domenica 20 giugno 2010

Donne con le palle

Buonanotte al secchio. È tutta colpa del corpo calloso. Altro che cucche. Noi baiadere non solo abbiamo fianchi consistenti, polpacci da lottatore di sumo e pancette da piccolo buddha, ma anche un corpo calloso più spesso. Che sarebbe a dire che con gli anni ci abbiamo fatto il callo? Anche. Ma Piero Angela la spiegherebbe diversamente. Praticamente nelle donne il fascio di fibre nervose che collega l'emisfero destro a quello sinistro del cervello è più voluminoso. Questo significa che pensiamo più in fretta, parliamo più veloce e facciamo prima a darci una mossa. Gli uomini invece, avendocelo piccolo piccolo, il corpo calloso intendo, non possono contare su connessioni rapide degli emisferi. Quindi riescono a fare una sola cosa per volta. E a pensare un solo pensiero. E son pure pieni di fisime. È per via dello stramaledetto corpo calloso che nel lasso di tempo che impiega il nostro boy a cambiare le pile dell'orologio a muro noi sparecchiamo la tavola, prepariamo il caffè, stendiamo il bucato, raschiamo le carote, scendiamo il cane, concimiamo le begonie e telefoniamo all'amante. Il mio visir. Adesso vi racconto. In autostrada quando arriva al casello abbassa l'autoradio. Normale? Be', sarebbe normale se lo facesse per sentire chiaramente quel che dice il casellante. Peccato che noi abbiamo il telepass. Il benedetto, santissimo telepass. Bippp... Lui non ce la fa a superare il casello e ad ascoltare gli Steely Dan contemporaneamente. E io son lì col mio corpo calloso che freme. E allora chiudo gli occhi e penso positivo. Penso che forse è proprio grazie a lui, a quel ponticello del cervello, che col tempo noi donne ci siamo emancipate. Abbiamo raggiunto la quasi parità. E quando riusciamo a fare le cose per benino ci dicono pure che siamo donne con le palle. Mammamia che orrore. Io non voglio essere una donna con le palle. Le tette mi bastano e avanzano. Non so voi ma io non l'ho mai avuta 'st'invidia del pene. Ho avuto nostalgia, qualche volta. Ma chi lo vuole? Lo stimo, il pene. È un bell'articolo, per carità. Sa essere divertente quando si impegna. Quando non ha bisogno di un viagra station wagon. Ma che rimanga lì dove è sempre stato. Non mi interessa assolutamente. Neanche in saldo. Io voglio rimanere una donna normale. Che non si fa mettere i piedi in testa ma sa tollerare. Invece adesso serpeggia tra il gentil sesso 'sta mania della rivincita. Vogliamo avere sempre ragione. Anzi. Riprenderci la ragione. Non essere felici. Eppure ce l'abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi. È di questo che si muore. Si muore nell'ostinato tentativo di avere ragione. Ma la ragione non è mai tutta da una parte. Con il corpo calloso che ci ritroviamo dovremmo capirlo, no? Per avere ragione si è disposti a tutto. Anche a guastare la vita propria e quella degli altri. Io ho deciso. Non voglio avere ragione. Voglio essere felice.

Luciana Littizzetto (Col cavolo - 2004)

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