Tutti i giornali italiani, compresi quelli di destra da Il Giornale a Libero,
si sono giustamente indignati per la caterva di volgarità, insulti,
auguri di morte piovuta dal web su Pierluigi Bersani colpito l'altro
giorno da una grave emorragia cerebrale. Ognuno, come ho già scritto, ha
diritto di odiare chi gli pare, ma farlo quando uno è quasi «drèe a
muri», come si dice a Milano, non mi pare particolarmente elegante.
I
'social network', dove chiunque, spesso anonimo o sotto falso nome,
puo' esprimersi senza freni inibitori si stanno rivelando, com'era
prevedibile, un boomerang inquietante perchè portando a galla l'ombra
che è in ciascuno di noi (tutti siamo dei potenziali assassini) creano,
per sinergia e imitazione, una reazione a catena incontrollabile che
forse per il singolo puo' essere liberatoria (ma allora è inutile e
grottesco punire i tifosi juventini che, nel luogo destinato per
definizione allo sfogo, lo stadio, gridano «Non siamo napoletani») ma
socialmente è devastante. E' l'eterna storia della Tecnologia di cui, in
teoria, il singolo individuo puo' fare un uso euristico e intelligente,
ma che a livello di massa è sempre stata utilizzata nel peggiore dei
modi. Nel caso specifico, quello dei blog, per far esplodere
dall'inconscio al conscio le proprie profonde frustrazioni.
Ma
che dire invece, e allora, di Vittorio Feltri, che non è un blogger
qualsiasi, ma è stato, almeno a mio parere, il miglior direttore di
quotidiani e di settimanali della sua generazione ed è tuttora un
giornalista di primaria importanza, che in un articolo («Cara Merkel,
datti alla briscola», Il Giornale, 7/1) prende pesantemente in
giro (uso volutamente questo eufemismo perchè ho la fortuna di
collaborare a uno dei pochi giornali che hanno conservato senso della
misura e buon gusto) la cancelliera tedesca che si è fratturata il
bacino facendo sci di fondo sulle nevi svizzere? «La signora di ferro è
in realtà di gomma. Nel senso che, cascando, è atterrata non con la
testa, ma con il sedere, cioè la parte più tenera e voluminosa del suo
corpo, un vero e proprio ammortizzatore naturale, definito volgarmente
ma efficacemente culone...D'altronde è noto che nella vita un gran
posteriore aiuta almeno quanto l'intelligenza». Risparmio al lettore del
Gazzettino altri scampoli di questa prosa aulica. Ironia? Certo ma
bisogna anche saperla fare e non c'è nulla di più triste del comico che
non fa ridere.
Poichè
sta parlando di tedeschi (ha tirato in ballo anche Schumacher colpevole
di essersi spaccato la testa) Feltri coglie l'occasione per ironizzare
sul vicecancelliere, l'Spd Sigmar Gabriel, che ha chiesto, e ottenuto,
di usufruire di un giorno di permesso alla settimana per stare con la
figlioletta di due anni, diritto che in Germania spetta a ogni
cittadino, e la sua decisione è stata approvata dal 91% dei suoi
connazionali. «Un fenomeno» scrive Feltri «che contrasta con la
mitologia germanica: i tedeschi che non mollano mai, sgobbano, amano la
patria sopra ogni cosa e ogni sentimento. Noi saremo mammoni, loro sono
mammole. Non ci sono più i tedeschi di una volta». Forse li preferiva
quando erano nazisti. A Feltri probabilmente sfugge, a meno naturalmente
che non si tratti di Berlusconi, che gli uomini politici hanno più
doveri ma anche pari diritti degli altri cittadini, e soprattutto che se
la stragrande maggioranza è d'accordo col ministro Gabriel è perchè i
tedeschi si fidano dei propri dirigenti, Spd o Cdu che siano, sapendo
che, in linea di massima, «sgobbano» sul serio per l'interesse e il bene
del loro Paese. Cosa che, viste anche le baruffe chiozzotte di queste
ultime settimane per conquistarsi una microfettina di potere, per non
parlare del resto, non si puo' dire dei nostri.
Massimo Fini (Il Gazzettino, 10 gennaio 2014)
Nessun commento:
Posta un commento
Tutto quanto pubblicato in questo blog è coperto da copyright. E' quindi proibito riprodurre, copiare, utilizzare le fotografie e i testi senza il consenso dell'autore.