giovedì 21 agosto 2014

Se muore il Sud



L'ennesimo libro denuncia del binomio Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, edito da Feltrinelli nel novembre 2013.

Questa volta il collaudato duo focalizza aspetti di un'Italia meridionale desolante che apparirebbe sempre più avviata ad un declino irreversibile.

Nei vari capitoli vengono enucleati una serie di scandali e gestioni che fanno da base ad una politica attuata da uomini al potere incapaci ed inadatti allo scopo della loro missione. Vengono esposti clientelismi e ruberie inimmaginabili che continuano ad alimentare un tessuto sociale meridionale apparentemente abbandonato a se stesso. Rizzo e Stella ne elencano fattispecie, con ricchezze di particolari che le cronache dei media spesso adombrano, trascurano e non riescono quasi mai a rendere chiare.

In uno scenario che accomuna tanti complici correi, il duo racconta di utilizzi impropri di fondi comunitari, di distrazioni ed appropriazioni private di finanziamenti pubblici, di artificiose azioni di soggetti senza scrupoli, dell'abbandono al loro destino di una folla di giovani disoccupati e di cassintegrati senza riferimenti e privi di futuro.

L'analisi degli autori parte da lontano per arrivare ai nostri giorni. Va dalle mafie classiche contadine alle nuove forme più raffinate confuse, nascoste e integrate nella borghesia di oggi, racconta inverosimili ladronerie siciliane perpetrare nell'indifferenza della classe politica di turno, collusa e complice nell'alternanza gestionale.

Al centro permane sempre una classe dirigente ingorda che, nell'indifferenza dei media e nell'impotenza dei cittadini sempre più ridotti a sudditi, continua a sprecare risorse senza mai avviare progetti o programmi, senza affrontare l'esigenza di approntare un minimo di progetto industriale, locale e nazionale. Ma come noto le classi dirigenti locali in qualche modo rispecchiano le loro società e, in special modo nel sud, e sono quindi tanti i soggetti che utilizzano le opportunità offerte da un sistema di potere basato sul consenso bisognoso e furbo. Da qui nascono i falsi invalidi, masse di braccianti agricoli di favore, cassintegrati che alimentano evasioni fiscali, con lavori in nero e tanto altro che si abbevera nelle sempre più esigue risorse pubbliche ovvero restano in carico all'intera società civile. Solo sporadiche denuncie o interventi di organi di controllo portano a galla irregolarità consumate e non sempre recuperabili.

Le esperienze sono da sempre opportunità di crescita, ma sembrerebbe che in politica la qualità cognitiva funzioni poco. L'uomo meridionale del ventunesimo secolo è composito, c'è chi si adatta e sfrutta le opportunità anche illecite e chi preferisce arrendersi ancor prima di lottare confondendosi in un quotidiano lamentoso.

Basterebbero libri come questi e trasmissioni-inchieste della Gabanelli o Iacona, per dare un quadro ben preciso dello stato dell'arte della realtà italiana. E ciò porterebbe più frutti dei Giarda o Cottarelli di turno, incaricati a redigere liste costrittive per improbabili tagli pubblici destinati a restare regolarmente disattese dai diversi governi.

In conclusione, un libro che val la pena di leggere, anche per scoprire delle realtà altamente positive raccontate in ultimo da Rizzo e Stella che inducono a sperare in un futuro migliore.

Essec

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