domenica 13 luglio 2014

“IL PATTO DEL NAZARENO TIENE” QUALUNQUE COSA SIA

Nel mezzo della discussione, quando qualcuno che dovrebbe ubbidire tenta di ribellarsi e alza il tono, e non si capisce se c’è rischio di secessione o no, entra in sala Guerini, vice segretario del Pd, dunque di Renzi e dice: “Il patto del Nazareno tiene”. Noi (la maggior parte di noi, gli astanti) non sappiamo chi sia Guerini e perché, sconosciuto com’era, sia così in alto (il vice di Renzi, il vice di tutto). Ma non sappiamo neanche che cosa sia “il Patto del Nazareno” e perché tenga, e perché, il fatto che “il patto tiene”, rassicuri che tutto andrà come deve andare.  
Come deve andare? Quando lo abbiamo letto, discusso, votato? Se azzardi una domanda del genere, ti portano in scena l’intero tabulato delle elezioni europee, ti ricordano che la ragazza Bonafè ha avuto più voti di chiunque al mondo, inclusi John, Bob e Ted Kennedy. Aggiungono, con l’esasperata pazienza dei veri democratici, che l’insieme delle tante eroiche Bonafè (tra cui una certa Moretti, appena un po’ meno votata, che compare di solito in silenzio accanto a Renzi se la Bonafè in quel momento non è disponibile) fa, in totale, il 40.8 per cento dei voti. Dunque eccoti servito. 
C’è il patto del Nazareno. C’è il voto plebiscitario. Ci sono milioni di italiani con il loro leader. Inutile tentare di dire che quel voto era pro o contro l’Europa, non per il patto del Nazareno. Non ci provare. Sollevi una nuvola d’ira. Quel voto era per Renzi e tutta la scolaresca, punto e basta. Non vorrai offendere gli elettori, come quelli che mettevano in dubbio la legittimità di Berlusconi? 
A volte Guerini precisa: “Noi siamo disponibili a confrontarci su tutto. Nell’ambito del Patto del Nazareno” (citazione testuale, Tg3, ore 19, 6 luglio). Guerini è attendibile. Sono buoni e cari, questi ragazzi di Renzi, ma c’è una linea che non si può attraversare. Puoi avere estro, istinto politico, rapporto stretto con gli elettori, puoi essere persino più inventivo di Calderoli. Ma i patti sono chiari. “Qualunque intervento o dibattito o sfida o confronto finisce qui”. E ti indicano il punto in cui comincia lo spazio già definitivamente assegnato al “Patto del Nazareno”. Come nelle aree militari, ti dicono che “il limite è invalicabile”. Vorresti sapere chi ha stabilito quel limite, raro in politica, perché è senza ritorno? Vuoi sapere chi vigila e chi lo presidia? 
La seconda domanda è facile. Ammesso che in questo patto ci siano due contraenti, su uno vigila Guerini e, a turno, tutti i ragazzi della ormai celebre Scuola Leopolda di Matteo Renzi (al confronto, il collegio di magia del maghetto Harry Potter è poca cosa). Sull’altro si alternano volontari, una volta Romani, della premiata ditta Mediaset, una volta Brunetta, che farà anche spettacolo ma ci puoi contare, perché tiene i suoi in riga. E alla fine persino Calderoli (pensate, Lega Nord, area Borghezio), ma, nella nuova versione, uno che compra bene i saldi, e di professione fa il mediatore parlamentare. È capace di trovare una soluzione anche al Senato eletto – non eletto – però eletto, tanto che sarà protetto da immunità (e chi dice che quella salvifica immunità non possa estendersi, con un paio di colpi di mano detti emendamenti, al mestiere pericoloso di assessore regionale e comunale, certo, in osservanza del Patto del Nazareno?). 
Quanto alla domanda che ho fatto prima (che cos’è il Patto del Nazareno e perché è la porta magica da cui passa la nuova Italia?) credo che la risposta sia: quando dicono “riforme” pensate “Patto del Nazareno”. Quando dicono “Patto del Nazareno” pensate “riforme”. Mi direte che è un nodo scorsoio. Un Paese incaprettato. Certo che lo è. Il Paese è tenuto fermo in un altro tempo, che credevamo finito e che non può sboccare in un dopo. Perché nulla (nulla) può essere fatto o cambiato o innovato senza l’approvazione e collaborazione e partecipazione di Silvio Berlusconi e della sua gente (quelli che ancora si riconoscono in questa definizione). È vero che il pover’uomo ha perduto alcuni dei suoi sodali migliori nella guerra con la Giustizia (che presto, con la riforma che riguarda i giudici e il Csm – nell’ambito del Patto del Nazareno – pagherà per i colpi che è riuscita a infliggere alla malavita politica). 
È vero che il blocco politico, da lui fondato e pagato, gli si sfarina intorno. Ma avrete constatato che è stato deciso di non notarlo. Ovvero di stringerlo in un abbraccio così stretto da non far capire che non sta più in piedi da solo. Lasciate perdere la questione esteticamente sgradevole del condannato. Non è la sua forza (ormai finita) che conta, ma la messa in scena che consente, anzi obbliga, a lavorare insieme. Il fatto è che la corsa velocissima di Matteo Renzi, e dei ragazzi della sua classe, gira vorticosamente intorno a Berlusconi, che è fermo e stremato, però consultato e riverito per poter dire: attenzione ragazzi, dobbiamo rispettare il patto. 
E quando Guerini entra in aula e ammonisce i possibili dissidenti confermando che “Il patto del Nazareno tiene” e dunque non si facciano illusioni, non fa che parodiare l’altra frase di scuola Leopolda: “Discutete finché volete, ma la decisione finale è già presa e non cambia perché è nel Patto del Nazareno”. Che vuol dire: arrendetevi, non c’è via d’uscita. Siete in un percorso bloccato. È vero. Ma non rinunciate a chiedere (perché dovrete spiegarlo alle generazioni in arrivo) come è successo, per mano di chi, che abbiamo perso il diritto di fare politica e di discutere non dico sulla Giustizia, che sarà un massacro (la decapitazione improvvisa della Cassazione è già avvenuta) ma anche solo sulla trasformazione del Senato in Camera di Commercio degli assessori e dei sindaci? 

 

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