mercoledì 17 giugno 2015

SIAMO GIÀ MANIPOLATI ALL’INTERNO DA NOI STESSI?



Non bastano i media embedded (“arruolati”), i talk-suggestione, e gli opinionisti del quartiere (bottegaio, vicina del pianerottolo..), ora scopriamo che “siamo suggeriti”, e pure spesso condizionati, anche dall’interno di noi stessi. I batteri “alteranti”. 

I batteri sono ovunque. Non solo sono presenti in tutti i nostri contatti esterni ma dimorano in noi. Ma noi… siamo i nostri batteri?


E’ stato calcolato che nel microbiota del nostro sistema digestivo, in particolare della flora batterica intestinale, vivono almeno10 volte più cellule microbiche che in tutto il nostro corpo umano, ovvero decine di migliaia di mld di batteri. 

Il patrimonio genetico di questa affollata popolazione possiede più di 3 mln di geni, circa 150 volte quelli presenti nell’organismo umano. Sono circa 1000 le diverse specie di batteri rilevati nella flora intestinale umana, di queste specie però sono da 150 a 170 quelle prevalenti. 

Fra i 50 phyla batterici (il “phylum” pl. “phyla”, è il gruppo tassonomico gerarchicamente inferiore al regno, e superiore alla classe) classificati, 10 abitano il colon e 3 sono predominanti: Firmicutes, Bacteroidetes e Actinobacteria. 

L’interessante di tutto ciò è che solo un terzo di tutto questo patrimonio batterico è comune nella maggior parte delle persone, i restanti 2/3 sono specifici a ogni individuo, un po’ come le impronte digitali o i volti che variano sempre da persona a persona.

Riconosciamo a questa “popolazione” prevalentemente delle qualità fondamentali per la nostra salute. Dalla corretta digestione al buon assorbimento dei nutrienti, dalla produzione di alcune vitamine alla protezione dai patogeni, dall’integrità della mucosa intestinale allo sviluppo e sostegno del sistema immunitario.


Allora non è scorretto dire ..che noi siamo anche… i nostri batteri! Con i quali viviamo in simbiosi, d’accordo. Ma forse anche qualcosa di più..
 
Una ricerca scientifica del 2014 pubblicata sulla rivista “BioEssays” da ricercatori della UC San Francisco, Arizona State University e University of New Mexico (“Is eating behavior manipulated by the gastrointestinal microbiota? Evolutionary pressures and potential mechanisms” http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/bies.201400071/abstract) mette in evidenza come il microbioma intestinale, possa influenzare le scelte alimentari e le nostre decisioni con il rilascio di molecole di segnalazione nel nostro intestino e poiché l’intestino è collegato al sistema immunitario, al sistema endocrino e al sistema nervoso quindi al cervello, tali segnali potrebbero quindi influenzare la nostra fisiologia e le nostre risposte comportamentali. 

“I microbi hanno la capacità di manipolare il comportamento e l’umore alterando i segnali neurali del nervo vago, cambiando recettori del gusto, producendo tossine per farci sentire male, e rilasciando ricompense chimiche per farci sentire bene” afferma la Dott.ssa Athena Aktipis, dell’Arizona State University Department of Psychology. 

In un’altra ricerca precedente, il dottor Peter Konturek del Dipartimento di Medicina del Teaching Hospital of the University Jena, in Germania, ha scoperto insieme ad altri collaboratori che i batteri dell’intestino sono in grado di rispondere ai segnali di stress in modo attivo. Occorre inoltre sapere che il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore dell’umore, viene prodotta proprio dall’intestino.


Allora… l’idea di sterminare germi e batteri come si vedeva nei film di fantascienza degli anni ’50, ma anche in certe attualissime spray-pubblicità, è qualcosa di superato se non assurdo, in quanto s’è da un po’ capito che nel mondo il 99% delle reazioni sono compiute proprio da batteri, e che senza di essi ci saremmo praticamente già estinti. 

Tuttavia, più se ne sa sull’argomento e più la nostra consapevolezza è utile che avanzi. Capire, ad esempio che i batteri hanno funzioni ‘socialmente’ utili di cui tuttavia ci siamo sempre serviti senza comprenderne appieno le implicazioni. 

Ora, anche alla luce di queste nuove ricerche, dovremo cercare di verificare se i desideri più o meno improvvisi per certi cibi (fame compulsiva) o i “cali di umore” (disforie) che a volte ci prendono e ci attanagliano, siano davvero endogeni o “endogeni-indotti”… indotti da “loro”, appunto. 

E inoltre dovremmo anche tentare di analizzare se la “loro” reazione è giustificata e quindi da soddisfare, oppure si tratta solo di un “capriccio” di specie, ovvero una “loro” “necessità” di primeggiare e/o di prevalere su altre specie di batteri, senza una ragione (almeno per noi) apparente.


Visto che questa nuova mansione risulterebbe per la maggior parte di noi un compito assai arduo, che si aggiunge al già pesante fardello quotidiano di fatiche, lavori, commissioni, spese previste e impreviste, stress, figli, coniugi e nipoti alla carica ecc. ecc. il consiglio, per chi può e soprattutto vuole, è quello di “nutrire” correttamente il microbiota con una buona alimentazione: ricca di alimenti vegetali (meglio se biologici o dell’orto), carboidrati complessi meglio se integrali (fibra), meno, molto meno derivati animali e zuccheri semplici raffinati, e un limitato (solo se davvero necessario) utilizzo di antibiotici, a favore di pre e pro-biotici. 

E’ quasi certo che così facendo ci risparmieremo l’ulteriore incombenza dell’analisi delle nostre, alle volte strane ancorchè persistenti, “voglie viscerali”, e gli amici batteri ci ringrazieranno e ci faranno… meno scherzetti.




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