Eugenio lo sapeva che la sera
avrebbe dovuto cenare leggero, ma quella volta esagerò anche nel bere.
Nell’irregolare sonno,
condizionato anche dalla calura estiva, sognò tanti parlamentari grillini come fossero
dei naufraghi o, per rendere meglio l’idea, accalcati come degli immigrati, promiscuamente
stipati in un barcone fatiscente. Le onde non erano alte, ma lunghe e il
rollio, anche a causa del motore in avaria, procurava la nausea tipica di
quando ti sta per venire il mal di mare. Avviati alla deriva, quindi, i
malcapitati erano tutti in attesa, nella speranza di essere raccolti da una qualsiasi
ONG, di qualunque bandiera, per sperare poi di essere portati in salvo e
mantenersi in vita in questa loro legislatura. Un sogno strano e confuso che
andava a mescolare insieme realtà e fantasie. Si sentì anche in dovere di
raccomandare ai naufraghi, nel caso di aiuto, di accertarsi prima se nella
bandiera dei soccorritori fosse raffigurato un teschio e in mancanza di assicurarsi,
comunque, che gli eventuali salvatori si fossero prima ben lavate le mani. Il
rischio sarebbe potuto essere quello di una presa da parte dei soccorritori non efficace. La
riflessione logica avrebbe dovuto alludere agli oli che sono sempre presenti
negli spazi nautici che ospitano i motori e che in qualche modo i manovratori si
trovano a toccare, ma nel sogno poco verosimile il timore nasceva da un colore marrone
e da un odore nauseabondo che portava a sospettare che si potesse trattare di sostanza di ben altra natura e che non avrebbe quasi certamente potuto assicurare
una stretta di mani salda e sicura. Intanto molte mani si avvicinavano a lui ...... un pò come succede nella serie filmografica dei "morti viventi".
Eugenio si svegliò di soprassalto,
tutto madido di sudore. Era però talmente stanco che dopo pochi minuti si riaddormentò per ritrovarsi in un altro sogno strano. La scena si era intanto totalmente
trasformata e si ritrovava adesso in un calvario dove spiccava un tizio con una strana corona in testa che con
voce flebile andava dicendo, con sguardo rivolto all’alto: "padre,
perdona loro perchè non sanno quello che fanno" ...... ma intanto stava
già morendo in una croce.
Il condannato a morte era un
giovane barbuto, che aveva da poco compiuto trentetre anni. Dell’enorme sciame
di proseliti che lo avevano acclamato fino a qualche giorno prima non c’era più
l’ombra e attorno a lui erano rimasti ora solo pochi intimi. Nel suo dramma era
paradossalmente confortato dalla compagnia di due ladroni che, come lui, erano
stati accomunati a una stessa fine.
Eppure le premonizioni che la sua
giovane vita gli aveva inviato erano state chiare: evidentemente non aveva sufficientemente attenzionato
i molteplici anche recentissimi antefatti. Eppure almeno tre erano stati palesemente chiari per fargli comprendere la
tipologia di soggetti che lo avevano fino ad allora accompagnato, ovvero con chi aveva
avuto a che fare fino ad allora veramente.
Per non andare molto indietro nel tempo, già il giorno della sua ultima mensa conviviale, guardando il suo discepolo Giuda da lontano, esclamò “in verità vi dico che uno di voi mi tradirà; poco dopo, rivolgendosi a Pietro, disse anche: “Prima che il gallo canti due volte, mi avrai rinnegato per la terza volta”. E fin qui si stava trattando dei suoi fedelissimi discepoli. Cosa poteva quindi aspettarsi poi dal popolino quando il povero Ponzio Pilato fu chiamato a decretare il suo ultimo destino?
Eugenio rivide nel suo sogno l’intera scena. “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”. Sapeva bene, infatti, il Governatore di Gerusalemme che glielo avevano “consegnato” per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, ci si mise pure sua moglie che gli mandò a dire: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”. Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il Governatore durante il rituale pubblico domandò: “Chi dei due volete che vi rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”. Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù, chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!. Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, prese dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile" disse "di questo sangue; vedetevela voi!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”. Allora rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.»
Come è risaputo i passaggi di scenari nell'immaginifico dei sogni sono immediati, per cui improvvisamente cominciarono a scorrere scene dell’opera rock del lontano 1970 “Jesus Christ Superstar” che aveva sempre amato.
Per non andare molto indietro nel tempo, già il giorno della sua ultima mensa conviviale, guardando il suo discepolo Giuda da lontano, esclamò “in verità vi dico che uno di voi mi tradirà; poco dopo, rivolgendosi a Pietro, disse anche: “Prima che il gallo canti due volte, mi avrai rinnegato per la terza volta”. E fin qui si stava trattando dei suoi fedelissimi discepoli. Cosa poteva quindi aspettarsi poi dal popolino quando il povero Ponzio Pilato fu chiamato a decretare il suo ultimo destino?
Eugenio rivide nel suo sogno l’intera scena. “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”. Sapeva bene, infatti, il Governatore di Gerusalemme che glielo avevano “consegnato” per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, ci si mise pure sua moglie che gli mandò a dire: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”. Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il Governatore durante il rituale pubblico domandò: “Chi dei due volete che vi rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”. Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù, chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!. Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, prese dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile" disse "di questo sangue; vedetevela voi!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”. Allora rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.»
Come è risaputo i passaggi di scenari nell'immaginifico dei sogni sono immediati, per cui improvvisamente cominciarono a scorrere scene dell’opera rock del lontano 1970 “Jesus Christ Superstar” che aveva sempre amato.
La seconda parte del sogno si
protrasse per l'intera lunghissima dormita. Eugenio, al risveglio, rimase scosso dalla
simbologia dei due strani avvenimenti onirici e dubbioso valutò l’opportunità di
smorfiarli entrambi, per giocarsi i relativi numeri al lotto.
Ci riflettè a lungo ma poi fu più propenso per il no. Ma, dopo quella stramba nottata, di una cosa si convinse e cioè, che per il futuro avrebbe continuato con la sua sana abitudine di mangiare leggero prima di andare a dormire e di evitare la sera anche gli alcolici.
Ci riflettè a lungo ma poi fu più propenso per il no. Ma, dopo quella stramba nottata, di una cosa si convinse e cioè, che per il futuro avrebbe continuato con la sua sana abitudine di mangiare leggero prima di andare a dormire e di evitare la sera anche gli alcolici.
© Essec
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