mercoledì 10 marzo 2010

UN GENTILUOMO


Un salotto elegante. La marchesa è seduta in poltrona. Il conte le è vicino.

MARCHESA Sono molto preoccupata, conte!
CONTE Di che cosa, marchesa, se è lecito?
MARCHESA Conte occorre dirlo? Siamo soli in casa. Mio marito è in viaggio, la servitù è uscita…
CONTE Ebbene?
MARCHESA E voi siete un uomo.
CONTE E con questo?
MARCHESA Dio mio, conte, sembrate nato ieri. Soli in casa, io, una donna giovine e bella. Voi un uomo.
CONTE Si, ma dimenticate, marchesa, che sono anche un gentiluomo.
MARCHESA Non dico di no. Ma voi sapete come si dice, conte, l’occasione fa l’uomo ladro.
CONTE Marchesa, voi mi fate torto. Niente m’indurrebbe a venire meno ai miei doveri di gentiluomo, mancando al riguardo che vi è dovuto.
MARCHESA Bubbole, caro conte. Non mi fido.
CONTE Vi assicuro marchesa. Ve lo prometto.
MARCHESA Promesse da marinaio.
CONTE Vi do la mia parola d’onore.
MARCHESA Scusatemi conte. Conosco il valore che date alla vostra parola d’onore. Ma permettetemi ugualmente di non essere tranquilla. Siamo fragili creature.
CONTE Ma no, marchesa, vi giuro…
MARCHESA Dite quel che volete, ma non potete impedirmi, conte, d’essere piena d’apprensione.
CONTE Marchesa, ve lo ripeto. Non saprei mai perdonarmi uno strappo ai doveri che incombono in un gentiluomo. Volete credermi o no?
MARCHESA Ehi, ehi, ehi! Non vorrete per caso sfidarmi a duello!?!
CONTE No. Ma intendo essere creduto.
MARCHESA Ebbene, fate quel che volete ma io non vi credo. L’uomo è cacciatore.
CONTE E allora non mi resta che una cosa per tranquillizzarvi. Con permesso. Vi lascio per un attimo. ( il conte esce)
MARCHESA ( sola) Che si sia offeso? Non credo…E’ troppo gentiluomo. Però è bene che io lo abbia posto sull’avviso. L’uomo è cacciatore. Il conte rientra con uno scatolino d’onice in mano.
CONTE Marchesa, vi porgo questo scatolino. Vi troverete di che tranquillizarvi. E spero che non avrete più timori sul fatto che io non sia con voi un gentiluomo. ( le ultime parole saranno leggermente in falsetto ).
MARCHESA Come? Vi sareste per caso…
CONTE Si… ma non per caso, marchesa. Guardate…(tira fuori dalle tasche un paio di forbici ).
MARCHESA Ma perché?!?!?…ma perché lo avete fatto…
CONTE Ve l’ho già detto: per tranquillizzarvi, marchesa.
MARCHESA Me questo è eccessivo. Non era necessario arrivare a tanto.
CONTE Marchesa, io non sono per le mezze misure.
MARCHESA Me ne accorgo, conte. Ma debbo dirvi anche che siete un’imbecille. Scusatemi, ho un po’ di corrispondenza da sbrigare. Ecco il vostro scatolino, conte. E buongiorno.
CONTE I miei rispetti, marchesa! (esce con lo scatolino tra le dita).
MARCHESA ( sola) Gentiluomo!

Achille Campanile

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