mercoledì 11 aprile 2018

Le fake news in un mondo visto alla rovescia e il ‘68



Alcune volte la politica innovativa si nutre di fantasie, altre volte appare soltanto bizzarra.
Per un momento, in un’azione coordinata, l’ex “Presidentessa” della Camera e l’allora “Ministra” della Pubblica Istruzione italiana ebbero l’idea di avviare una campagna contro le fake news incentrata principalmente sui giovani.
L’operazione si prefiggeva di educare genitori e nonni dal basso; ovvero attraverso “azioni verità” i ragazzi in età scolastica avrebbero dovuto inventare strumenti per svelare, a parenti conviventi più maturi, insidie e falsità artatamente promosse nell’informazione e in particolare nel web.
L’idea invertiva sostanzialmente la cultura da sempre consolidata, incentrata sulla saggezza degli anziani che, con le esperienze di vita vissuta hanno, da che è nato il mondo, cercato di trasmettere alle nuove generazioni gli insegnamenti di vita.
Nel caso nessuna delle due promotrici ebbe a riflettere però sul fatto che, allo scopo di limitare e ridurre l’efficacia delle notizie “fake”, magari sarebbe stato meglio o convenuto di più concentrarsi sui programmi educativi volto a preservare intanto i giovani, con una riforma dell’ordinamento scolastico vigente; se del caso recuperando anche aspetti dismessi della vecchia “Riforma Gentile”.
Più che fornire decaloghi a studenti “in formazione” sarebbe potuto tornare più utile magari stimolare e  incentivare intanto le classi docenti. Riformando anche programmi non più in linea con i tempi ovvero informatizzando al meglio possibili metodi d’insegnamento. Chissà?
In verità il progetto delle due “strateghe” non ebbe ad avere fortuna, non ultimo per i seri dubbi sul fatto che giovani potessero realmente riuscire ad “educare” genitori e nonni; vuoi per la poca duttilità dei vecchi e anche per il sempre più crescente  livello di incomunicabilità generazionale.
Magari era stato di certo buono l’intento originario volto alla “trasparenza” ma a ben pensarci chi di loro due aveva fino ad allora affrontato politicamente  le “fake vere” attuate da “fake women” e “fake man” che abbondavano nella società reale e che ci amministrano nell’ombra in una politica intrisa di tanti privilegi per loro, negati ai più?
L’operazione, in effetti, appariva più come una estrema resa nei confronti degli “utilizzatori finali” di un “web democratico” - divenuto ormai, senza regole, anarchico e incontrollabile - più che una efficace e lucida iniziativa volta a rimuovere a monte i molestatori e i tanti faccendieri.
Del resto il compito sarebbe stato pure improbo se si considera che anche l’acclamato Francesco oggi resta limitato nei viaggi "apostolici", a proclamare condivisibili sermoni di propaganda che non intaccano però minimamente nè la società contemporanea nè la sua casa, abbandonando ogni velleità di riforma di una “chiesa” traballante e corrotta.
La verità è sempre una, la stessa e sempre si ripete.
I giovani osservano e se a noi sembrano distratti è perché non curiamo un dialogo, è perché loro non si riconoscono nel mondo che noi ci siamo costruiti, è perché non vi trovano spazi, anche per la pochezza/carenza di quegli stessi ideali che la nostra generazione ha maldestramente pure tradito.

© Essec


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