domenica 4 febbraio 2018

L'infinita spazialità offerta dalla fotografia.




Quando ci approcciamo a fotografare sappiamo in partenza quelle che saranno le priorità della circostanza, a seconda della specificità dei soggetti/scenari che faranno da oggetto nella nostra fotografia. 
Un po' i simboli connessi ai nostri propositi li vediamo visivamente esposti nelle opzioni delle macchinette che evidenziano figure efficacemente significative (nuvolo, panorama, ritratto, sport, notte, etc ...) e che tutti noi indichiamo accortamente ai “neofiti” per evitare loro di sbagliare.
La tecnologia moderna consente di addivenire a ottimizzazioni con risparmio di tempo e certezze di risultati, specie se ciò che andiamo a fare ha un carattere di ripetitività e non necessita di particolari personalizzazioni.
In campo culinario, ad esempio, una volta sperimentata una portata diventa facile ripetere all'infinito il procedimento da attuare per una corretta produzione.
Per un ottimo bucato basta ricorrere ai molteplici “programmi” della lavatrice che, in relazione al materiale da trattare (delicati, cotone, etc .....) gestisce flussi d'acqua, temperatura e quant'altro.
Potremmo trovare tantissimi esempi per dimostrare come, un sapiente ed accorto dosaggio standardizzato della tecnologia facilita e ci consente sempre di addivenire a risultati pressoché uguali e sicuri.
Nel versante della fotografia, in genere, oggi tutte le macchine fotografiche hanno la possibilità di utilizzi in automatico e, in particolari casi, nessuno ne disdegna l'impiego.
Il risultato degli scatti produrrà di certo files che avranno nei metadati anche il nostro copyright ma quanto c'è in questo di vera fotografia?
Per come la intendiamo gli appassionati, fondamentali appaiono nelle produzioni "d'autore" la sapiente ed oculata gestione delle innumerevoli opzioni offerte dalle macchine fotografiche moderne.
Un attento dosaggio di profondità di campo (diaframma), velocità di scatto (tempi) e sensibilità (iso) costituiscono i fattori principali per governare i termini dello scatto che vogliamo creare, ottenendo panorami perfettamente leggibili nelle varie distanze che lo compongono ovvero sfocature che valorizzano primi piani e ritratti. Il tutto rendendo più o meno nitido l'insieme, secondo i gusti personali e la sensazione/messaggio che si vuol trasmettere.
Inoltre, opportuni utilizzi di filtri già al momento dello scatto, se necessari e usati con sapienza, sapranno arricchire/far corrispondere i risultati a quanto immaginato ovvero alla fotografia finale che si vuole ottenere; in taluni casi, ci aiutano pure nella eliminazione/esaltazione di condizioni atmosferiche altrimenti avverse o infelici.
In tutto questo si racchiude l'infinita spazialità offerta dalla fotografia.
In conclusione, quindi, un semplice scatto effettuato ricorrendo in toto all’automatismo dell'aggeggio in uso combina una già complessità di scelte ...... secondo le opzioni che effettua in autonomia il "robot" della tua macchina; un utilizzo, invece, dello strumento “macchina fotografica” effettuato governando da te ogni scelta/opzione possibile (ricorrendo anche a semiautomatismi riconoscibili) non solo ti consentirà sempre di recuperare qualità nello scatto (in post produzione) ma ti annovererà fra i "fotografi", con tutti i rischi e pregi che ne conseguono.
Buona luce a tutti.

© Essec


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