Quella
notte a Zingaretti, quello però del Commissario Montalbano, venne in sogno il
compianto amico Andrea Camilleri.
Con la consueta ironia e la nota acutezza politica, il Maestro gli si mostrava nella circostanza come uno dei suoi personaggi dei romanzi, di quello che che va in commissariato a chiedere udienza, per discorrere di fatti che in verità non lo riguardavano di persona personalmente.
C - “Luca dimmi un po’, ma che cabbasisi vuole combinare tuo fratello Nicola?”
Con la consueta ironia e la nota acutezza politica, il Maestro gli si mostrava nella circostanza come uno dei suoi personaggi dei romanzi, di quello che che va in commissariato a chiedere udienza, per discorrere di fatti che in verità non lo riguardavano di persona personalmente.
C - “Luca dimmi un po’, ma che cabbasisi vuole combinare tuo fratello Nicola?”
L - “Maestro, è da un po’ di giorni che non
lo sento e non so a cosa Lei si riferisce in particolare.”
C - “Come, Luca non stai seguendo tutto il casino
politico che sta succedendo?”
L - “In verità sì, ma con mio fratello non
abbiamo l’abitudine di sentirci spesso, specie da quando si è avventurato in
questo pastrocchio di volere diventare segretario del partito.”
C – “Ah! Ma sta storia di dire subito di
volere andare alle elezioni. Ma da dove ci vinni?”
L – “Certo forse fici ‘na fissaria, non era
certo una mossa da anticipare.”
C – “’n ca certu. Dico io, quello combina
tutto questo papocchio per andare subito a elezioni per lucrare sui sondaggi e
tu lo assencondi nel tentativo? Ma che strategia è? Se vai subito a elezioni
non solo le perdi, ma consegni il governo del paese alla destra.”
L – “Si ma sembra che abbia detto pure che se
si fa un accordicchio con un governo di scopo domani la destra stravince.”
C – “Si ma stravince o vince non è la stessa
cosa? E poi chi primura hai? Aspetta, vedi come si mettono le cose e poi magari
(e solo se ti domandano qualcosa) ti pronunci.”
L – “In effetti si sta facendo fottere dalla
banda di quel furbastro di Rignano sull’Arno.”
C - “’n ca certu. Il tuo Montalbano starebbe
prima a osservare; in fondo i ragazzini di quel movimento sono ancora politicamente puliti, saranno magari
inesperti come dice lui, ma fare un accordo politico con loro potrebbe
costituire una buona occasione per poter fare finalmente un po’ di pulizia anche all’interno
del suo partito!”
L – “In effetti è vero. Così facendo,
alleandosi cioè coi ragazzini, potrebbe pure arrivare a ribaltare gli equilibri interni e
rafforzare la sua segreteria.”
C – “’n ca certu. Diversamente come fa a
bloccare quel volpone fiorentino che ha già fiutato l’inaspettata opportunità che gli è
piovura dal cielo? E poi, dico io e ripeto, non parlare; prima fai esporre agli
altri. Un segretario deve saper ascoltare e tessere abile e con pazienza la sua tela.”
L – “Che vuole maestro, è fatto così, è
rimasto legato alla vecchia scuola comunista e si figuri che pensa ancora che
pure gli altri colleghi si muovono in base a una ideologia. Ma, dico io, non lo vedi che quelli non si
chiamano tra loro neanche compagni. Si whatsappano ‘ra matina a sira’ coi
telefonini.”
C – “Ma quali ideologia, tutti quelli di ora
vogliono solo il potere. Sono dei guitti o teste di legno cooptate solo per un obiettivo; chisti d'ora,
oltre a sapiri che ‘cumannari è megghiu ri futtiri’ hanno pure stracapito che così si
ci si può pure arricchire velocemente.”
C – “La rovina è stata la subalternità
assoluta della politica su tutto; non tanto e soltanto alla finanza, ma alle varie lobby che,
lusingando le debolezze umane, hanno creato circoli e circoletti,
chiamiamoli così, che assicurano il
controllo e la gestione del voto.”
L – “Lei non sa quante volte gliel’ho detto anch'io,
ma lui niente è convinto ancora che l’etica sia ancora un asse portante nella
politica.”
C – “Accussì mi rici, mi sa che devo
scrivere una sceneggiatura adatta a lui. Macari con un copione ricco per interpretare il
suo personaggio di segretario di partito.”
L – “Bello sarebbe Maestro, ma come fa a
farglielo avere. Purtroppo il ‘pateterno’ l’ha chiamato a se, come fa ora?”
C – “Ma comu Luca, mancu tu mi pari. Come ho
fatto cu tia! Chi ci voli a vinirici ‘n sognu puru a iddu?”
Luca Zingaretti, cioè quello del Commissario Montalbano, si svegliò convinto di avere parlato per davvero col Maestro. Era sicuro di aver vissuto un vero e proprio sogno premonitore. Telefonò immediatamente a suo fratello Nicola, ma gli rispose un arido messaggio registrato nella sua segreteria telefonica: “Sono attualmente impegnato in una riunione importante, lasciate un messaggio e vi chiamerò quanto prima”. Luca restò perplesso, ci pensò su e infine decise, conoscendo bene il fratello, che forse non era il caso di richiamarlo e che neanche era opportuno di lasciargli un messaggio registrato.
Luca Zingaretti, cioè quello del Commissario Montalbano, si svegliò convinto di avere parlato per davvero col Maestro. Era sicuro di aver vissuto un vero e proprio sogno premonitore. Telefonò immediatamente a suo fratello Nicola, ma gli rispose un arido messaggio registrato nella sua segreteria telefonica: “Sono attualmente impegnato in una riunione importante, lasciate un messaggio e vi chiamerò quanto prima”. Luca restò perplesso, ci pensò su e infine decise, conoscendo bene il fratello, che forse non era il caso di richiamarlo e che neanche era opportuno di lasciargli un messaggio registrato.
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