domenica 28 febbraio 2021
“L'oro del mulino”- Un porfolio di Cristina Corsi e Antonio Lorenzini
Quando ti ritrovi un lavoro fotografico completo, corredato pure da una sinossi che descrive perfettamente i luoghi e la storia di un racconto, ti resterebbe solo di prendere atto del prodotto e fare, se del caso, i complimenti agli autori.
Si, perché in questo caso, nel portfolio realizzato, a Cristina si è affiancato Antonio nell'idea e il loro lavoro realizzato a quattro mani ha fuso due racconti in maniera sinergica.
L’intento si è però anche arricchito, col trascorrere del tempo, di un ulteriore contenuto rispetto a quando sono state realizzate le foto, perchè testimonia di una realtà che si è intanto trasformata.
Essendo venuto a mancare il vecchio titolare del mulino e per gli ovvi vari mutamenti intervenuti nella proprietà e gestione dell’impianto, le fotografie hanno assunto oggi quella che è la funzione principale dell’opera: quella documentale, che congela persone e cose per tramandare il tutto alla memoria.
La collaborazione collaudata fra i due autori, peraltro e nel caso, costituisce un elemento in più che arricchisce il prodotto.
Nel fornire un risultato che è frutto di scatti operati da angoli visivi differenti e, quindi, da diverse metodologie e differenti letture culturali, l’esito testimonia anche di quanto può tornare utile – specie in questi casi – il lavorare in coppia; purchè si sia già affiatati, ovviamente.
Chi pratica assiduamente la fotografia e con passione, ha già avuto modo di collaudare quanto sia più proficuo non lavorare soli molte volte.
L’importanza che ciascuno dei fotografi (due in questo caso) ha nel supportare e aiutare la naturalezza dell’azione, coinvolgendo anche gli attori nel racconto con lo svolgimento della loro piccola storia è fondamentale. Come in questo caso, per catturare, alternandosi, pose e scene che quelli creano istintivamente durante la loro azione.
In questo lavoro si ritrovano le immagini del padre con figlio e loro due nelle singole azioni, ma mai ritratti in atteggiamenti di posa bensì inseriti nel contesto che Cristina e Lorenzo hanno così ben narrato.
Se dovessi aggiungere una mia personale considerazione, aggiungerei che questa è una dimostrazione della formula ideale per rappresentare una realtà che si compone di tanti elementi, per poterla anche esporre in modo sfaccettato e completo.
Nel caso in esame ci sono, infatti: la struttura architettonica del mulino, il suo funzionamento, i suoi intriganti marchingegni meccanici, l’attività umana, la presentazione di quanto viene li prodotto. Insomma, potremmo dire, senza tema di smentite e per il genere fotografico in esame, che questo loro lavoro fotografico potrebbe rappresentare un’apoteosi di un certo modo di fare fotografia.
In un mondo vanesio come spesso appare quello della fotografia, in questo caso è evidente l’amalgama di due io, che hanno generato un prodotto accomunato. Ha poi poca importanza da chi è nata l’idea, quello che conta è solo il risultato che, equamente e secondo le sensibilità di ciascuno, si è infine andato a realizzare. Complimenti a entrambi.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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N.B. Per una migliore visione delle immagini che costituiscono il portfolio, basta cliccarci sopra.
La sinossi del Portfolio scritta dai due autori:
"L’oro del mulino"
C’è un luogo alle pendici del Pratomagno, in provincia di Arezzo, dove l’acqua del torrente Ciuffenna scava il suo cammino da secoli e si fa strada tra le turbine di un vecchio mulino a Loro Ciuffenna. Da secoli lì si consumano le giornate dei mugnai e le loro storie. Oggi vi si avvicendano due generazioni. Padre e figlio che portano avanti, fuori dal tempo, un mestiere di fatica, sacrificio e attenzione. Ad un passo da lì il tempo va aventi frenetico, ma basta scendere nel vecchio mulino per scordare in quale secolo siamo, inebriati dal profumo della farina e dal suono dello scorrere dell’acqua che con la forza che gli è propria danno sussistenza ad un paese che riconosce nel mulino la sua anima immortale.
Cenni storici
Il mulino di Loro Ciuffenna (Arezzo) è il più antico mulino ad acqua della Toscana tutt’ora funzionante. Costruito intorno all’anno mille ai margini di un orrido sul torrente Ciuffenna. E’ composto da 3 macine in pietra attivate da un albero centrale (ritrecine) su la cui estremità si trovano le pale che ne consentono il movimento sfruttando lo scorrere impetuoso dell’acqua. Le tre macine servono per il grano, per il granturco e per le castagne.
Autori
Cristina Corsi e Antonio Lorenzini sono uniti dalla passione per la fotografia. Prediligono il “linguaggio” del bianco e nero che utilizzano per raccontare scene di vita quotidiana attraverso le loro emozioni che si fondono nella caratteristica del loro essere e del porsi di fronte alla vita. Spesso i loro soggetti si trasformano in personaggi onirici che ci parlano del loro vivere con delicatezza e potenza espressiva. Sono attratti da luoghi che conducono indietro nel tempo nonostante la loro attualità. Nel reportage trovano la massima espressione della semplicità e della verità.
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