sabato 14 giugno 2014

Governo Renzi: il giornalismo italiano? Corre in soccorso del vincitore Matteo

Sono molto affascinato dalla correttezza del giornalismo italiano, soprattutto quello piddino (cioè quasi tutto). Secondo una strana regola tutta italiana, chi vota Pd è libero e illuminato mentre chi non vota Pd è “fazioso” e “servo”, ancor più se grillino. I berlusconiani, tutto sommato, vanno bene: in fondo sono i migliori alleati di Renzi. Per dire: Gad Lerner, che è iscritto al Pd, è libero e democratico. Addirittura e anzitutto imparziale (e ne ho citato volutamente uno bravo: citare il Menichini Madido sarebbe stato troppo facile). Il Fatto Quotidiano, che non vota nessuno e a nessuno appartiene, è invece “l’house organ dei 5 Stelle” (anche se da giorni sta massacrando i 5 Stelle per l’accordo con Farage e la consultazione online di due giorni fa). E a chiamarci “house organ di Grillo” sono proprio coloro che passano il tempo a venerare Renzi: ah, l’Italia, che strano e ameno paese.
Per anni ce l’hanno menata con la litania della democrazia interna nei 5 Stelle. Fior fiore di editorialisti e conduttori pensosi hanno tratteggiato figure caricaturali e frignoni di professione come novelli Solženicyn. Ora che il quasi-dittatore è Renzi, peraltro comico nella sua prosa sputicchiante e nella sua espressività da triglia ilare, tutto – di colpo – va bene. Anzi benissimo. Li vedo proprio orgasmici all’idea di fungere da megafono piddino. Se è questa la loro ambizione, prevedo per loro un futuro gramo: per una cosa indovinata (la Serracchiani che costringe Orsoni alle dimissioni: brava), tanti rospi dovranno ingoiare. Da nuovi patti segreti del Nazareno a svariate riforme orride (leggere Rodotà per credere). Il “vincolo di mandato”, che non esiste nella Costituzione Italiana e che Grillo vorrebbe (sbagliando) introdurre, d’un tratto è qualcosa che eccita oltremodo i renziani. Renziani ovviamente dell’ultima ora, perché tanti colleghi erano fino a ieri bersaniani e Renzi gli stava neanche troppo cordialmente sulle palle.
In un paese normale dovrebbero essere tutti solidali con Mineo, anzitutto i giornalisti. Vedo e leggo invece che, secondo non pochi tromboni para-democratici, Renzi ha forse esagerato nei toni ma “in fondo ha fatto bene”, perché Mineo è “in cerca di visibilità”. E’ vero che lo stesso Mineo ha una propensione da Don Abbondio: uno come lui, che a RaiNews non mancava certo di coraggio, si sta facendo trattare quasi come uno zerbino dai Nardella qualsiasi, che lo apostrofano con infantili e sprezzanti “Mineo chi?”. Invece di sfancularli, Mineo – per ora – se ne sta quieto quieto. Del resto i “dissidenti” del Pd sono così: alzano saltuariamente la voce, poi Renzi gli regala uno strapuntino inutile di potere (l’ex bersaniano mai stato giovane né turco Orfini Presidente Pd) e i “dissidenti” tornano nei ranghi. Cornuti e mazziati. Mettono un po’ malinconia, mai però quanto i “giornalisti liberi” che accettano tutto – ma proprio tutto – da Renzi e renziani. Decenni di carriere spese a scrivere, spesso bene, per reinventarsi servi sciocchi delle Karina Huff Boschi: che triste declino. Come ricorda oggi Travaglio sul Fatto, gli stessi che ieri gridavano al nazismo di Grillo e Casaleggio trovano oggi più che naturali le purghe renziane.
Dimenticano pure – ma in realtà lo sanno benissimo – che Mineo non ha infranto nessuna regola: se è vero che partiti e movimenti hanno regole da rispettare, è altrettanto vero che la riforma-schifezza del Senato non era nel programma sottoscritto da Mineo quando si è candidato nel febbraio 2013. Se poi Mineo e Chiti sono “traditori”, non si capisce cosa sia Giachetti, che giorni fa – contro il programma del Pd – ha votato la responsabilità civile dei magistrati con Fi, Lega e 70 franchi tiratori del Pd (però Giachetti è renziano e Mineo no: oops). Abbiamo una classe politica quasi sempre – non sempre – sconfortante. Ed è anche colpa di una classe giornalistica quasi sempre – non sempre – sconfortante. Così sconfortante che perfino il concetto di faziosità e fazioso: se voti Pd sei un “fazioso libero”, se non voti Pd sei un “fazioso servo”. Funziona così. E funziona male. Buona catastrofe.

 

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