sabato 10 ottobre 2020

I RAGNI ZINGARI di Sura Bizzarri

 

 

Ogni scrittore, a prescindere dalla personale tecnica elaborativa, addensa nella sua opera combinati complessi.

Le letture influenzano molto nel redigere narrazioni, ma spesso nelle storie c’è dentro anche molto di vissuto, direttamente sperimentato o raccontato per interposta persona.

Lo scrivere è spesso anche un’occasione per lasciare campo a illusioni, desideri, ossessioni, piccole patologie, che vengono sempre intestate e distribuite ai tanti personaggi che intervengono nella trama.

Ovviamente, per scrivere s’intende ogni forma di scrittura, cioè tutto l’ambito creativo che va dalla poesia, al romanzo, al cinema, al teatro, alla pittura, alla fotografia e, in definitiva, all’insieme dell’espressività artistica.

Quando si legge un romanzo e in qualche modo se ne conosce anche l’autore, inevitabilmente la curiosità induce ad andare a leggere tra le righe, per cercare di capire quanto ci sia di vero e quanto d’inventato nel racconto proposto ovvero quanto nello scritto costituisce frutto di pura fantasia.

Interrogati al riguardo, in un paio di casi, le risposte che mi sono state fornite dagli autori sono risultate “tranquillizzanti”, ma non sempre completamente convincenti.

In questi giorni mi è stato regalato il volume “I Ragni Zingari”, edito da “Milluminodimmenzo” del giugno 2018.

La dedica personalizzata apposta dall’autrice, Sura Bizzarri, recita: “Una storia adolescenziale omosex molto cattiva, raccontata da una cinquantenne etero ossessivo-compulsiva”.

Si tratta di un romanzo che alterna “dolcezze e profondità” insite in un contesto, che potremmo definire normale, con una maturazione sottotraccia di sensazioni e sentimenti vissuti dal protagonista che rivelano, col passare del tempo, realtà nascoste. L’aspetto dell’omosessualità è affrontato nel romanzo come un accadimento possibile e naturale.

Più in generale, per chi appare allergico al tema e per fornire una cognizione su quanto possa costituire la portata dell’omosessualità in Italia, può tornare utile una rilevazione statistica (indagine MODI.DI. condotta nel 2005) e che è riportata nella pagina ufficiale del sito http://www.famigliearcobaleno.org/it/informazioni/studi-e-ricerche/, dove si stima che circa centomila minori vivono con almeno un genitore omosessuale, la maggior parte nati all’interno di relazioni eterosessuali precedenti.

Indipendente da come uno la possa pensare, questo è - senza distinzione di generi o classi - e tutto quanto andrebbe correlato alla tanta omofobia negazionista che tende a marginalizzare una realtà manifesta.

Tornando al romanzo della Bizzarri, la lenta scoperta della propria naturale dimensione omosessuale, vede Federico coinvolto in situazioni che lo indirizzano e trascinano in realtà sempre più pericolose.

Il racconto alterna scenari radicalmente contrapposti, come accade spesso nella vita.

Un ambiente familiare sostanzialmente protettivo e genitori aperti, di larghe vedute, sostengono la crescita del giovane che, quasi senza accorgersene, scopre un innamoramento che lo coinvolge. Sperimentazioni morbose e perverse, descritte con durezza di dettagli, evidenziano quanto possa comportare la dipendenza assoluta da un amore incontrollabile.

La tragicità del racconto, scremato dai dettagli crudi, non sempre gradevoli e dell’aspetto omosessuale della vicenda, pone in luce il fatto che, indipendentemente da accadimenti borderline, certe sensazioni e sentimenti possono risultare ingovernabili e diventare per taluni anche un marchio indelebile che ne condizionerà l’intera esistenza.

Per la crudezza che talune pagine rivelano, se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e magari non incline o votato a superficialità o pregiudizi. Il costo del volume è di 10 euro. 

Buona luce a tutti!

 

© Essec 

 

 

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