mercoledì 20 giugno 2012

L'EUROPA HA BISOGNO DI UN LEADER COME MAO

Le difficoltà che continuano a caratterizzare i mercati in questo momento sono legate a un'incapacità e all'immobilismo politico che hanno soprattutto le autorità sovranazionali, dalla Bce, all'eurogruppo, fino all'intero Consiglio europeo. Vi è la necessità di avere una risposta autoritaria, non autorevole, da parte dell'Europa che vada a mettere finalmente pace a inquietudini e alle perplessità che continuano a caratterizzare i mercati. Il comportamento delle borse è una conseguenza di questo tipo di angoscia, vale a dire che per esempio la Bce, attraverso il suo portavoce Draghi, sta predisponendo questo atteso big plan, grande piano di salvataggio per mettere tutto in sicurezza e far cessare il panico. Ma lo si sta aspettando da giorni. Ancora una volta l'Europa dimostra incapacità nel reagire e nel gestire le proprie problematiche, e purtroppo questo si scarica poi attraverso o isteria finanziaria o nervosismo.
Su questo pensiero vorrei soffermarmi per ribadire quanto denaro è stato polverizzato, sottoforma di capitalizzazione di borsa. Qualcuno adesso potrà dire: ma io non investo direttamente in borsa. Certo, non lo farà direttamente, ma sicuramente lo farà indirettamente il suo fondo pensione, la sua gestione patrimoniale, la banca presso la quale ha giacenza di liquidità, l'obbligazione strutturata etc. Tutti, direttamente o indirettamente, stiamo perdendo un'elevatissima quantità di denaro sottoforma di risparmio accantonato, a causa di questo immobilismo politico da parte dell'Europa che ci sta costando fior di punti percentuali in termini o di mancata redditività o peggio ancora di oneri accessori per il rifinanziamento del proprio debito.

E in tutto ciò la Bce?

In tutto questo la Bce non sta svolgendo alcun ruolo, ahimè. Sembra che stia guardando alla finestra nell'ipotesi che la malattia guarisca da sola o regredisca in uno stato meno acuto. Non posso fare a meno di menzionare la copertina dell'Economist di due edizioni fa in cui veniva indicata, per rappresentare questa situazione di impasse, una petroliera che affonda negli oceani, e dalla cabina del capitano arriva, sottoforma di fumetto, un'esternazione che dice: "Signora Merkel adesso possiamo accendere i motori?". Il messaggio principe che dà l'autorevole testata giornalistica indipendente è che stiamo continuamente spostando in avanti il momento dell'azione e non si capisce per quale motivazione. Sembra che sia quasi una volontà di lasciar far detonare, di continuare a compromettere la stabilità, coesione e certezza di quella che era sia l'Europa che la sua moneta unica.
Mi sono fatto portavoce di un'istanza anche abbastanza controcorrente, proprio nei confronti delle autorità monetarie che dovrebbero incominciare a pensare, a contingentare i mercati azionari, come hanno fatto gli Stati Uniti quando ci furono gli attentati delle Twin Towers. Nei 5 giorni successivi congelarono la negoziazione sui mercati. Allo stesso modo dovrebbero cominciare a pensare anche le autorità di vigilanza Europa, proprio per preservare l'integrità degli stessi, oppure se non si potesse intervenire in misura così massiccia, almeno andrebbe messo un freno e un limite allo shock selling, cioè alle vendite allo scoperto in particolar modo sui finanziari, assicurativi e bancari.

Nel tuo libro scrivi: "In questo euromanicomio, dottori e infermieri ci imbottiscono di psicofarmaci per non farci prendere coscienza del disastro che essi stessi hanno causato". Ci spieghi questa metafora?

Questa metafora nasce da una consapevolezza e anche constatazione che l'Europa in questo momento ha bisogno di un grande timoniere, C'è la necessità di avere una governance, un premierato, un rappresentante economico per l'Unione Europea che si faccia portavoce delle istanze e esigenze che hanno tutti i principali players europei per ridare slancio a tutta l'economia europea. Dobbiamo superare questa situazione di impasse in cui c'è una rappresentanza di paesi cosiddetti forti e virtuosi e dall'altra parte della staccionata chi è in sofferenza, chi sta subendo il diktat che gli viene imposto invece da quelli più forti, creando di fatto le prerogative e le condizioni per un'Europa sempre più debole.
La mia aspettativa è proprio quella che o emerga o venga nominato o in qualche modo riesca a prendere visibilità questo grande nuovo timoniere al pari di quello che fece Mao per la Cina che fece uscire, anche a fronte di grandi sacrifici, la popolazione cinese, proiettandola in quelle che furono le straordinarie riforme che poi consentirono alla Cina di diventare quello che tutti quanti oggi conosciamo.
Lo stesso dovrebbe fare l'Europa, basta con questa conflittualità accesa che ogni giorno caratterizza le cronache dei quotidiani europei. Allineare il pensiero e la politica economica unica e univoca per tutti i paesi aderenti alla moneta unica, in modo tale da rafforzare l'Euro, far svanire le preoccupazioni che in questo momento continuano a creare turbolenza sui mercati finanziari, rasserenare e abbassare i livelli dei tassi di rifinanziamento dei debiti e poi magari se si riuscisse a farli accettare, anche l'istituzione dei tanto famigerati Euro bond che al momento attuale rappresentano l'exit strategy più credibile per le comunità finanziarie - istituzionali.

Eugenio Benetazzo (Cado in piedi - 19 Giugno 2012)

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