martedì 8 dicembre 2020

Saranno le scienze umane a salvare la Democrazia?


In un altro recente articolo si ebbe a scrivere come “appare sorprendente che, davanti a una pandemia acclarata e diffusa a livello mondiale, neanche l’opposizione politica riesca a trovare una logica costruttiva o, quanto meno, intellegibile sulle proposte praticabili e, nel caso, alternative. O che taluni politici più sgamati, da sempre concentrati al mantenimento del potere e dei relativi benefici, continuino a tenere d’occhio principalmente le disponibilità liquide presenti nei bilanci delle loro ‘Fondazioni di riferimento’ ovvero ai tanti affari che si potrebbero incrementare attraverso debordi ulteriori di debito pubblico, MES compreso, ovviamente per il presunto rilancio dell'economia”.

Per rimanere con i piedi per terra e avere coscienza del piglio statalista che dovrebbe prevalere nell’attività di governo e nella gestione del potere politico - da rivolgere all’interesse primario della collettività - risulta importante la proposta editoriale della casa editrice Rubbettino del 2018, che contiene scritti molto attuali che pongono attenzione sul cittadino come persona e indicano la filosofia, quella con la consapevolezza della certezza irraggiungibile, come strumento essenziale di riferimento per una società basata sulla democrazia.

Il Prof. Enzo Di Nuoscio non ha dubbi al riguardo e le argomentazioni sviluppate nel volume “Democrazia avvelenata” fanno emergere l'attualità e l’importanza degli studi umanistici nella formazione culturale dei giovani, per poi avere l'uomo adulto democratico. Asserendo, infatti, in proposito come “lo studio della filosofia favorisca la pratica della democrazia”.

Nel saggio, gli elementi esposti a supporto di questa tesi, in qualche modo, fanno pure emergere indirettamente la necessità di un’ampia rivisitazione dei programmi educativi vigenti. Per ricreare un nocciolo di insegnamenti di base, almeno nelle prime classi di formazione scolastica, volti ad assicurare una formazione che accomuni i discenti nella pratica di studi univoci che, poi, andranno a differenziarsi inevitabilmente in funzione delle differenti discipline insite alle specializzazione settoriali. E’ sottolineato, infatti, che “l’homo democraticus deve essere intellettualmente attrezzato a gestire, dal punto di vista concettuale ed emotivo, situazioni di crisi economiche e di difficoltà sociali, alle quali ciclicamente si troverà a fare fronte nel corso della propria vita”.

Viene anche detto come sia importante anche la conoscenza della storia. Non quella nozionistica, ma la storia studiata con spirito critico. “Il passato ti spiega il presente per indirizzare il futuro” dice oggi in proposito il contemporaneo Alberto Angela.

Altro aspetto importante nello scritto è rappresentato dalla indissolubile correlazione del libero mercato con la democrazia; un connubio indispensabile affinchè possa esistere una società ”aperta”, ove viga e sia mantenuto un sistema economico regolato dalla libera concorrenza, “necessaria per frenare e incanalare l’interesse personale”. L’homo democraticus dovrà essere attento a saper difendere la democrazia dalle potenziali degenerazioni del “capitalismo storico”, un aspetto questo su cui Di Nuoscio argomenta in uno specifico capitolo.

Vengono, quindi, attenzionate questioni che potrebbero nascere attraverso politiche non adeguatamente lette e valutate; che potrebbero anche accentuare divaricazioni sociali e far proliferare monopoli lobbistici. Situazioni che, abbinate alla società consumistica attuale, indurrebbero classi meno abbienti – e non solo esse - a frustrazioni continue e a portare a forme di populismo, con rischi di nascite di derive sempre più oligarchiche.

Per il mantenimento di una società democratica si dovrà, quindi, fare in modo che a ciascuno venga assicurata una posizione sociale economicamente decorosa, che consenta di rimanere liberi per esercitare i propri doveri e poter rivendicare i diritti, secondo le proprie lecite aspettative.

Stante la progressiva e sempre maggiore invadenza del “pubblico”, palesato con forme di comunicazione moderne limitate e influenzate spesso da pareri poco approfonditi, sostituiti e sovrapposti - velocemente e continuamente - in un sistema globalizzato (oggi espressi attraverso i social o prodotti da media schierati), particolarmente importante risulta la necessità di poter assicurare e preservare un sistema politico-sociale dove ogni cittadino elettore disponga degli elementi autonomi per saper discernere, secondo le proprie idee e in ogni situazione sociale vigente.

Insomma, ancora una volta un saggio molto ricco questo del Prof. Di Nuoscio, che assembla un insieme di questioni e che magistralmente si dipana in un’analisi complessa.

Quanto scritto in questo volume dai contenuti attualissimi, “Democrazia avvelenata”, prodotto nel 2018 dall’editore Rubbettino, rappresenta una fotografia 2.0 piena di dettagli, che non tralascia alcuno dei milioni di colori che caratterizzano i tanti pixel concettuali possibili su tematiche così complesse, interconnesse e complicate, che nell'insieme costituiscono il mondo che stiamo vivendo.

 

Buona luce a tutti!

 

  © Essec

 

 


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