lunedì 23 marzo 2020

Non è questo il tempo delle polemiche, ma …...



Il lupo perde il pelo ma non il vizio, recita un vecchio e popolare detto.
Fa specie che in un momento così problematico qualcuno possa continuare a ergersi con critiche inconcludenti.
Taluni non hanno ancora capito, forse, che la gente è stanca di ascoltare negatività, leggere pettegolezzi, dietrologie improbabili, contestazioni gratuite e senza alcun costrutto.
Con ciò non si vuol certo dire che non occorre vigilare sull’operato di tutti coloro che ricoprono ruoli di responsabilità, specie su quanto mette in campo chi ci amministra e governa.
Quando già piove a catinelle e non c'è riparo, non serve a nulla lamentarsi perchè mancano i tetti.
Chi disapprova ora e denuncia mancanze dov’è stato finora? Perché non ha evidenziato, con una pari virulenza come quella attuale, queste critiche che odorano tanto di tatticismo da sciacalli?
Oggi a capo del Governo abbiamo un avvocato cooptato dal mondo civile, un soggetto imprestato alla politica che, con tutti i limiti umani possibili, sta cercando di gestire un apparato pubblico fino a ieri amministrato anche da tanti burocrati e da politici incapaci.
Per quanto evidente le carenze di certo affiorate, in sanità, in infrastrutture, in sicurezza, non sono ascrivibili “tout court” alla gestione di questi ultimi due o tre anni.
È abbastanza risaputo il panorama che sta nel rovescio della medaglia generato dalla politica, con l'abdicazione del pubblico verso il privato. 
Oggi però ingenuamente scopriamo quanto sia fondamentale, per la gestione degli interessi della collettività, il ruolo super partes di uno Stato che ha il dovere di tutelare al meglio il benessere e la sicurezza dei cittadini.
Se non bastasse, il degrado amministrativo risente anche dell'abbandono del progetto d’integrazione politico-economico europeo, al quale  si è associata una globalizzazione che, in molti gangli sociali, ha indirizzato al ribasso anche le economie nazionali più evolute.
Nei primi degli anni novanta, "checchè" se ne dica, tutti speravamo in qualcosa o in qualcuno che riuscisse a frenare la corruzione economica e politica dilagante. La magistratura a quel tempo – e in particolare quella milanese con "Mani Pulite" - assurse a un ruolo forse improprio. Stante i vuoti decisionali della politica, invase in parte il campo della stessa, con un’azione che risultò efficace per frenare il dilagante sconquasso.
Qualcuno lamenterà prigioni facili e suicidi eccellenti, era forse un rischio che si doveva pur correre e, in molti casi, si tolsero la vita persone che avevano un’etica che non consentiva loro di sopportare lo scherno e – per carità – furono anche coinvolti in questo pure degli onesti.
Oggi, nell'attualità che ci allarma, ci ritroviamo magari con dei politici governanti forse anche impreparati e non sempre puntuali nelle risposte, ma animati in buona parte – con i loro seppur evidenti limiti - di acclarata buona fede.
Se una certa parte della classe politica - e qualche esponente in particolare - continua a speculare e a criticare in una fase di così grave emergenza, cosa deve ancora accadere perché torni ad alcuni un minimo di senno?
Questi "onorevoli" si comportano da avventurieri, in comunella con quegli pseudo giornalisti criticoni, quei soloni insolenti che giudicano – senza se e senza ma - chi magari si impegna a immaginare e a trovare soluzioni, senza però mai avanzare un minimo di proposta concreta e realizzabile.
Un amico che ha letto questo pezzo in anteprima, molto abile nelle "chiose" che hanno il pregio della sintesi, mi ha risposto che "c’è sempre qualcuno che non riesce, nemmeno oggi, a liberarsi della sindrome da campagna elettorale. E anche per questo non esistono ancora cure né vaccini.👍👋"
In tutto questo, nello scenario noto degli opportunismi speculativi affiorano gli atavici fantasmi dell'economia, fioriscono i mercanti delle mascherine, dei respiratori e perfino dei carri funebri e delle tante bare.
Non manca poi la sudditanza della politica alle varie lobbies e alla finanza speculativa. Tutta l'economia è pressochè ferma ma inspiegabilmente le borse restano aperte. Per rendere ancor più vulnerabile la debolezza dei mercati? Che forse giova a qualcuno. Chissà! 
I credenti potrebbero a questo punto ben dire: "God, if you are here and listen us, send us good!" (Dio, se sei lì e ci ascolti, mandaci il bene!).

 © Essec


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