Fotografare è anche un modo
personale di raccontare secondo proprie visioni.
Tralasciando la casualità che
consente di cogliere attimi fortunati, la ritrattistica in particolare non
sempre permette immagini che corrispondono pienamente ai personaggi, specie nei
casi in cui i soggetti ritratti sono essenzialmente sconosciuti a chi li
fotografa. In queste occasioni la fotografia che amo definire "del
cazzeggio" aiuta.
Non sempre bisogna attendersi
risultati positivi nelle performance fotografiche. Ciò vale sia per la parte
attiva dei personaggi ritratti che per il fotografo che si avventura in un
campo in cui chi si vede immortalato talvolta accampa pretese.
Come detto, la “tecnica del
cazzeggio” assicura un diletto in chi ritrae, senza eccessivi impegni sui risultati.
Occorre semplicemente dotarsi di un
tele, introdursi in un contesto ricco di soggetti ed attendere paziente.
L'ideale è che punti di attrazione o
conversazioni partecipative incrociate coinvolgano gli astanti, in modo da
facilitare l’occultamento della figura da paparazzo che imperversa e si impersona.
Se si ha la giusta carica ed
attenzione, con pazienza si creeranno i presupposti per pose interessanti, per
fotografare lo “stato mentale apparente” dei soggetti, per come tu li immagini
ed interpreti in quell'istante.
Si instaura di fatto un gioco, una
caccia alle espressioni caratterizzanti per chi conosci, ad occasionali
mimiche che creano i personaggi altri raccontati con le foto.
Fonte di ulteriore ispirazione può anche
essere quella di associare nell'immediato un titolo all'attimo appena
immortalato, per poi suscitare comunque un sorriso agli attori
della scena.
Non ci sono regole in questa
dilettevole “caccia alla posta". Occorre mantenersi vigili nel proprio capanno
e visionare il panorama che ci attornia, mimetizzati come se fossimo in una
piccola riserva.
Ultimata l'operazione occorre
valutare i risultati per selezionare gli scatti anche in funzione dei soggetti
ritratti.
Depurando le immagini da ridondanze
o inutili cattiverie, il risultato diventerà il racconto di quel momento ed i
personaggi ritratti, con le loro espressioni, racconteranno a loro volta come
lo hanno apparentemente vissuto.
A prescindere dall'età più o meno
matura, siamo ancora in molti coloro che continuiamo ad avere resistenze
nell'accettarci attraverso gli occhi altrui, ma tale è.
La fotografia, del resto, escludendo
forzature ed occasioni eccentriche, restituisce all'osservatore essenzialmente
realtà.
Di certo chi vive con serenità ed
ironia il proprio status non solleverà mai dei problemi, anzi spesso scoppierà
in una grassa risata se saremo riusciti a cogliere una sua amabile debolezza.
Per gli altri ...... ci dispiace per
loro.
© Essec 2017
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RispondiEliminaComunque sempre scatti unici...
RispondiEliminaM.