venerdì 2 agosto 2019

Anfiteatri e Colossei di ogni tempo.



Teatri vari si svilupparono in epoca greca per inscenare eventi o per approntare arene/stadi allo scopo di poter assistere alla pratica olimpica delle diverse discipline sportive.
I romani, che sostanzialmente inglobarono buona parte della cultura ellenica, trovarono anche loro delle varianti e immaginarono conveniente nel realizzare anfiteatri funzionali a ospitare spettacoli destinati al puro “sollazzo” del popolo.
La necessità di edificare teatri circolari venne dall’esigenza di far egualmente godere una libera visione a tutti gli intervenuti, raccogliendo il maggior numero di spettatori e con una migliore sicurezza, stante la presenza di belve feroci nei cruenti spettacoli offerti ai governati. 
Mark Zuckerberg, famoso imprenditore e informatico statunitense inventore di Facebook, magari non lo pensava espressamente, ma nel suo subconscio forse aveva fatto sua la concettualizzazione positiva dell’Agorà e del teatro più in generale; ma forse, almeno nell’immediato, non aveva ben focalizzato la possibile generazione virtuale di tante tipologie di teatri e nemmeno di andare rinverdire i fasti dei vecchi colossei.
Oggi i social - e Facebook in prima linea - sono diventati i mezzi di comunicazione sociali più diffusi e i politici più attenti e intenti a scalare sempre più velocemente il consenso, sensibili oltremodo al pronto utilizzo di ogni utile mezzo di propaganda, si sono impossessati dello strumento per scavalcare i media e qualunque forma di mediazione interposta fra loro e il potenziale elettorato di riferimento: "il loro popolo". 
Un’altra considerazione, a mio parere non secondaria, riguarda la psicanalisi, ovvero le tante patologie non riconosciute che attanagliano ampie fette della società moderna e che coinvolgono anche sfere della stessa ritenute insospettabili.
Quando oggi, infatti, mi pongo a leggere certi post scritti con mezzi periodi sconclusionati, maldestri, scurrili, irriguardosi, magari postati da soggetti chiamati a ricoprire alte cariche istituzionali, mi vengono subito in mente quelle scene hot presenti in quei film dove, in un rapporto godereccio, uno dei partner dice all’altro: picchiami, dimmi parolacce, trattami male.
Le scene rappresentate, per quanto ovvio, vengono prodotte per rispondere a domande inconfessate del pubblico, sono cioè realizzate per soddisfare desideri repressi presenti in contesti sociali che magari poi tendono a riscattare tutti i peccati, in un confessionale o baciando l’anello di appartenenti alla congrega di prelati compiacenti.
Com’è ampiamente noto la società civile tiene nascosti, e da quando è nata l’umanità, tanti vizi e molti desideri repressi che si scatenano nell’ombra di vite private.
A livello forse inconscio (da temere qualora invece fosse stato scientemente calcolato) e fantasticando, ma non troppo, masse di credenti masochiste adorano il fatto di essere trattate male, irrispettosamente da parte di chi – invertendo i ruoli nella parte – da eletto, ingiuria i suoi elettori, li tratta male, diserta i doveri istituzionali di dover rendere conto del suo operato, assurge al ruolo di capo indiscusso, indiscutibile e sovrano. Altro che droghe naturali o sintetiche.
Riguardo ai "post scurrili, irriguardosi, ecc... scritti da soggetti che ricoprono cariche istituzionali" però mi viene fatto notare che in verità essi "rispondono a criteri di comunicazione ben precisi, già adottati da tempo ma che oggi sono più raffinati e potenti anche perché diffusi e amplificati dai social. Già a fine ottocento (1895) lo psicologo Le Bon nel suo scritto 'Psicologia delle folle' affermava che chi vuole sedurre la folla deve usare dichiarazioni violente, deve esagerare, affermare, ripetere senza dimostrare le proprie tesi con il ragionamento. Insomma non è importante quello che viene detto ma i sentimenti che questo provoca nelle persone. Pare che in passato le opere di Le Bon fossero ben conosciute dai vari Stalin, Hitler, Mussolini."
Attenti quindi, occhio “volubile popolo bue”, in caso di crisi di governo che dovesse indurre a un ricorso anticipato alle urne per nuove elezioni.
I sondaggi restano ancora specchietti per quelle allodole che, sobillate con abile maestria da guru dei social, svolazzano irrequiete nella “rete” (convinte di essere libere). A sobillarle sono coloro che si muovono sempre in anticipo, quelli che preferiscono assicurarsi per il futuro un qualsiasi angolo caldo o giaciglio protetto che può garantirgli solo il probabile vincitore il quale, in quanto detentore del potere, come ricompensa assegnerà privilegi ai soli suoi supporters.
Poi ci sono nello scenario gli idealisti, gli impegnati e i sognatori …… ma qui la storia è più lunga e le argomentazioni sviluppabili sarebbero molto più complesse.

© Essec


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