martedì 26 marzo 2013

Thailandia, un milione e 700 mila tablet per gli studenti di ogni ordine e grado



Surapol Navamavadhana, consulente governativo che è tra i responsabili del progetto chiamato ‘one laptop per child’, cioè un computer portatile per ogni bambino, ha spiegato che a giorni, in aprile, nove produttori di tablet di diversi paesi, compresi tra gli altri Cina, India, Germania, si riuniranno su invito dell’esecutivo thai per unirsi in un capitolato per la fornitura, secondo le caratteristiche che Bangkok chiederà per i computer per tutta l’infanzia.
Chi ha saputo trasformare in corsa la propria economia industriale, punta tutto sull’istruzione. Sempre di più. Tipico soprattutto di alcuni paesi asiatici, sia potenze consolidate (Cina, Giappone, Corea) sia potenze nuove. Una di queste, la Thailandia, ha appena annunciato un grosso investimento per modernizzare la pubblica istruzione. Fornirà 1milione e 700mila tablet ad altrettanti studenti. E’probabilmente uno dei più grandi progetti mai lanciati per l’educazione digitale nel mondo in cui viviamo.
E’stato il Ministero per la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, un nuovo dicastero del governo reale (e già la dice lunga che un tale dicastero così mirato esista) ad annunciare l’iniziativa. Che parte subito nel concreto, con una specie di gara d’appalto postmoderna a livello mondiale. Surapol Navamavadhana, consulente governativo che è tra i responsabili del progetto chiamato ‘one laptop per child’, cioè un computer portatile per ogni bambino, ha spiegato che a giorni, in aprile, nove produttori di tablet di diversi paesi, compresi tra gli altri Cina, India, Germania, si riuniranno su invito dell’esecutivo thai per unirsi in un capitolato per la fornitura, secondo le caratteristiche che Bangkok chiederà per i computer per tutta l’infanzia.
I thailandesi scommettono sulle capacità digitali  imparate fin dall’infanzia per dare un futuro migliore alle nuove generazioni, all’economia nazionale, alla società. Negli ultimi anni, l’industria è talmente cresciuta nel regno del Sudest asiatico da fornire ormai circa il 32 per cento del prodotto interno lordo, percentuale paragonabile alla nostra o a quella francese, ma in crescita, non in declino. Elettronica, componenti ad alto contenuto tecnologico per i big giapponesi e coreani, componenti aeronautiche sono i comparti di punta. La voglia di rimboccarsi le maniche, lavorar sodo e modernizzarsi senza sosta, come in Cina, Giappone, Corea e Indonesia ha da tempo contagiato anche il regno delle loro maestà Bhumibol e Sirikit.
Considerata all’inizio del mandato una creatura del potentissimo e ricchissimo fratello maggiore Thaksin, la giovane (e graziosa) premier Yingluck Shinawatra si sta invece rivelando un personaggio forte, che manda avanti idee giuste. Il paese cresce, fino all’attenzione ai dettagli e al gusto. La capitale è un centro mondiale del design, e dispone di una rete di metro e ‘skytrain’ (metro sopraelevata) fornita da Siemens, che in città come Roma o Napoli sarebbe solo un sogno.
E sta anche attento ai soldi pubblici: per rinnovare la linea di volo militare, scelta necessaria viste le mille tensioni regionali e il riarmo dei vicini, l’efficiente Royal Thai Air Force ha ordinato non jet costosissimi e pieni di difetti come gli F-35, bensì i semplici ma efficacissimi Saab 39 Gripen, il supercaccia low cost svedese. Soldi risparmiati (un F-35 costerebbe più di dieci Gripen), e spesi poi anche per il programma ‘un tablet per ogni bambino’.

ANDREA TARQUINI  (La Repubblica - 23 marzo 2013)


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