domenica 4 febbraio 2018

Elezioni. “Baciamo le mani” diventa virale, Luigi Gaetti, M5S, riesuma la Padania


Forza Italia sarà la forza trainante della coalizione di centro-destra”, dichiara Berlusconi all’indomani del perfezionamento dell’architettura politica per le elezioni del 4 marzo: dopo la firma dell’alleanza tripartita con la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, si è raggiunto l’accordo con “Noi con l’Italia-Udc” che ha sottoscritto il programma di governo. Si è quindi completato l’assetto del centro-destra con tutte le sue componenti storiche.
Pare che il leader di FI sia comunque pronto a scaricare gli alleati in caso di sconfitta, che abbia previsto addirittura un piano “anti Lega”, perché, se è vero che potrebbe anche non vincere le elezioni, Berlusconi non rischierebbe le sue coronarie se non avesse in testa un traguardo grandioso. Magari un incarico internazionale, grazie all’amicizia con Putin; o quello di presidente della Repubblica alla scadenza del mandato di Mattarella, nel 2022. Se fosse questa l’ambiziosa partita berlusconiana è chiaro che all’indomani delle elezioni Berlusconi vorrà restare indispensabile e riverito tanto a destra quanto a sinistra: è possibile che eviti dunque di legarsi a Salvini, tanto meno diventarne suddito.
L’alleanza Forza Italia/Lega – ovvero Berlusconi/Bossi, oggi Salvini- ha sempre suscitato grandi perplessità; non è mai stato chiaro chi difende chi e chi è contro cosa. L’immagine che vedete in alto titola a caratteri cubitali: BACIAMO LE MANI, riporta la prima pagina del quotidiano La Padania alla fine degli anni’90, quando Bossi denunciava la corruzione dilagante dentro Forza Italia e definiva Berlusconi un mafioso. Ne è passata acqua sotto i ponti. Una volta i terroni erano all’indice ed oggi invece sono elettori da corteggiare.
Per dieci settimane di seguito il quotidiano della Lega, allora forte di un autentico e legittimo consenso popolare, aveva raccontato, per filo e per segno, nomi e cognomi dei politici di riferimento che rappresentavano, a loro dire, gli interessi dei mafiosi.  Con grande disinvoltura e senza incertezze. Evidentemente c’è stata un’abiura.
Successivamente la Lega Nord infatti ha scelto di sedersi a tavola insieme agli azzurri  e di partecipare al governo.La domanda che Luigi Gaetti, senatore del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione antimafia, ha posto ai suoi avversari, è : “Berlusconi sei un mafioso? Rispondi”. E’ qui il caso di ricordare l’antefatto.
L’8 luglio 1998 la Padania, diretta da Max Parisi, poneva dieci domande a Silvio Berlusconi, sbattendolo in prima pagina insieme a Giovanni Brusca, Totò Riina, Pippo Calò, Giulio Andreotti, Marcello Dell’Utri e altri, come si evince, appunto, dalla foto.
Bossi sarebbe divenuto il suo più prezioso alleato. Berlusconi querelò il giornale, salvo ritirare la denuncia due anni dopo, una volta firmato il Trattato di Arcore. Le undici (meno una) domande poste da Max Parisi a Silvio Berlusconi riguardavano i  “fenomeni imprenditoriali” di Berlusconi.
Successivamente, stando alle rivelazioni di Luigi Moncalvo (fino al 2004 direttore proprio della Padania), si sarebbero conosciuti i retroscena della pacificazione. Ci sarebbe stato un contratto stipulato davanti a un notaio, riferisce Moncalvo: “Questo contratto viene datato gennaio 2000, cioè un anno prima delle elezioni politiche del 2001. A giugno del 2000, cioè sei mesi dopo la firma dell’accordo, c’è una lettera del tesoriere di Forza Italia, Giovanni Dell’Elce, indirizzata alla Banca di Roma su carta intestata del partito, in cui dichiarava che Forza Italia avrebbe firmato una fideiussione di 2 miliardi di lire a favore di qualunque debito la Lega Nord avesse avuto. Lo scoprì al tempo Mario Calabresi, poi direttore della Stampa”.
Berlusconi, secondo Moncalvo, ripianò le casse disastrate della Lega, che non riusciva neppure a pagare gli stipendi dei giornalisti de La Padania, e rinunciò a qualsiasi azione risarcitoria per essere stato definito mafioso, in cambio della fedeltà assoluta del Carroccio.
Qualcuno ha recuperato da “archive.org” gli articoli originali, foto compresa. Max Parisi, nel 1998 alla guida de La Padania, l’organo di partito della Lega, chiese conto a Silvio Berlusconi del suo passato e del suo presente imprenditoriale. Il titolo era “Berlusconi Mafioso? 11 domande al Cavaliere per negarlo“. Ma le domande pubblicate erano solo 10. L’undicesima, nessuno la conobbe mai. Forse perché i due ex-amici, poi divenuti nemici, d’improvviso divennero nuovamente amici. Max Parisi avrà un incarico al TG2.


 
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