"Ma cosa addestrano: Astronauti?!" sbottò uno degli ispettori europei. Neanche l'addestramento di un astronautica, però, sarebbe costato quanto quello di un apprendista "formato" dal Ciapi di Palermo. Costo del progetto "Consulenza, Orientamento e Apprendistato": 15.191.274 euro. Apprendisti avviati al lavoro: 18. Complimenti: 843.959 euro ad apprendista.
La relazione dei controlli mandati dall'Ufficio antifrode dell'UE a indagare sulle anomalie del Centro interaziendale addestramento professionale integrato di Palermo fa accapponare la pelle. Perchè è li che vedi come, mentre a Roma a causa della crisi venivano avviati i tagli dell'84,8% ai fondi per il rischio idrogeologico o del 91% al Fondo nazionale per le politiche sociali, in Sicilia continuavano a mungere la Grande Vacca della "formazione" come se le casse traboccassero di soldi.
Spiega il rapporto dell'Olaf (Office europeen de lutte anti-fraude), firmato da Fabio Fontana, Artur Marques Domingos, Daniel Iarossi e James Sweeney, che quella truffa, la quale aveva succhiato alla UE oltre 10 milioni e mezzo di euro (più cinque di contributo italiano), era stata spacciata come un progetto per offrire ai giovani "un servizio di consulenza, orientamento e apprendistato della Regione siciliana". In realtà non solo "il progetto era oltremodo vago", ma "non erano state esperite gare d'appalto a evidenza pubblica" e l'avviso era stato messo solo per sette giorni sul sito web del Ciapi in modo che lo sapessero solo gli amici.
Le difficoltà incontrate dagli ispettori per scavare nel fango dell'ente, nato nel 1970 su iniziativa della Cassa del Mezzogiorno, della Fiat e dell'Ente minerario siciliano per addestrare gli operai dei poli industriali di Termini Imerese e Carini, e successivamente passato sotto il controllo della Regione, ve le risparmiamo. Vi basti sapere che ci misero tre giorni per entrare (ogni mattina: "Le chiavi sfortunatamente le ha Sua Eccellenza che non c'è") nell'ufficio del presidente del Ciapi, l'avvocato Francesco Riggio, detto Ciccio. Il quale sarebbe stato candidato da Pier Luigi Bersani alle elezioni regionali del 2012 nonostante girassero già indiscrezioni inquietanti sull'ente e nonostante l'uomo, figlio dell'ex senatore dc Nino Riggio, fosse conosciuto come antico collaboratore di Salvo Lima. Scava scava fra resistenze, silenzi e omertà, tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013 venne fuori un immondo verminaio. Si pensi che per la "promozione, sensibilizzazione, informazione, diffusione" del progetto furono distribuiti 3.794.856 euro a due o tre figuri nei dintorni del discusso uomo d'affari Faustino Giacchetto non solo "senza espletare alcuna gara a evidenza pubblica o indagini di mercato", ma persino senza ricevute, tanto che fu risposto ai commissari che "non potevano essere esibiti tali documenti, perchè non esistenti". Non bastasse, mezzo milione fu speso per la promozione a corsi finiti. Quattro milioni abbondanti di promozioni! Così, pronta cassa. Nel pieno di una crisi devastante.
Un punto emerse chiaro dall'ispezione: uno dei due obiettivi (dell'altro parleremo) era stato la sistemazione per un anno di 278 persone, scelte sulla base di criteri del tutto politici e clientelari. I titoli richiesti, del resto, "erano assolutamente inutili ai fini della selezione" in quanto "quale requisito per l'assunzione per ogni profilo professionale sono stati considerati indifferentemente la laurea o il diploma di scula media superiore".
Risultati finali? Gli ispettori restarono allibiti. E scrissero che come "mission" il progetto aveva prefigurato "1500 giovani avviati all'apprendistato" per arrivare a "600 giovani assunti". Balle: quando dopo mille insistenze e mille intralci riuscirono finalmente ad avere una risposta sui "risultati" di quello sforzo finanziario, i controllori dell'UE si videro consegnare un elenco striminzito di "18 nominativi (nome e cognome) senza nessun altro dato anagrafico quali, indirizzo, codice fiscale, estremi di un documento d'identità .... Inoltre, tali 18 nominativi solo in 12 casi trovavano una sommaria indicazione dell'azienda presso la quale erano stati avviati all'apprendistato, in quanto non sono stati indicati nè indirizzo, nè la sede sociale, nè il numero di partita IVA ...". Detto fatto, visto il cumulo di reati, i funzionari girarono tutto alla Guardia di Finanza, alla Corte dei Conti e alla magistratura.
Nel febbraio 2013, finalmente dopo l'intervento della Corte dei Conti, il bubbone scoppia. E vengono denunciati per il finanziamento illecito 12 politici. Su "Tempostretto" Rosaria Brancato sfoga la sua rabbia di siciliana: "Ho letto pagine del rapporto dell'Olaf che ha dato origine all'inchiesta e oltre a restare ammutolita per la vergogna ho capito perchè i nostri figli non hanno altra strada che scappare". Altri quattro mesi e l'ANSA titola: Mazzette e doni con soldi formazione, 17 arresti a Palermo. Viene giù il diluvio.
Finiscono in manette Ciccio Riggio (cui vengono sequestrati 5 milioni di euro), due ex assessori pidiellini, Giammaria Sparma e Luigi Gentile, un pò di funzionari e soprattutto quello che viene accusato di essere il perno del comitato d'affari, il project manager Faustino Giacchetto. Contemporaneamente, il giudice denuncia un mucchio di politici, più o meno potenti, benedetti da un mucchio di "relali".
Giacchetto, scrive il magistrato nell'ordinanza, "ha creato un vero e proprio Sistema Criminale che, attraversocontinui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità, riusciva, da un lato, a far ottenere al Ciapi, che gestiva in piena autonomia, cospicui finanziamenti nell'ambito di diversi progetti via via autorizzati" .... "in forza delle pratiche di corruttela, dall'altro ad incamerare personalmente una cospicua parte di tale provvidenze".
Insomma, i corsi di formazione erano, per il gip Luigi Petrucci, solo "un ingegnoso complesso meccanismo" avente come "unico scopo il programmato e continuo ladrocinio di ingentissime somme pubbliche ....". Quanto ingenti? Il solo Ciapi, complessivamente, almeno 93 milioni di euro. Una somma immensa. Pari a quella finanziata nell'agosto 2013 per gli investimenti più urgenti nell'edilizia scolastica così da mettere una toppa a una situazione in cui il 49% delle scuole (in gran parte medidionali) non ha l'agibilità.
Di formare i giovani siciliani per aiutarli a trovare un lavoro, a quelli del Ciapi, non importava un fico secco. Gli obiettivi, come si è detto, erano altri. Il primo: sistemare quei presunti "formatori" visti come un serbatoio di voti. Il secondo: lisciare il pelo a questo o a quel politico "amico" che sarebbe stato utile al momento giusto per avere nuovi appalti.
Gian Antonio Stella - Sergio Rizzo (tratto da "Se muore il Sud" - 2013 - Feltrinelli)
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