Nel campo artistico, in ogni tempo e luogo, il
ritratto è sempre stato uno dei temi più diffusi, intriganti e al contempo
difficili da realizzare.
Scrive
nel suo blog “Didatticarte” la
professoressa Emanuela Pulvirenti che “la rappresentazione
del viso umano, nella storia dell’arte, è un argomento complesso
ma affascinante. Uno di quelli che si possono affrontare in maniera filosofica
e dotta oppure in modo più intuitivo e sensoriale.”
Dal 15 gennaio Marco Fato
Maiorana espone, all’Archivio Storico Comunale di Palermo (via Maqueda 157), cinquanta
ritratti scelti fra i circa quattrocento scatti realizzati con la sua Sony. Le
miniature di tutti i ritratti realizzati sono inserite in due ampi posters
anch’essi esposti in sala.
Il titolo della mostra è “APRITEIPORTRAITS – Qmedia Art Residency” e rimarrà aperta fino al 31 del mese (i lunedì e i venerdì ore
9,00-13,00 e i mercoledì ore 15,30-17,30).
Riguardo ai contenuti riporto
di seguito il testo della locandina realizzata per la circostanza.
“I
ritratti ralizzati da Marco Maiorana, fotografo trapanese di stanza a Palermo,
mostrano la gente ‘comune’ del capoluogo siciliano al fine di valorizzarne la
feconda varietà di fisionomie e sguardi, forme espressive di differenti origini
etniche, condizioni sociali, orientamenti ideologici e culturali. La bellezza
interculturale di Palermo viene così raccontata attraverso i visi di studenti,
lavoratori, immigrati …, ovvero attraverso gli stessi cittadini che, nella loro
varietà coesistente, dimostrano, ancora una volta, che la cultura si produce
nella differenza e nell’incontro. ‘Aprite i portraits’, dunque titolo che,
utilizzando l’assonanza, avvicina la libera espressione e rappresentazione del
viso – oggetto dell’opera del Maiorana – all’ultima, grande, campagna sociale e
politica che si sta svolgendo in Europa e in particolare qui a Palermo, ovvero
l’incondizionata apertura dei porti all’umanità migrante.”
Rimane poco da aggiungere se
non che le foto sono state realizzate in due location private di Palermo e che
i soggetti ritratti hanno tutti spontaneamente risposto a un invito fatto
tramite social, semplicemente rivolto a chi fosse disposto a farsi fotografare.
Chi avrà modo di visionare le immagini esposte potrà verificare la bellezza dei volti, variegati e colti
con espressioni specifiche e differenti.
In genere, quando ci si accinge a tentare di
fare un ritratto si ha spesso a che fare con ritrosie e fisime varie, intime ai
soggetti che vorremmo fotografare. In questo caso Maiorana è riuscito a trovare
la formula giusta, perché l’adesione spontanea dei diversi personaggi ha
abbattuto a monte ogni possibile barriera ed è riuscito a raffigurare figure solari, realizzando
evidentemente e immediatamente una complicità empatica fra fotografo e chi ambiva a farsi
fotografare.
L’ambiente espositivo,
infine, rende unica l’operazione e incasella in un ambiente ricco di storia immagini
di visi che rappresentano indubbiamente altrettanti capitoli di vita.
Oltre ai complimenti
all’autore, credo non resti nulla da aggiungere se non rivolgere l’invito, per
chi può e vuole, di andare a visitare questa bellissima raccolta, che merita di certo un
seguito, sia espositivo che di un’ulteriore implementazione con nuove
e altrettanto belle immagini.
© Essec
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