadono, proprio come fanno gli uccelli quando sentono arrivare la tempesta o il terremoto."
Dacia Maraini (Il treno dell'ultima notte - 2008 - Rizzoli)
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