sabato 18 gennaio 2020

Il “cazzeggio” forse oggi è una delle poche vie di fuga


Utilizzo della foto autorizzato dalla fotografa  Luisa Vazquez

In questi giorni ho ricevuto su whats app questo commento: “sono contenta di conoscerti”.
Di certo l’affermazione non aveva secondi fini, se non quello di apprezzare l’attivismo, non certamente atletico, che in questo periodo mi caratterizza.
Oggi un altro amico sollecitato mi risponde: “cacchio … per te ogni cosa è buona x scrivere” e la mia risposta è stata: “il cazzeggio, caro mio, è oggi l’unica cosa che ci salva”.
Se proviamo a pensarci un po’ più seriamente, ci accorgiamo che necessitiamo tutti di almeno un’ora d’aria che ci consenta di sentirci liberi, almeno mentalmente, per uscire anche per un attimo dal grigiore del panorama che magari in quel momento ci attanaglia e che stiamo passivamente vivendo, per affrancarci dalla mediocrità monotona deprimente o per tutto quello che in certi periodi ci sta intorno.
Non è una formula sicura, ma dissertare certamente può aiutare a trovare qualcuno o qualcosa su cui o con cui trovarsi in sintonia, pur limitandosi semplicemente a un dialogo vocale o uno scambio epistolare, qualcosa cioè che in qualche modo abbia un’essenza creativa che consenta di evadere.
Particolarmente interessante può risultare riuscire a scoprire affinità che accomunino in interessi, ma non solo. Perché no? Anche contrapposizioni nette, che si muovano su una “onestà intellettuale”, possono costituire buoni elementi di stimolo, se si è proiettati a ricercare idee diverse e si è disposti a continuare a crescere.
Nessuno è depositario dell’agognata verità che tutti ricercano ma che nella realtà non è a nostra portata.
A tal proposito schiere di filosofi si sono succeduti nel riversare fiumi d’inchiostro, scrivendo montagne di parole sull’argomento, sebbene consci nel sapere che ogni realtà che vediamo o viviamo corrisponde sostanzialmente alla visione di una proiezione piatta, bidimensionale, pur riferendosi a figure poliedriche complesse e differenti, consolidate con atomi diversificati e assemblati in masse solide, liquide e/o aeriformi, talvolta pure bizzarre se non proprio capricciose.
Forse ci si sta allargando troppo nella disquisizione e non è proprio il caso in questa sede, perché in certi campi oltre a dover essere ben ferrati occorre anche avere piena padronanza della materia su cui si tratta.
Meglio il “cazzeggio” allora. Quello sano, che ci lascia liberi di scorrazzare come aquiloni al vento.
E lasciamo pure che gli altri credano ciò che vogliono sulle espressioni dei nostri visi, delle nostre mutevoli maschere giornaliere che, pur esternando tranquillità e sorrisi, talvolta nascondono inquietudini, solitudini e paure che indurrebbero a chiudersi e magari a evitare di scrivere per scongiurare ogni possibilità di esporsi e poter quindi essere letti nell’intimo, rivelando anche una minima parte di quella che è l’essenza di noi stessi.

 © Essec


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