Molti lo chiamano Renzismo, evoluzione del Berlusconismo. Non è un'ideologia, ma solo uno stile politico e un pò impolitico. Fondato sulla personalizzazione della politica e del partito. Sull'uso della comunicazione al posto dell'organizzazione. Sul marketing al posto dell'ideologia.
Renzismo e Berlusconismo: per attirare gli elettori, scelgono con cura i nemici. E attaccano i dirigenti pubblici e le burocrazie. Il sindacato e la Confindustria. Perchè dividono i "lavoratori". Ce l'hanno semmai, con gli "statali". Perchè raffigurano lo Stato. Che è lontano dai cittadini. Entrambi hanno rapporti conflittuali con l'Unione Europea. Con l'euro. Con la Merkel. Renzi, in particolare: con Juncker. A entrambi piace piacere - a tutti. Ma Berlusconi ha diviso la società e la politica. Come un muro. Di qui il Berlusconismo, di là il comunismo. O meglio i comunisti. Il Renzismo, invece, ha un pubblico trasversale. Da sinistra verso destra passando per il centro. Dal Nord al Centro fino al Sud. Rispetto alle tradizioni della sinistra, ha un elettorato più femminile. Come il suo governo e il suo gruppo dirigente. Non per caso, il suo santuario è la Leopolda ..... I "nemici" politici li cerca soprattutto nel suo partito. Per primi, D'Alema e Rosy Bindi. Poi, Bersani. Identificati con il passato.
Il Renzismo, però, è anzitutto velocità. Renzi è ipercinetico. Per marcare la distanza dalla "vecchia" politica. Ma anche per tattica. Perchè, se vai veloce, se cambi scadenze e obiettivi, di continuo e di corsa, agli elettori, diventa difficile valutare i risultati.
Infine, il Renzismo, talora è cinico. In questo evoca il Craxismo. Agli amici conviene sempre stare in guardia. Ne sanno qualcosa Pippo ed Enrico.
Allora, accanto a lui, nessun dorma.
≠nessunostiasereno.
Ilvo Diamanti (tratto da: "Password. Renzi, la Juve e altre questioni italiane" - Serie Bianca - Feltrinelli)
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