sabato 6 febbraio 2016

Le piaghe del Vaticano

"È il pomeriggio del 12 settembre 1978. Dopo appena diciotto giorni di pontificato, papa Giovanni Paolo I scopre che all’interno della curia si muove una potente lobby massonica con centoventuno iscritti. La notizia che riceve è sconvolgente. Cardinali, vescovi e presbiteri non seguono le parole del Vangelo ma rispondono al giuramento della fratellanza muratoria. Una situazione intollerabile. Così, il 19 settembre, il nuovo pontefice inizia a preparare un piano di riforma radicale della curia. 
Nel tardo pomeriggio del 28 settembre convoca il segretario di Stato, il potente cardinale Jean-Marie Villot, per informarlo dei cambiamenti che intende realizzare. Ha pronta una lista di alti porporati da rimuovere. Una vera rivoluzione. I primi nomi sono quelli di Paul Casimir Marcinkus, il monsignore che dirige lo Ior, la banca del Vaticano, e dei suoi più stretti collaboratori: Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel. Provvedimenti analoghi saranno presi anche nei confronti del segretario dell’istituto, monsignor Donato De Bonis. Sono tutti troppo legati ai discussi banchieri Michele Sindona e Roberto Calvi. Per questo vanno rimossi, dovranno andarsene dalla curia l’indomani stesso.
Tra le altre figure di spicco da sostituire ci sono l’arcivescovo di Chicago, cardinale John Patrick Cody, e il vicario di Roma, cardinale Ugo Poletti. Lo stesso cardinale Villot è destinato a essere allontanato. La discussione con il segretario di Stato dura oltre due ore, fino alle 19.30. L’indomani all’alba suor Vincenza Taffarel trova il pontefice privo di vita nel suo letto. Giovanni Paolo I lascia sulla scrivania il suo ultimo discorso: avrebbe dovuto leggerlo davanti ai procuratori della Compagnia di Gesù, l’ordine dei Gesuiti, attesi in udienza per il giorno successivo, il 30 settembre."

Gianluigi Nuzzi (Tratto da "Via Crucis" edito da "Chiare Lettere" nel novembre 2015


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