giovedì 10 ottobre 2013

M5S, l’indulto e la clandestinità: luci e ombre

Con un simpatico tono di voce da Wanna Marchi quasi-trotzkista, Livia Turco ha definito ieri “cretini” tutti quelli che (per loro fortuna) non la pensano come lei. Un numero peraltro consistente, considerando che Livia Turco è sempre stata una delle più instancabili nel demolire quel che resta della sinistra in Italia. Qual era il tema? L’intoccabilità di Re Giorgio. Il quale, non contento di essere da (almeno) due anni il vero e assolutista Presidente del Consiglio, ha pure ordinato (con la solita formula del monito finto-garbato) amnistia e indulto.
L’infinita ipocrisia dell’indulto. Il tema delle carceri sovraffollate esiste ed è gravoso. Proprio per questo è indecente l’ipocrisia con cui Pd e Pdl lo usano cinicamente contro chi osa mostrarsi dubbioso, relegandogli la parte dell’insensibile che “pensa solo a Berlusconi”. Il problema è che a Pd e Pdl non interessa minimamente migliorare la condizione delle vittime autentiche. Se gli interessasse, si adopererebbero non con amnistia e indulto indiscriminati ma con un’opera legislativa mirata: depenalizzare il testo unico sulle droghe, abolire il reato di clandestinità ed ex Cirielli, rivedere l’istituto della custodia cautelare. E magari, già che ci sono, ampliare la vigilanza dinamica. E’ cancellando gli obbrobri legislativi dei Giovanardi e dei Bossi-Fini che si migliora la condizione nelle carceri, non reiterando l’ennesimo “liberi tutti, anzitutto i potenti”. Napolitano ha già esautorato abbastanza il Parlamento: non spetta a lui indicare la via da seguire, anche se dalla mattina alla sera non pare pensare ad altro. La violenza con cui ha attaccato i 5 Stelle non l’ha mai usata nella sua vita. Nemmeno quando c’era da condannare le invasioni cingolate dell’Unione Sovietica in Ungheria (ops, lui era d’accordo coi cingolati).
Al governo delle larghe intese non preme minimamente migliorare la condizione nelle carceri. Infatti sta lavorando a un testo che ricalca quello del 2006, che comprendeva i reati di frode fiscale, concussione e corruzione (pene pecuniarie incluse). La distruttrice di consensi Turco ha esortato a non pensare sempre a Berlusconi, e va capita, perché lei e il suo partito in effetti non ci hanno pensato quasi mai (e se ci hanno pensato è stato per difenderlo). Ci perdonerà però se la tempistica del monito di Re Giorgio continua ad apparire sospetta: amnistia e indulto, così concepite, sembrano un regalo a Berlusconi. E a questo punto si spiegherebbe sin troppo bene il dietrofront caricaturale al Senato (“Non voto la fiducia, anzi sì”). Per approvare amnistia e/o indulto servono i 2/3 del Parlamento: c’è davvero qualcuno che crede che il Pdl li voterebbe se non fossero contemplati anche i reati per cui è stato condannato il pregiudicato di Arcore? Ve li immaginate, i Brunetta e le Santanché, che dicono: “Sì, votiamo felici per liberare i poveracci ma solo loro. Guai a chi vuol salvare anche frodatori ed evasori?”. Via, su.
L’indulto fu la tomba del governo Prodi e l’inizio della crescita della forza politica di Grillo. Non volendo, e con l’unico intento di abbatterlo, gli stanno facendo un altro regalo. Anzitutto il Pd (perfino Epifani si mostra dubbioso). Se la bischeraggine reiterata – unita a una perdurante malafede – facesse vincere le sfide, nel centrosinistra sarebbero tutti Lippi e Capello. 
Clandestinità, paraleghismo e harakiri. Sta facendo molto discutere il post di Grillo e Casaleggio relativo all’emendamento presentato in commissione giustizia da due senatori 5 Stelle, che ha ridotto il reato di clandestinità a illecito amministrativo. Il post sembra perfetto per dare a molti pasionari-di-Letta il brivido di essere di sinistra (ahahahah), anche se – per esempio – contro la Bossi-Fini il loro partito non ha mai fatto nulla. E’ vero che nel programma del M5S non c’era la cancellazione del reato di clandestinità. E’ vero che, se lo avessero promesso, non avrebbero preso il 25% alla Camera. Ed è vero che in paesi molto più civili di noi (Francia, Inghilterra) quel reato esiste. In questo il post è inattaccabile. Poi però ho molti dubbi. In tema di immigrazione Grillo e soprattutto Casaleggio sono da sempre assai discutibili, per esempio sullo Ius Soli. Lo scrivo da anni: chi si stupisce, finora, ha vissuto su Marte (o nel Pd). Personalmente avrei votato la cancellazione, e senza dubbi, anche se purtroppo è un palliativo. Un meno peggio: fingere che il problema non esista è una trovata buonista-demagogica molto “de sinistra”, che non risolve le cose. Il post è invece attaccabilissimo, e anzi disastroso, per tempistica e opportunità politica: mentre i parlamentari lottano pressoché isolati contro casta e gran parte dei media, arriva l’ennesimo dikat (per quanto più “garbato” degli altri). Sarebbe bene che Grillo, invece di pontificare dall’alto, desse una mano da vicino ai suoi parlamentari. Quotidianamente e non solo durante gli Tsunami Tour o le OccupyRai. Da oggi tutti i 5 Stelle, in ogni contesto (anzitutto televisivo), verranno accusati di essere fascisti e crivellati di domande sul para-leghismo dei due guru. Spostando l’attenzione dalle battaglie che i parlamentari combattono alla Camera e al Senato: non un gran risultato, onestamente. 



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