mercoledì 31 ottobre 2012

La carica dei 15 grillini (armati di webcam)

Altro che «zitelle acide», come ironizza il capopattuglia di Beppe Grillo, il geometra-deputato Giancarlo Cancelleri. Eccole tutte giovani, sorrisi solari, scarpe da ginnastica, giacche sagomate sui jeans, semplici e determinate, le sei stelle siciliane pronte con gli altri nove eletti del Movimento 5 Stelle a varcare la soglia di un santuario del potere come Palazzo dei Normanni.
La rivoluzione scattata con la nuotata del lider maximo ha i riccioli dorati di Claudia La Rocca, il caschetto biondo di Valentina Palmeri, il taglio sbarazzino di Angela Foti, la serenità di Valentina Zafarana, ma anche l'estro di un artista tornato da Londra come Antonio Venturino, autorizzato, assicura, da Dario Fo alla traduzione sicula del «Mistero buffo», e ancora il talento di un ingegnere elettronico come Sergio Troisi, rientrato pure lui da Londra dove collabora all'installazione di treni-navetta negli aeroporti di tutto il mondo anche dalla sua casa di Trapani, «potenza di Internet».
A molti professionisti della politica sembreranno dei marziani piazzati fra i banchi di Sala d'Ercole, ma sono loro, piaccia o non piaccia, la novità di queste elezioni che segnano un prima e un dopo, turbando il sonno della Regione col parlamento più antico del mondo.
E si capisce parlando con Claudia La Rocca che, a 31 anni, arrivata da Bagheria, si danna di aver piantato Samanta e Giampiero, gli amici del cuore, per le pratiche sull'eco-camping: «Tutti e tre senza lavoro, per non partire, per non abbandonare la nostra Sicilia, stavamo per impiantare un campeggio, credendo nel turismo, puntando sul nostro territorio, la città di Guttuso e Buttitta, di Tornatore e Dacia Maraini...». E ora si tormenta perché le resta poco tempo. «Ma non abbandono. Anche perché quello è il mio futuro». E Palazzo dei Normanni? «Mica posso fare politica per tutta la vita. Passeranno cinque anni, ma poi io torno al mio campeggio, se riusciamo a farlo partire». Diploma allo Scientifico, un anno a Lettere, poi il lavoro in una finanziaria, quindi segretaria e sempre precaria «anche 8 ore al giorno per 300 euro al mese», Claudia si considera di passaggio dal «santuario» dei Normanni: «Vorrei solo fare sentire il fiato sul collo degli altri deputati. Noi con lo stipendio ridotto a 2.500 euro e le webcam in mano, terminali di una rete per portare i cittadini dentro il Palazzo mostrando cosa succede. Chissà che non serva a tutti, per evitare intrallazzi».
Auspicio condiviso da Valentina Palmeri, 36 anni, roccaforte ad Alcamo, laurea in Scienze naturali, un ingrosso per pasticcerie in famiglia, leader di uno dei 61 «gruppi» del pianeta Grillo in Sicilia: «Venti attivisti, cento iscritti al ''meetup'', tutti giovani, da 25 a 40 anni, studenti, avvocati, professionisti e due neodisoccupati, due contrattisti del Comune non riconfermati...».
È lo stesso quadro che pure Venturino l'artista fa di Enna, la città dove, tornato da Londra, insegnando recitazione, s'è ritrovato a 47 anni davanti a diciotto giovani impegnati già prima dell'estate a cliccare con Grillo e preparare le amministrative del prossimo anno: «Mi sono offerto per aiutarli. ''Se c'è bisogno di me...''». A un tratto tutto precipita, Lombardo si dimette da governatore, scatta l'allarme elezioni e il «maestro» viene colto di sorpresa: «Mi chiesero loro di provare a candidarmi. Dovettero insistere. Per me era solo una testimonianza. E ho cominciato a credere che davvero ero stato eletto solo lunedì pomeriggio, con un sms di un'amica ai seggi che diceva "Bum, bum, bum"». Si danna pure lui, al telefono con i ragazzi di un liceo di Caltanissetta: «Forse quest'anno salta il corso su Agamennone e Aristofane...».
 Chissà, forse dovrà mollare il suo lavoro anche Matteo Mangiacavallo, 40 anni e due bimbi piccoli, attivista a Sciacca del Forum per il «movimento acqua bene comune». Un cervellone di cui dovrà fare a meno la ditta che si occupa di assistenza informatica presso gli uffici giudiziari nel Sud Italia. Con lui da dieci anni impegnato sui pc dei tribunali di Caltanissetta, Sciacca, Marsala e Agrigento: «Dati sensibili e segreti. Lavoriamo sotto giuramento».
 E che dire di Troisi, l'ingegnere dei treni-navetta della «Bombardier» di Pittsburgh che lavora per Heathrow e tanti altri aeroporti da Trapani, come prima da Londra si occupava dei grillini siciliani: «Notti insonni. Magia di Internet». Una vita lavorativa cominciata alla StMicroelectronics di Catania, poi a Roma, all'Alitalia: «Mollai prima che fallisse. Capii che non c'erano speranze. E volai a Londra per dieci anni. Tornato poi per questa avventura». Ma con un curriculum che, come altri della pattuglia, stona con quelli del Palazzo. Non uno stage come portaborse.
 

martedì 30 ottobre 2012

Il regime di Berlusconi ce lo siamo meritato

Questa settimana non ci si può esimere dall’occuparsi di Berlusconi. Speriamo sia l’ultima, anche se col Cavaliere non si può mai dire. Però il Tempo, il padrone assoluto delle nostre vite, ha fatto il suo implacabile lavoro, cui nessuno può sfuggire. Aveva 54 anni quando ‘scese in campo’, oggi ne ha 76. Le sue formidabili energie, succhiate da migliaia di saprofiti, si sono andate via via affievolendo. Oggi è un vecchio come denuncia il suo volto che, nonostante tutti gli accorgimenti, anzi proprio per essi, è diventato un mascherone impressionante. Lo stesso, disperato, patetico, aggrapparsi a giovani donne è il segno di una inesorabile, infantile, senilità. E’ un vecchio logoro perché a differenza, poniamo, di Napolitano che non ha mai battuto chiodo in vita sua (“coniglio bianco in campo bianco”), si è speso molto.
Ho avuto contezza di Berlusconi nei primissimi anni ’80 quando il direttore del Giorno, Guglielmo Zucconi, mi affidò il compito di scandagliare i quartieri di Milano e io, fra gli altri, scelsi Milano Due. Scoprii quindi più che un quartiere, un ceto medio nuovo, nascente, senza storia, senza tradizioni, senza cultura, senza un’ideologia che non fosse la più gretta difesa dei propri interessi, di cui Berlusconi era il perfetto rappresentante e, insieme, il demiurgo. Come per le sue Tv.
In quei primi anni ’80 il suo braccio destro era Marcello Di Tondo, un giovane democristiano che era stato mio collega alla Pirelli. In uno scantinato di Milano Due stava organizzando una televisione di quartiere. “Lui è convinto - mi disse Di Tondo – di poter creare un grande network nazionale che possa far concorrenza alla Rai. C’è sempre qualcosa di vagamente delirante in quel che dice Berlusconi e io stesso ne rimango perplesso. Ma poi mi affaccio alla finestra, vedo le case di Milano Due e mi dico: però tutto questo l’ha creato lui”. La grande forza di Berlusconi è sempre stata quella di credere, di fortissimamente credere, ai proprio sogni e perciò di realizzarli. “Con quali metodi – disse Indro Montanelli al giovane Travaglio – preferisco non saperlo”. Sono sempre stati metodi, per usare un eufemismo, fuorilegge (e il vecchio Indro, cinico la sua parte, lo sapeva benissimo) ma poiché c’erano milioni di imprenditori italiani disposti a usare gli stessi metodi pur di raggiungere i risultati di Berlusconi, e non ce l’hanno fatta, bisogna pur dar atto al Cavaliere di essere stato, nel campo del banditismo economico e finanziario il campione dei campioni.
Non ho mai capito se Berlusconi sia una persona veramente intelligente. Certamente è molto abile. Nei primi anni ’90 fu Umberto Bossi, insieme alla magistratura, a scuotere l’albero della partitocrazia, ma è stato Berlusconi a coglierne i frutti. Certamente è perlomeno curioso che nel momento in cui si dichiarava a gran voce di voler fare piazza pulita della Prima Repubblica gli italiani abbiano votato in massa un imprenditore che era stato il principale sodale economico di Bettino Craxi che della degenerazione della Prima Repubblica era ritenuto il massimo responsabile. Dei diciotto, desolanti, vuoti, anni di regime berlusconiano responsabile non è il Cavaliere, responsabili sono gli italiani, sia quelli che gli hanno creduto, sia quelli che – per usare, nobilitando molto le cose, un’espressione di Giuseppe Berto a proposito di Benedetto Croce e il fascismo – “lo hanno avversato in modo così balordo da favorirlo”.


domenica 28 ottobre 2012

Uno (One - U2)


Uno (One - U2)
 
Ti senti meglio
o non sei migliorata
diventerà più facile per te
ora che hai qualcuno da biasimare

Tu dici
un amore
una vita
quando è solo un bisogno
nella notte


é un amore
che dobbiamo condividere
che ti lascia
se tu non te ne preoccupi

Ti ho deluso?
o ti è rimasto l'amaro in bocca?
ti comporti come se non fossi mai stata amata
e vuoi che io ne faccia a meno

bene, è troppo tardi
questa notte
per tirare in ballo il passato
per portarlo alla luce
noi siamo uno
ma non siamo gli stessi
dobbiamo sostenerci a vicenda

Sei venuta a chiedere perdono?
sei venuta a riportare in vita ciò che è morto?
sei venuta qui per comportarti come Gesù?
verso i lebbrosi che pensi di avere nella tua testa?

Chiedo troppo?
più di quanto sia dovuto?
tu mi hai dato niente
ed ora è tutto ciò che ho
noi siamo uno
ma non siamo gli stessi
ci feriamo a vicenda
e poi lo rifacciamo ancora


Tu dici
l'amore è un tempio
l'amore è la più nobile delle leggi
mi hai chiesto di avvicinarmi
ma poi mi hai fatto strisciare
ed io non posso continuare a sopportare
il modo in cui ti comporti
se l'unico modo che conosci è ferire

Un amore
un solo sangue
una vita
devi fare ciò che devi

una vita
insieme
sorelle
fratelli... 

sabato 27 ottobre 2012

Il non voto è comunque un voto ed oggi, più che antipolitica, è una delega in bianco alla “vera casta” che governa il paese.



Indipendentemente da quelli che sono gli orientamenti politici e le disillusioni che possiamo provare, rimango convinto che non è opportuno nè tantomeno saggio non esercitare oggi il proprio diritto di voto (per un partito politico o movimento, occasionale o no, di consenso o di protesta che sia ). In relazione a ciò, invito a dedicare qualche minuto alle osservazioni che mi accingo ad esporre.

Una analisi dei sondaggi diversa da quella comunemente proposta dai media, dovrebbe portare ad una maggiore riflessione sull’effettiva potenzialità del singolo voto ed indurre ad evitare comportamenti passivi, attuati attraverso l’astensionismo o l’annullamento della scheda elettorale (peggio ancora un voto con scheda bianca).

La sottostante tabella trae origine dalla “media dei sondaggi 15 gg al 23/9/2012” pubblicata sul web e l’analisi può tranquillamente essere applicata a qualsiasi altro sondaggio disponibile.

Quasi tutti i risultati dei sondaggi espressi oggi sono rapportati al numero degli intervistati che esprimono la loro preferenza di voto; un’unica percentuale sugli intervistati complessivi evidenzia poi la percentuale di coloro che palesano l’intenzione di non voto (oltre all’astensionismo, presuppongo siano incluse schede volutamente nulle e bianche[1]) .

Nella tabella le percentuali indicate nella colonna “% base 100” corrisponde alla intenzione di voto espressa dal 61,75%[2] degli intervistati. La riparametrazione di detti valori percentuali, recuperando il dato percentuale di coloro che hanno manifestato l’intenzione del “non voto” (38,25%)  e riportate in tabella nella colonna “% base 61,75%”, inducono a riflettere.

L’osservazione dei fenomeni, indipendentemente dalla indicazione dell’intenzione di voto, manifesta un evidente ridimensionamento delle percentuali rappresentative dei partiti/movimenti; ridotti appaiono, infatti, i valori basati sul campione che rappresenta il totale degli italiani chiamati al voto (potenziali votanti). 

Stabilito che la democrazia rappresentativa è una forma di governo nella quale gli aventi diritto eleggono dei rappresentanti per essere governati, nel sondaggio in esame appare chiaro come la potenziale coalizione vincente (nello specifico quella del centrosinistra) rappresenta si il 41,8% dei votanti (35,1% non includendo nel raggruppamento Italia dei Valori), ma anche il 25,8% dei cittadini aventi diritto al voto (21,7% senza IDV). L’attuale Legge elettorale darebbe cioè il 55% dei seggi alla coalizione capitanata dal maggiore partito che rappresenta il 16,1% degli italiani aventi diritto al voto.

Il ragionamento permane significativo anche se si andasse a tenere conto della percentuale di astenuti ufficiali (22,5%) registrata nell’ultima tornata elettorale del 2008, desunta dai dati web del Viminale (cfr. colonna “% base 77,5”).

Ad oggi, poi,  un cittadino su dieci anticipa il suo voto per il M5S, quattro elettori su dieci sembrano orientati a disertare le urne. Interessante appare la rilettura del tutto, se rapportata all'effettivo numero degli italiani chiamati al voto (trasformando le percentuali in numeri reali[3]). 

In conclusione, se dai media fosse prestata una maggiore enfasi alle reali percentuali rapportate a tutti gli elettori (inclusi i non votanti), si indurrebbero i cittadini a qualche riflessione in più sull’importanza del voto e a farlo intervenire in qualche modo, anche secondo l’intendimento politico contingente. 

Se poi i partiti o movimenti venissero finalmente vissuti per quello che sono, ovvero strumenti della politica, anche il voto di protesta potrebbe essere veramente libero e convogliato in qualsiasi direzione funzionale alle necessità del momento. 

Ogni scelta resta legittima e non necessita sempre di coerenza o, peggio, di fedeltà assoluta a un teorico credo “storicizzato”; il consenso non può rimanere supinamente riposto in chi ostenta programmi teoricamente in linea con il nostro credo, ma che pratica politiche manifestamente lontane.

Infine, per quanto ovvio, è evidente che, se l'opposizione è la funzione politica principe nel controllo del governo di turno, l'astensionismo non conferisce ad alcuno deleghe finalizzate a tale scopo.

essec/2012
 


[1] La loro scarsa rilevanza non inficia comunque l’analisi in questione.
[2] Cifra desunta decurtando una percentuale di “non votanti” del 38,25%, calcolata attraverso una media dei due più recenti sondaggi desunti dall’anzidetta fonte web.
[3] Nell’esempio è stato assunto il numero degli elettori chiamati al voto nelle elezioni del 2008.



% base 100
% base 61,75


% base 77,5


PDL
20,9
12,9


16,2


LEGA
4,9
3,0


3,8


LA DESTRA
1,9
1,2


1,5


ALTRI CDX
0,5
0,3
17,4

0,4



28,2
17,4

CDX
21,9










PD
26,1
16,1


20,2


IDV
6,7
4,1


5,2


SEL
6
3,7


4,7


RADICALI
1
0,6


0,8


ALTRI CSX
2
1,2
25,8

1,6



41,8
25,8

CSX
32,4










CSX Meno IDV
                     35,1
              21,7













UDC
6,2
3,8


4,8


FLI
2,5
1,5


1,9


ALTRI CENTRO
0,9
0,6
5,9

0,7



9,6
5,9

CENTRO
7,4










FDS
2,2
1,4
1,4
FDS
1,7










MOVIMENTO 5 STELLE
15,9
9,8
9,8
M5S
12,3










ALTRI
2,3
1,4
1,4

1,8











100
61,75


77,5










Media dei "Non Votanti"
38,25
38,25
38,25

22,5
15,75
70%








Totali
138,25
100













% votanti su 100% intervistati
61,75















Camera Dep. (fonte Viminale)
2008






Elettori
47.041.814
100





Votanti
37.874.569
80,51





Non valide
1.417.315
3,01





di cui bianche
485.870
1,03
34,28




Voto netto NV
 36.457.254
77,50





Non voto (Astenuti + NV)
10.584.560
22,50














Proiezione quantitativa %:









voto al netto NV






PDL
7.619.566






LEGA
1.786.405






LA DESTRA
692.688






ALTRI CDX
 182.286







10.280.946














PD
9.515.343






IDV
2.442.636






SEL
2.187.435






RADICALI
364.573






ALTRI CSX
729.145







15.239.132

a)
Scarto con cdx
4.958.187
48,2








CSX Meno IDV
12.796.496

b)
Scarto con cdx
2.515.551
24,5








UDC
2.260.350






FLI
911.431






ALTRI CENTRO
328.115







3.499.896














FDS
802.060














MOVIMENTO 5 STELLE
5.796.703














ALTRI
838.517






















Voto netto NV
 36.457.254
77,5













"Non Votanti" (con nulle/bianche)
10.584.560
22,5














47.041.814
100,0