Per
non farsi mancar nulla gli americani hanno gettato sull’Afghanistan,
terra di sperimenti militari, come fosse un poligono di tiro o il
deserto del Nevada, la GBU 43-B detta anche Moab, “la madre di tutte le
bombe”, la Megabomba, la Bombissima, l’arma più potente dopo l’Atomica
con le sue undici tonnellate di esplosivo. Se l’obbiettivo dichiarato,
come dicono gli Usa, era colpire alcuni uomini dell’Isis nascosti sulle
montagne di Nangarhar, la Moab pare vagamente sproporzionata e un
tantino criminale. E’ chiaro che una bomba che devasta intorno a sé
centinaia di metri non può che avere ‘effetti collaterali’ altrettanto
devastanti. Naturalmente la Casa Bianca, attraverso uno dei suoi
portavoce Sean Spicer, si è premurata di avvertire che “sono state prese
tutte le precauzioni per evitare vittime e danni civili collaterali”.
Insomma anche la Moab è una bomba “intelligente”. Le bombe americane
sono sempre ‘intelligenti’. Lo abbiamo già visto nei bombardamenti su
Bagdad e Bassora del 1990 (157.971 vittime civili), nei bombardamenti su
Belgrado del 1999 (5.500 morti), nei bombardamenti indiscriminati
sull’Iraq nel 2003. Naturalmente nessuno si fermerà a contare e a
piangere i morti afgani della ‘madre di tutte le bombe’, perché gli
afgani hanno il grave torto di non essere arabi, o cristiani
propriamente detti oppure copti, o ebrei e nemmeno yazidi. E quindi dei
loro uomini, delle loro donne, dei loro bambini si può fare carne di
porco come sta avvenendo da 16 anni nella più lunga, insensata e
disgustosa guerra dei tempi moderni.
Ma
la Moab, ci dicono gli esperti, era solo un avvertimento come le
atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki lo furono nei confronti
dell’Unione Sovietica. Chi è adesso il pericolosissimo avversario da
‘avvertire’? E’ la Corea del Nord che ha sottratto la primazia
nell’’Asse del Male’ all’Iran che ora è stato anzi accolto nel salotto
buono perché dei pasdara, come dei peshmerga curdi (per inciso: ieri o
l’altro ieri i bombardieri americani ne hanno uccisi una ventina in
Siria, ‘fuoco amico’) abbiamo estremo bisogno -perché vigliacchi come
siamo diventati non osiamo più scendere sul terreno- per piegare la
resistenza di 2.000 guerriglieri dell’Isis che a Mosul, benché
accerchiati, bombardati dall’alto, spiati dai droni, e impegnati, oltre
che a combattere, a mantenere l’ordine, il loro ordine, nella città e a
stuprar yazide in gran quantità, si ostinano a non arretrare di un
passo.
Gli
americani dopo aver incendiato il Medio Oriente con quattro guerre
disastrose si apprestano adesso a far la stessa cosa con l’Estremo
Oriente che finora era stato relativamente tranquillo. Questa volta il
pretesto per colpire la Corea del Nord (la portaerei Carl Vinson,
sommergibili nucleari, droni, commandos dei Navy Seals sono già in zona)
è che il dittatore Kim Jong-un sta effettuando dei suoi esperimenti
nucleari. E per questo deve essere punito come lo fu l’Iran con 35 anni
di durissimo embargo economico. Fra l’Iran degli Ayatollah e la Corea di
Kim Jong-un c’è certamente una differenza in favore del primo. L’Iran
ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e ha sempre
accettato le ispezioni dell’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia
atomica) che non hanno mai rilevato che nelle centrali nucleari iraniane
l’arricchimento dell’uranio superasse quel 20% che serve agli usi
civili e medici (per l’Atomica l’arricchimento deve arrivare al 90%).
Che volesse farsi la Bomba era una pura ipotesi, un classico processo
alle intenzioni derivante da una mera avversione ideologica.
Invece
la Corea del Nord, paese poverissimo, due bombette atomiche ce l’ha e
sta cercando di allungare la portata dei suoi missili. Nonostante ciò
non costituisce un pericolo per nessuno, sia perché i suoi missili non
hanno la gittata necessaria per colpire obbiettivi ‘sensibili’,
tantomeno negli Stati Uniti, sia, e soprattutto, perché nessuno, nemmeno
Kim Jong-un, sarebbe così pazzo da gettare un’Atomica. Verrebbe infatti
investito nel giro di pochi minuti da decine di atomiche. L’Atomica
serve solo, è arcinoto, come deterrente e giustamente Kim Jong-un ha
detto che il bombardamento americano in Siria, del tutto illegittimo dal
punto di vista del diritto internazionale, giustificava i suoi
esperimenti nucleari. E ancor più li giustificherà la criminale Moab
gettata, come esperimento, sull’innocente Afghanistan. Se Saddam Hussein
e Gheddafi avessero avuto l’Atomica sarebbero ancora al loro posto.
In
questa gara di Potenze per soddisfare i propri appetiti, con guerre
condotte per interposta persona, la più rassicurante sembra essere la
Cina. A differenza dell’America di Trump e dei suoi predecessori, della
Russia di Putin e dei suoi predecessori, della Turchia e persino
dell’Arabia Saudita, la Cina, con il suo miliardo e 400 milioni di
abitanti, non ha assunto alcun atteggiamento muscolare, non fa il muso
duro militare a nessuno. Si limita a conquistare, silenziosamente e
astutamente, il mondo intero attraverso l’economia, mentre gli altri
perdono il tempo con le loro stupide e criminali guerre. Ammettiamolo
una volta per tutte: la vera ‘cultura superiore’ è quella ‘made in
Cina’. E non solo perché la cinesina sottocasa ci fa con maestria tutti
quei lavoretti, modesti quanto indispensabili, che noi superbiosi
occidentali ci rifiutiamo o non siamo più capaci di fare.
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2017)
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