Caro Renzi, ora è chiaro: lei più che il
premier è lo psicologo degli italiani. Un iniettore di autostima, fiducia,
ottimismo, una medicina per l’anima, più che per la realtà. Senza soldi? Senza
lavoro? Sdraiati sul lettino e Freud-Renzi ti farà sognare.
Il fondamento della sua terapia è far dimenticare la
realtà puntando tutto sulla percezione della realtà. La crisi morde? Ti
racconto che c’è la ripresa. Batti che ti ribatti, su tv e giornali
compiacenti, vedrai che ci credi. Gli esempi si sprecano, ma l’ultimo è
illuminante: i magistrati chiedono di depenalizzare
il reato di clandestinità, perché è inutile, intasa i
tribunali e fa sprecare denaro pubblico senza creare deterrenza? Non se ne
parla: nonostante i reati in calo – per stessa ammissione dei ministri Boschi e
Alfano – più della realtà conta la “percezione di insicurezza dei cittadini,
perciò il percorso di cambiamento sarà fatto senza fretta”.
Era dai tempi del governo Prodi e dell’allarme
criminalità, cavalcato dal Cdx, che non si sentiva la distinzione tra reati
reali e “percezione di insicurezza”. Berlusconi ci vinse le elezioni.
Il segreto sta nella “percezione” che trasforma la
realtà. Lei, Sigmund-Matteo, deve averlo imparato dal “suo” Oscar
Farinetti, cui si deve, oltre allo spot Unieuro di Tonino Guerra
“L’ottimismo è il profumo della vita”, una memorabile lezione sul coraggio del
2011 in cui raccontò: “Certe mattine mi sveglio e penso: ‘Oggi è la giornata
del complimento’. Tutti quelli che vedo, gli faccio complimenti straordinari.
Il più gradito è ‘Come ti vedo bene’, ‘Sei dimagrito’. Fare complimenti a tutti
per tutto il giorno è strepitoso, perché alla gente piace molto e gli dai un
attimo di bellezza”. Sembra il suo programma di governo, no? D’altronde
Farinetti fa parte del suo dream team, che più che “squadra da sogno” dovrebbe
essere tradotto “squadra per sognare”. E a cui sembra aver aderito,
inaspettatamente, anche il commissario di Roma Tronca: intervistato dal Corriere
della Sera, il milanesissimo prefetto del “fare”, da cui ci si aspetterebbe
concretezza per risolvere i gravi problemi della Capitale, ha detto che “serve
un sussulto civico, la vera sfida è vincere la rassegnazione, ridare fiducia
istituzionale ai cittadini, rompere la spirale delle negatività”.
Ohibò, psicologo motivazionale freudian-renziano anche
lui? Mica si candiderà? Occhio però, che tra Mafia Capitale, smog, buche
stradali, appalti del Giubileo, allarme bus e metrò, assenteismo, topi e guano
(che combatte potando gli alberi, come lei combatte la disoccupazione potando
l’art. 18 e rendendo più facili i licenziamenti), l’unico sussulto che rischia
di arrivare dai romani è il più classico dei “‘Tacci tua!”.
Sì perché, caro il mio Jung di Rignano, un bravo
psicologo deve saper gestire il transfert con il paziente: c’è il rischio che
dall’empatia si passi all’ostilità. Lei s’è fatto amare da subito con gli 80
euro e ora ci riprova col taglio della Tasi, il bonus per insegnanti
e 18enni, l’aumento dell’uso del contante. E se gli italiani a un certo punto
si levassero dal lettino con la netta “percezione” che lei vuole solo fare il
pieno di voti, mentre la realtà resta la stessa?
Un cordiale saluto.
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