Non sono un beppegrillologo. Però ho buona memoria.
Dice Bersani: “Corrono sulla rete linguaggi del tipo: ‘Siete Zombie’… Sono linguaggi fascisti. Vengano a dircelo. Via dalla rete. Uscite dalla rete e venite qui a dircelo”. Aggiunge Bersani: “Chi sottovaluta questo linguaggio deve leggersi un po’ di storia. Per esempio andare ad un certo anno, era il 1919, ricordiamolo bene”.
La critica di Bersani a Grillo appare tutt’altro che convincente.
Innanzitutto, Grillo chiese di candidarsi alle primarie del PD del 2009, che incoronarono Bersani. Insomma: provò a uscire dalla Rete, a venire lì, al Pd, a dire le sue ragioni. Ma venne respinto. La stessa cosa, d’altronde, era successa a Di Pietro due anni prima. (Oh!, e i due outsider ammessi nel2007 a ‘sfidare’ la nomenclatura: venne consentito loro, tramite una serie di cavilli e regolamenti ad hoc, di presentare liste in non più dell’11% dei collegi).
In secondo luogo, secondo molti storici, la democrazia italiana andò perduta per l’inettitudine dei partiti democratici del tempo, e della loro classe politica.
Infine, per quanto il linguaggio di Grillo possa risultare sgradevole, pare francamente eccessivo paragonare i miti grillini alle squadracce fasciste. Con “zombie” intendono dire che non appena la gente avrà la possibilità di scegliere liberamente, superando le mille barriere frapposte al rispetto della volontà popolare, gli attuali dirigenti del PD – ‘rottami’, ‘relitti del passato’, dicono alcuni giovani nel PD – saranno spazzati via politicamente. Si può dissentire, certo: ma criminalizzare?
Perciò, è proprio sicuro Bersani di essersi comportato in maniera più democratica di Grillo? E’ certo che le sue parole non siano magari più gravi, gratuite, ed offensive, di quelle del suo interlocutore?
Nel dubbio, consiglierei a Bersani di calmarsi. E – a proposito di inettitudine – di mostrarci il suo Piano per portare il paese fuori dalla crisi, che ancora non l’ho visto. (Stessa richiesta a Grillo, Di Pietro, Vendola, Casini, Pdl, ecc.). Consiglierei, inoltre, al Segretario di preparare una lenzuolata di liberalizzazioni nel mercato della … politica. A cominciare proprio dal PD e dalle sue primarie ”chiuse”. Se i cittadini potessero scegliere davvero i propri rappresentanti, forse la classe politica sarebbe più rispettata, i linguaggi, più pacati, e i rischi democratici meno gravi.
PierGiorgio Gawronski (Il fatto Quotidiano - 26 agosto 2012)
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