In Norvegia, una volta ho noleggiato un'auto. E mi sono reso subito conto che lì il limite di velocità viene rispettato in modo pedissequo. Mi spiego: i norvegesi sono pochi. Quando percorri le strade, incontri un'altra auto ogni tanto. Ogni tanto vuol dire anche ogni quaranta minuti. Questa auto sta andando a cinquanta all'ora, se il limite è sessanta. Percorri molti altri chilometri, superi una curva, e vedi un'altra auto sola che (giustamente) procede pianissimo, rispetto al limite di velocità.
E allora, mentre apprezzavo sinceramente il loro livello di civiltà, altrettanto sinceramente ho scalato la marcia, ho messo la freccia e ho cominciato un unico, lunghissimo, infinito sorpasso che è talmente fuori dalla capacità di percezione degli scandinavi che dopo un paio d'ore davanti a me non c'era più nessuno.
Avevo sorpassato tutte le auto che percorrevano l'intera Norvegia quel giorno. Davanti a me non c'era nessuno, più nulla, solo io. Ero il primo fra tutti i conducenti di auto in Norvegia.
A quel punto ho accelerato, perchè per un momento mi è apparsa nella testa un'ipotesi che mi rendeva raggiante - era solo un'ipotesi, ma valeva la pena provarci: correre di più, e ancora, perchè se avessi corso così, in fondo alla strada, a un certo punto, ho pensato che sarebbe stato possibile veder apparire le auto norvegesi del giorno prima.
Francesco Piccolo (Momenti di trascurabile felicità - 2010 - Einaudi)
E allora, mentre apprezzavo sinceramente il loro livello di civiltà, altrettanto sinceramente ho scalato la marcia, ho messo la freccia e ho cominciato un unico, lunghissimo, infinito sorpasso che è talmente fuori dalla capacità di percezione degli scandinavi che dopo un paio d'ore davanti a me non c'era più nessuno.
Avevo sorpassato tutte le auto che percorrevano l'intera Norvegia quel giorno. Davanti a me non c'era nessuno, più nulla, solo io. Ero il primo fra tutti i conducenti di auto in Norvegia.
A quel punto ho accelerato, perchè per un momento mi è apparsa nella testa un'ipotesi che mi rendeva raggiante - era solo un'ipotesi, ma valeva la pena provarci: correre di più, e ancora, perchè se avessi corso così, in fondo alla strada, a un certo punto, ho pensato che sarebbe stato possibile veder apparire le auto norvegesi del giorno prima.
Francesco Piccolo (Momenti di trascurabile felicità - 2010 - Einaudi)
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