sabato 20 febbraio 2021

Progetto di recupero dei resti della Chiesa Madre di Santa Margherita Belice, che nel 1968 venne quasi totalmente rasa al suolo.



Con la depressione che pervade un pò tutti quanti, a causa dei frequenti lokdown che ci obbligano a clausure, scegliere una escursione fotografica fra amici per rivisitare i ruderi dei paesi siciliani terremotati del sessantotto non è il massimo per migliorare l’umore. Ma questo si era deciso al volo, approfittando della temporanea “finestra” che consentiva adesso le escursioni intercomunali, grazie al passaggio del nostro territorio pandemico da zona arancione a zona gialla.
In qualche modo, già nel passato avevo fatto un’escursione similare in abruzzo e precisamente a L’aquila. Quella volta per verificare a che punto stavano le opere di ricostruzione a distanza di quattro anni dal sisma.
Qui l’intento era diverso. I paesi di Poggioreale e Montevago che ci apprestavamo a visitare erano ruderi di contesti urbani sostanzialmente abbandonati, avendo deciso le relative amministrazioni pubbliche di edificare secondo nuovi piani regolatori che prevedevano edificazioni completamente nuove, ubicate in aree prossime ai comuni storici collassati.
Per i ruderi di Poggioreale c’era stato anche un momento in cui si era dati da fare per trasformare il vecchio sito un luogo monumentale. Tanti erano stati i propositi e le buone intenzioni che in breve però, almeno fino ad ora, sono rimaste idee fumose, sogni nel cassetto e niente di più. Solo qualche troupe di cineasti e sparuti fotografi ne hanno fatto sporadicamente un set per delle loro riprese.
Per la sua costante spettralità il sito si mantiene ancora affascinante e ogni stradina e edificio annesso porta a immaginare scene di una vita che fu. La manutenzione è però ridotta al minimo, per far sì che almeno un certo tipo delle erbacce, le più invasive, siano mantenute a bada, per non far scomparire completamente l’identità dei luoghi.
Il Comune di Montevago, sotto l’egida di una amministrazione più illuminata e che vuol tenacemente mantenere radicata la sua storia a un territorio quasi totalmente raso al suolo, ha avviato invece di recente un'azione di recupero di alcuni resti e che sta cercando di valorizzare. Anche se queste iniziative restano delle piccole azioni in un territorio martoriato, emulando delle scelte operate nel vicino comune attiguo di Santa Margherita Belice ci si sta avviando ad attuare interventi artistici che abbracciano anche forme innovative moderne, come è la streetart.
Lungo un vecchio muro di cemento che delimita l’area del vecchio paese è in qualche modo già stata sintetizzata la narrazione della storia locale, mitizzata anche un poco, con un lungo murales commissionato nel 2018 e realizzato a più mani da graffitari isolani che si firmano: Luogo Comune, Collettivo FX, Mangiatori di Patate e Zeno.
Di recente, all'artista siciliano Ligama è stato affidato un nuovo compito creativo, con l’intento di allestire e simulare scene rappresentative di ricordi di vita reale; destinando per l'operazione i pochi resti di edifici che hanno mantenuto, seppur parzialmente, in piedi solo le mura.
Certamente il risultato è frutto di un connubio felice per cercare di valorizzare un territorio che, diversamente, documenterebbe soltanto tracce di desolazione.
Le radici umanistiche del Sindaco La Rocca stanno pure ispirando l'Amministrazione comunale di Montevago, nell'avvio di un progetto volto al recupero possibile dalle macerie - partendo da quanto potrà essere ripristinato - dell’edificio settecentesco che fu la Chiesa Madre del paese, che nel 1968 venne quasi totalmente rasa al suolo.
Una bella avventura anche questa che si svilupperà con un work in progress, secondo quanto sarà possibile riutilizzare.
C’è già un esempio cui forse ci si potrebbe ispirare. Quello costituito dall’analogo edificio terremotato di Santa Margherita che, riedificato anche con la creazione di protesi metalliche integrate alla vecchia struttura, ha dato vita all’attuale sito museale dedicato alla memoria del terremoto di quegli anni; che custodisce al suo interno documenti e tante fotografie dei vari fotografi che, per la cronaca, immortalarono scene dell’evento Scafidi, Minnella e altri.
Nel cinquantenario del Terremoto della Valle del Belice, che ha interessato molti dei piccoli paesi del comprensorio, anche il foto-giornalista Nino Giaramidaro ebbe ad allestire una mostra che ha raccolto molti dei suoi scatti realizzati a quel tempo come inviato del giornale L’Ora. Le sue fotografie, che sono state esposte in diversi dei Comuni della Valle del Belice terremotati, e le foto sono tuttora visionabili su You Tube https://youtu.be/BF_qFEbmMmE.
Per chi volesse fare una gita fuori porta, lockdown e colori vari zonali permettendo, ci si potrà ora recare a visitare la sola Montevago. Per vedere le installazioni di Street Art di cui si è fatto cenno e dare un’occhiata, ma solo da lontano, ai ruderi della Chiesa Madre che costituiscono oggi un cantiere aperto.
Il sito di Poggioreale Vecchia è inibito al turismo e l’accesso ai luoghi rimane tuttora vietato a improbabili visitatori. Uno slide show consente di avere di una visione recente dei ruderi del vecchio paese.
Rimanendo nella zona, per pranzare si consiglia il Ristorante-Pizzeria Genco, dove Marcello saprà soddisfare i desideri di una cucina genuina, mentre per un dolcino o una più veloce tavola calda alla vicina Pasticceria Sant’Angelo avreste solo l’imbarazzo della scelta.
Buona luce a tutti!

© ESSEC

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