mercoledì 11 aprile 2012

La Lega vista da una maestra elementare

Caro Beppe buongiorno, voglio esprimere umana comprensione per il famigerato rampollo di casa Bossi. Che poteva fare un ragazzo cresciuto con l’unico ideale del malsano egoismo e con la cultura del “difendi con i denti il tuo prezioso orticello”? Niente di diverso da quello che ha fatto. Nessuna sorpresa. Se si aggiunge “il santo subito” per l’altrettanto famigerato padre… Se io, maestra elementare, avessi detto a scuola solo alcune delle frasi o riflessioni(?) esternate dai vertici della Lega sarei sicuramente finita nei guai… ma tant’è, hanno voti e considerazione. Che rabbia, che vergogna, che amarezza. Povero Renzo. A lei cordialissimi saluti e buon lavoro.
Isa Mazzucchi, saim@libero.it

Posso dirlo, Isa? Considerato ciò che accade nella politica italiana – e anche in regione Lombardia – il povero Trota sta pagando un prezzo molto salato. Non lo voglio difendere, sia chiaro. Ma dico: non solo s’è beccato accidenti e prese in giro. Alla fine, ha dovuto dimettersi. Il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, giusto per fare un nome, avrebbe potuto/dovuto fare altrettanto: ma se ne guarda bene (http://affaritaliani.libero.it/milano/davide-boni-ad-affaritaliani-100412.html). Se andiamo in Puglia, Calabria, Campania o Sicilia dovrebbero distribuire moduli per le dimissioni come volantini. Certo, la politica nazionale fa più notizia. Prima della Lega, negli ultimi mesi, c’è stato il Pd (Penati), la Margherita (Lusi) e il solito cospicuo drappello Pdl. Destra, centro e sinistra; nord e sud; giovani e meno giovani; uomini e donne. Credo che la deriva della classe politica italiana sia ormai una questione antropologica, non soltanto legale, morale e civile. In attesa che cambino il cuore e la mente delle persone, occorre stabilire regole ferree, basate su pochi principi - La politica deve avere tra le mani i soldi necessari ai propri compiti, e niente di più - Il controllo sui denari pubblici va affidato all’esterno - Gli eletti devono essere controllati dagli elettori: riconferma/bocciatura sono il premio/la punizione più ovvia, ma non possono essere l’unica. E’ anche necessario che cambiamo noi elettori. Finché continueremo a basare il nostro giudizio morale/civile/legale sull’appartenenza del furbastro di turno, qualcuno ne approfitterà.

Beppe Servergnini (Italians - 11 aprile 2012)

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