“Forza Italia sarà la forza trainante della coalizione di centro-destra”, dichiara Berlusconi
all’indomani del perfezionamento dell’architettura politica per le
elezioni del 4 marzo: dopo la firma dell’alleanza tripartita con la Lega
di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, si è raggiunto l’accordo con “Noi con l’Italia-Udc”
che ha sottoscritto il programma di governo. Si è quindi completato
l’assetto del centro-destra con tutte le sue componenti storiche.
Pare che il leader di FI sia comunque pronto a
scaricare gli alleati in caso di sconfitta, che abbia previsto
addirittura un piano “anti Lega”, perché, se è vero che potrebbe anche
non vincere le elezioni, Berlusconi non rischierebbe le sue coronarie se
non avesse in testa un traguardo grandioso. Magari un incarico
internazionale, grazie all’amicizia con Putin; o quello di presidente della Repubblica alla scadenza del mandato di Mattarella,
nel 2022. Se fosse questa l’ambiziosa partita berlusconiana è chiaro
che all’indomani delle elezioni Berlusconi vorrà restare indispensabile e
riverito tanto a destra quanto a sinistra: è possibile che eviti dunque
di legarsi a Salvini, tanto meno diventarne suddito.
L’alleanza Forza Italia/Lega – ovvero
Berlusconi/Bossi, oggi Salvini- ha sempre suscitato grandi perplessità;
non è mai stato chiaro chi difende chi e chi è contro cosa. L’immagine
che vedete in alto titola a caratteri cubitali: BACIAMO LE MANI, riporta la prima pagina del quotidiano La Padania
alla fine degli anni’90, quando Bossi denunciava la corruzione
dilagante dentro Forza Italia e definiva Berlusconi un mafioso. Ne è
passata acqua sotto i ponti. Una volta i terroni erano all’indice ed
oggi invece sono elettori da corteggiare.
Per dieci settimane di seguito il quotidiano della
Lega, allora forte di un autentico e legittimo consenso popolare, aveva
raccontato, per filo e per segno, nomi e cognomi dei politici di
riferimento che rappresentavano, a loro dire, gli interessi dei
mafiosi. Con grande disinvoltura e senza incertezze. Evidentemente c’è
stata un’abiura.
Successivamente la Lega Nord infatti ha scelto di
sedersi a tavola insieme agli azzurri e di partecipare al governo.La
domanda che Luigi Gaetti, senatore del Movimento 5 Stelle e
vicepresidente della Commissione antimafia, ha posto ai suoi avversari, è
: “Berlusconi sei un mafioso? Rispondi”. E’ qui il caso di ricordare l’antefatto.
L’8 luglio 1998 la Padania, diretta da Max Parisi, poneva dieci domande a Silvio Berlusconi, sbattendolo in prima pagina insieme a Giovanni Brusca, Totò Riina, Pippo Calò, Giulio Andreotti, Marcello Dell’Utri e altri, come si evince, appunto, dalla foto.
Bossi sarebbe divenuto il suo più prezioso
alleato. Berlusconi querelò il giornale, salvo ritirare la denuncia due
anni dopo, una volta firmato il Trattato di Arcore. Le undici (meno una) domande poste da Max Parisi a Silvio Berlusconi riguardavano i “fenomeni imprenditoriali” di Berlusconi.
Successivamente, stando alle rivelazioni di Luigi Moncalvo
(fino al 2004 direttore proprio della Padania), si sarebbero conosciuti
i retroscena della pacificazione. Ci sarebbe stato un contratto
stipulato davanti a un notaio, riferisce Moncalvo: “Questo contratto
viene datato gennaio 2000, cioè un anno prima delle elezioni politiche
del 2001. A giugno del 2000, cioè sei mesi dopo la firma dell’accordo,
c’è una lettera del tesoriere di Forza Italia, Giovanni Dell’Elce, indirizzata alla Banca di Roma su carta intestata del partito, in cui dichiarava che Forza Italia avrebbe firmato una fideiussione di 2 miliardi di lire a favore di qualunque debito la Lega Nord avesse avuto. Lo scoprì al tempo Mario Calabresi, poi direttore della Stampa”.
Berlusconi, secondo Moncalvo, ripianò le casse
disastrate della Lega, che non riusciva neppure a pagare gli stipendi
dei giornalisti de La Padania, e rinunciò a qualsiasi azione
risarcitoria per essere stato definito mafioso, in cambio della fedeltà
assoluta del Carroccio.
Qualcuno ha recuperato da “archive.org” gli articoli originali, foto compresa. Max Parisi,
nel 1998 alla guida de La Padania, l’organo di partito della Lega,
chiese conto a Silvio Berlusconi del suo passato e del suo presente
imprenditoriale. Il titolo era “Berlusconi Mafioso? 11 domande al Cavaliere per negarlo“.
Ma le domande pubblicate erano solo 10. L’undicesima, nessuno la
conobbe mai. Forse perché i due ex-amici, poi divenuti nemici,
d’improvviso divennero nuovamente amici. Max Parisi avrà un incarico al
TG2.
Cettina Vivirito (Sicilia Informazioni - 4 febbraio 2018)
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L'idea di averlo come Presidente...mi atterrisce enormemente 😥!
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