Utilizzo della foto autorizzato dalla fotografa Luisa Vazquez
In
questi giorni ho ricevuto su whats app questo commento: “sono contenta di
conoscerti”.
Di
certo l’affermazione non aveva secondi fini, se non quello di apprezzare
l’attivismo, non certamente atletico, che in questo periodo mi caratterizza.
Oggi
un altro amico sollecitato mi risponde: “cacchio … per te ogni cosa è buona x
scrivere” e la mia risposta è stata: “il cazzeggio, caro mio, è oggi l’unica
cosa che ci salva”.
Se
proviamo a pensarci un po’ più seriamente, ci accorgiamo che necessitiamo tutti
di almeno un’ora d’aria che ci consenta di sentirci liberi, almeno mentalmente,
per uscire anche per un attimo dal grigiore del panorama che magari in quel
momento ci attanaglia e che stiamo passivamente vivendo, per affrancarci dalla
mediocrità monotona deprimente o per tutto quello che in certi periodi ci sta
intorno.
Non
è una formula sicura, ma dissertare certamente può aiutare a trovare qualcuno o
qualcosa su cui o con cui trovarsi in sintonia, pur limitandosi semplicemente a
un dialogo vocale o uno scambio epistolare, qualcosa cioè che in qualche modo
abbia un’essenza creativa che consenta di evadere.
Particolarmente interessante può risultare riuscire a scoprire
affinità che accomunino in interessi, ma non solo. Perché
no? Anche contrapposizioni nette, che si muovano su una “onestà intellettuale”,
possono costituire buoni elementi di stimolo, se si è proiettati a ricercare
idee diverse e si è disposti a continuare a crescere.
Nessuno
è depositario dell’agognata verità che tutti ricercano ma che nella realtà non è
a nostra portata.
A
tal proposito schiere di filosofi si sono succeduti nel riversare fiumi
d’inchiostro, scrivendo montagne di parole sull’argomento, sebbene consci nel
sapere che ogni realtà che vediamo o viviamo corrisponde sostanzialmente alla
visione di una proiezione piatta, bidimensionale, pur riferendosi a figure poliedriche
complesse e differenti, consolidate con atomi diversificati e assemblati in masse
solide, liquide e/o aeriformi, talvolta pure bizzarre se non proprio capricciose.
Forse
ci si sta allargando troppo nella disquisizione e non è proprio il caso in
questa sede, perché in certi campi oltre a dover essere ben ferrati occorre
anche avere piena padronanza della materia su cui si tratta.
Meglio
il “cazzeggio” allora. Quello sano, che ci lascia liberi di scorrazzare come
aquiloni al vento.
E lasciamo
pure che gli altri credano ciò che vogliono sulle espressioni dei nostri visi, delle
nostre mutevoli maschere giornaliere che, pur esternando tranquillità e sorrisi,
talvolta nascondono inquietudini, solitudini e paure che indurrebbero a
chiudersi e magari a evitare di scrivere per scongiurare ogni possibilità di esporsi
e poter quindi essere letti nell’intimo, rivelando anche una minima parte di quella che è l’essenza
di noi stessi.
© Essec
Nessun commento:
Posta un commento
Tutto quanto pubblicato in questo blog è coperto da copyright. E' quindi proibito riprodurre, copiare, utilizzare le fotografie e i testi senza il consenso dell'autore.