Dopo i fatti di Oppido Mamertina è in atto
il censimento delle processioni e delle feste patronali italiane. Vescovadi e
parrocchie sono tenuti a compilare un modulo nel quale si specifica se la
processione è autoprodotta (ma si tratta di pochissimi casi); se è stata data
in appalto a organizzazioni mafiose generiche oppure riconosciute e abilitate
dall’Ente Circhi; se c’è stata regolare gara di appalto tra le diverse cosche;
infine se i ricoveri per autoflagellazione, ferite conseguenti ai percorsi in
ginocchio, svenimenti e crisi isteriche siano soggetti a ticket.
SANT’AGATA
Pochi lo sanno ma è la terza festa al mondo per numero dei partecipanti e per spesa sostenuta. Le prime due sono le Olimpiadi e il party di compleanno di Elton John. La santa è amatissima dai catanesi per avere salvato la città dalla peste, dall’invasione aliena e dagli orsi polari, che secondo la tradizione assediarono la città nel corso di un inverno particolarmente rigido. La festa di Sant’Agata dura tre giorni, ai primi di febbraio, e da secoli attira catanesi da tutto il mondo. Pochissimi però possono dire di averla vista perché avvicinarsi è impossibile. A causa del traffico mostruoso si trascorrono i tre giorni di celebrazioni immobilizzati in macchina, telefonando a casa per sapere se almeno in televisione si vede qualcosa.
Pochi lo sanno ma è la terza festa al mondo per numero dei partecipanti e per spesa sostenuta. Le prime due sono le Olimpiadi e il party di compleanno di Elton John. La santa è amatissima dai catanesi per avere salvato la città dalla peste, dall’invasione aliena e dagli orsi polari, che secondo la tradizione assediarono la città nel corso di un inverno particolarmente rigido. La festa di Sant’Agata dura tre giorni, ai primi di febbraio, e da secoli attira catanesi da tutto il mondo. Pochissimi però possono dire di averla vista perché avvicinarsi è impossibile. A causa del traffico mostruoso si trascorrono i tre giorni di celebrazioni immobilizzati in macchina, telefonando a casa per sapere se almeno in televisione si vede qualcosa.
SANTA MAGNA
Non è facile, per chi partecipa, dimenticare la processione di Santa Magna. La sua enorme statua di granito alta dieci metri e pesante una ventina di tonnellate viene deposta da una gru sulle spalle dei “barcollanti”, gli uomini del paese, che avanzano vacillando lungo le strade strettissime di Maricella Ateniese. Alle paurose oscillazioni della Santa e ai gemiti dei barcollanti si accompagnano gli schianti dei balconi che cedono urtati dalla statua e le urla disperate dei “precipitanti”, altre tipiche figure di questa sagra, unica al mondo anche per il numero delle vittime.
Non è facile, per chi partecipa, dimenticare la processione di Santa Magna. La sua enorme statua di granito alta dieci metri e pesante una ventina di tonnellate viene deposta da una gru sulle spalle dei “barcollanti”, gli uomini del paese, che avanzano vacillando lungo le strade strettissime di Maricella Ateniese. Alle paurose oscillazioni della Santa e ai gemiti dei barcollanti si accompagnano gli schianti dei balconi che cedono urtati dalla statua e le urla disperate dei “precipitanti”, altre tipiche figure di questa sagra, unica al mondo anche per il numero delle vittime.
SANTA BRIGITTA DEI CALCAGNI
I fedeli portano in processione lungo le strade di Civita Magnogreca (un minuscolo paesino) le preziose reliquie della santa: i calcagni, che le furono asportati durante il martirio. Sono tre, circostanza che suscita da sempre ironie e perplessità, ampiamente smentite da uno studioso locale che sovrapponendo al computer alcune antiche miniature della santa ha dimostrato che è facile ottenere una figura con tre gambe, o nel numero desiderato. Il reliquiario è una cassetta di legno piuttosto leggera: per ovviare all’inconveniente, e rispettare la tradizione che vuole i portatori delle processioni schiacciati da un peso immane, dentro la cassetta vengono deposti alcuni lingotti di piombo.
I fedeli portano in processione lungo le strade di Civita Magnogreca (un minuscolo paesino) le preziose reliquie della santa: i calcagni, che le furono asportati durante il martirio. Sono tre, circostanza che suscita da sempre ironie e perplessità, ampiamente smentite da uno studioso locale che sovrapponendo al computer alcune antiche miniature della santa ha dimostrato che è facile ottenere una figura con tre gambe, o nel numero desiderato. Il reliquiario è una cassetta di legno piuttosto leggera: per ovviare all’inconveniente, e rispettare la tradizione che vuole i portatori delle processioni schiacciati da un peso immane, dentro la cassetta vengono deposti alcuni lingotti di piombo.
U MEZZUSANTU
Così viene chiamata la processione dedicata a Santu Pirizzi, che ricalca fedelmente il suo martirio: venne smembrato in due parti dai Mori. La statua ogni anno viene segata in due e i due tronconi trasportati dal santuario di Santa Maria Plorante fino a due paesi rivali, Ciribisco e Mozzalonza. Qui due folle minacciose rivendicano l’autenticità del loro mezzosanto, e la falsità del mezzosanto in possesso dei rivali. Quando l’eccitazione e l’ira raggiungono il culmine ciascun corteo muove verso il paese nemico. Si incontrano a mezza strada e si affrontano a bastonate.
Così viene chiamata la processione dedicata a Santu Pirizzi, che ricalca fedelmente il suo martirio: venne smembrato in due parti dai Mori. La statua ogni anno viene segata in due e i due tronconi trasportati dal santuario di Santa Maria Plorante fino a due paesi rivali, Ciribisco e Mozzalonza. Qui due folle minacciose rivendicano l’autenticità del loro mezzosanto, e la falsità del mezzosanto in possesso dei rivali. Quando l’eccitazione e l’ira raggiungono il culmine ciascun corteo muove verso il paese nemico. Si incontrano a mezza strada e si affrontano a bastonate.
DON SANTO
A differenza di tutte le altre processioni quella dedicata a Don Santo, patrono di Caprifischio, non è costretta all’umiliante rito dell’ “inchino” davanti alla casa del boss locale. È il boss locale, qui, che si muove da casa sua: viene vestito e truccato come il Santo, issato in spalla dai giovani del paese e portato in processione lungo le strade.
A differenza di tutte le altre processioni quella dedicata a Don Santo, patrono di Caprifischio, non è costretta all’umiliante rito dell’ “inchino” davanti alla casa del boss locale. È il boss locale, qui, che si muove da casa sua: viene vestito e truccato come il Santo, issato in spalla dai giovani del paese e portato in processione lungo le strade.
DIO
È stato diffuso nelle feste patronali un questionario dal quale risulta che Dio è considerato, in ordine decrescente: 1 Una superstizione; 2 Una figura leggendaria, perché non ha lasciato reliquie; 3 Un millantatore; 4 Un’invenzione dei comunisti per oscurare le tradizioni locali; 5 Non so, non rispondo.
È stato diffuso nelle feste patronali un questionario dal quale risulta che Dio è considerato, in ordine decrescente: 1 Una superstizione; 2 Una figura leggendaria, perché non ha lasciato reliquie; 3 Un millantatore; 4 Un’invenzione dei comunisti per oscurare le tradizioni locali; 5 Non so, non rispondo.
Michele
Serra (Jack's Blog - La Repubblica - 18 luglio 2014)
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