lunedì 15 febbraio 2021
Il parto cesareo e i gemelli eterozigoti
Di certo sono state tante le stranezze politiche che hanno costellato i quasi settanta anni di vita della Repubblica, ma un governo “fiduciato” da onorevoli mascherati, con sedute alle due camere programmate per i giorni di chiusura di un carnevale costituisce un unicum internazionale e che passa alla storia.
Altri precedenti storici analizzati hanno in parte poi chiarito perplessità sulla costituzione della nazione unificata, considerati anche i Mille avventurieri mal equipaggiati che riuscirono nell'impresa; anche il successo della “marcia su Roma” dei pochi fascisti ebbe ad alimentare dubbi, così pure la semplicità dello sbarco alleato, facilitato e supportato dagli italiani d’America e non solo.
Ma, in assoluto, un governo che andasse a nascere in pieno carnevale è un unicum mondiale che sublima l’originalità italiana che prevale sempre e non si pone limiti.
In ogni caso, ad oggi, un nuovo Governo è stato appena costituito, anche se il Premier non ha ancora esposto il suo programma. “Parlare con i fatti” sembra essere il nuovo mantra che il Premier Draghi avrebbe ufficialmente indirizzato ai suoi collaboratori e all’intera compagine ministeriale (così hanno ufficialmente riportato i media e così risulta dalla lettura degli articoli pubblicati dalla carta stampata). Una prassi strana, inusuale e bizzarra anche questa.
Stressando l’originalità di questo esordio, implicitamente il suddetto mantra somiglierebbe a un modo di fare risaputo e pure inflazionato. Potrebbe un pò accostarsi, infatti, a un altro detto famoso, come al voler scandire quella frase del Marchese del Grillo che, rivolgendosi a sudditi e plebei, ribadiva con somma baldanza: “Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!”
Nella vita pratica, specie in quella amministrativa, non è però compito facile quello di cercar d’imporre disciplina in una ammucchiata eterogenea e composita dalla strana forma, anche per le conflittualità congenite, frutto di differenze insopprimibili.
In tutto questo anche l’operazione del Grillo ligure appare opaca, per non dire strana; sicuramente irrazionale, se accostata al principio della storia movimentista: ab origine.
Questo harakiri politico che porta all’incomprensibile rinuncia a far valere il peso parlamentare del 32% conseguito alle ultime elezioni indurrebbe quasi a pensar male. Nel migliore dei casi manifesterebbe un’incapacità assoluta nel saper negoziare in modo intelligente una valenza politica consolidata e così rilevante (al di là della casualità e l'emotività italiota che l’abbia anche occasionalmente generata).
Cedere tout court tutti i ministeri cardine, oltre ad abdicate sulla presidenza del consiglio e al relativo sottosegretariato collegato (naturale appannaggio al partito di maggioranza relativa), apparirebbe come una stupidità politica, a voler essere buoni, e dal contenuto assolutamente irrazionale.
E dire che gli interventi di Beppe Grillo erano fin qui sempre stati lungimiranti e opportuni. E allora? Non vorremmo ipotizzare che ciò sia frutto della presa di coscienza dell’incapacità della sua compagine nella gestione del governo del paese. Questo, nel caso, sarebbe stato il risultato di un'improvvisazione, un vero dramma non solo per lui, ma anche per noi italiani.
Qualcuno, atteso che i figli so’ pezze e core, mette in campo aspetti personali che potrebbero preoccupare il fondatore, magari anche legati alla vulnerabilità del figlio coinvolto in questioni che attendono ad imminenti pronunciamenti di natura giudiziaria. Altri potrebbero, invece, prospettare una deliberata volontà di voler sfasciare il giocattolo M5S, anche se è risultato un capolavoro per l’aver concretizzato un mix di assurdo e utopia. Non si capisce quale potrebbe essere la realtà dei fatti, quali potrebbero essere stati i discorsi preliminari propedeutici alla realizzazione di questo nuovo governo. Chissà? La storia di domani forse ci saprà dire qualcosa.
Tornando all’attualità e alla politica concreta, andando ad analizzare la composizione della nuova compagine governativa, appare alquanto evidente quanto ha già fatto notare Antonio Padellaro nel suo acuto scritto pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” di domenica 14 ("Prima Mario, poi ancora Draghi"), che può così sintetizzarsi: i ministeri e tutto quanto attiene alla gestione e alla spesa dei famosi cospicui fondi europei è mantenuto di fatto a esclusivo appannaggio del Primo Ministro e dei suoi cortigiani di fiducia; tutto il rimanente, legato all’amministrazione del governo ordinario della nazione, è concesso e spartito (in modo forse anche iniquo, tenuto conto del reale peso politico rappresentativo delle forze in campo, così com'è risultato dalle elezioni) all’accozzaglia politica, destinata a continuare a beccarsi per accaparrarsi le poche briciole economiche, chiaramente marginali rispetto al “gran malloppo accordato dall’UE”.
Si dirà e la pandemia, la vaccinazione? Il povero Speranza e il suo malcapitato comitato di esperti dovrà sobbarcarsi quella rogna complicata. In questa sua missione impossibile il confermato ministro della sanità di pazienza ne dovrà avere proprio tanta, anche perchè non potrà neanche più avvalersi dell'esperto politico mediatore - quale è stato Boccia - che, al di là di ogni appartenenza a fazione o quota, aveva ampiamente dimostrato sul campo le capacità che deve avere un politico di vecchia scuola. Sentito il nome del nuovo ministro per il rapporto con le regioni sicuramente il grande Totò avrebbe esclamato: "ma mi faccia il piacere". L'estromissione di Francesco Boccia sarà stata accolta certamente con gran giubilo dagli starnazzanti furbastri e multicolorati governatori.
In pratica il decantato capolavoro di Draghi non appare nella realtà proprio tale. Il suo risulta essere come un parto “cesareo” gemellare improvvisato, che ha portato alla luce due governi eterozigoti: uno destinato alla gestione straordinaria (di serie A collegata all’UE e agli ormai mitici 209 mld), l’altro malaticcio fin dalla nascita, con i soliti difetti, i soliti ministeri, le solite beghe, i soliti politicanti (chiaramente di serie cadetta rispetto ai “tecnici dei migliori”).
In questo scenario che appare un po’ temerario e presuntuoso non si prospettano futuri felici, nè tempi sereni, anzi. Risulterebbe difficile anche alla tata superesperta saper gestire una tal complicata situazione.
Già taluni badanti (Sinistra Italiana) con abile maestria politica, sono riusciti a dare dimostrazione di come siano diversi i desiderata rispetto a quella che è da sempre la realpolitik italiana. LEU è riuscita a spuntare subito un ministero e già parte della sua coalizione (Fratoianni, per la cronaca) si sta defilando nel non assicurare il presupposto supporto.
Sul fronte M5S, ci sarebbe d’aspettarsi ora che anche i dissidenti del movimento grillino facessero la loro parte. Manifestassero cioè apertamente il loro dissenso, disconoscendo l'adozione dei due gemelli neonati di DNA incerto. Anche qui, il realismo politico dovrebbe far riflettere gli interessati (considerati anche i limiti connessi a un improbabile, per loro, possibile secondo mandato) e, quindi, indurli a prendere coscienza sul fatto che molti di loro non hanno prospettive e alcuna opportunità di accedere nel prossimo parlamento di domani.
Un vaffa interno potrebbe pure risultare salutare in tutta questa confusione, per dare una coerenza storica a questa legislatura, che li vede attori come espressione della vera anima di un Movimento idealista, che li ha portati a vivere un’incredibile avventura. E l’utilizzo o no dell’ormai famosa Piattaforma Rousseau o quant’altro strumento ha poca importanza in questo caso.
Intanto nei social si moltiplicano iniziative spontanee (che saranno pure nostalgiche e idealiste) e raccolte di firme a sostegno dell'ex presidente Conte, un uomo prestato alla politica, benvoluto da molti cittadini, encomiabile per coerenza e l'opportuna assai necessaria affabulazione.
Per concludere si osserva che il Capo dello Stato, che da buon siciliano, conosce bene un vecchio proverbio dei suoi luoghi, forse, dovrebbe far partecipe anche il suo Primo Ministro che ha già prestato giuramento. Ci si riferisce a quel detto che invita sempre alla prudenza, quella che spesso conclude con una presa d'atto: “iu pi futtiri e fu futtutu” (alias: andò per fregare e venne fregato”), che certamente può costituire un buon suggerimento anche per un uomo esperto e navigato quale è Mario Draghi.
Buona luce a tutti!
© Essec
Sempre puntuale e preciso
RispondiEliminaMaurizio