lunedì 5 aprile 2021

L’onestà intellettuale, non è cosa comune.

In questi periodi di prolungati lockdown capita spesso di avventurarsi in revisioni da topi d’archivio. Per far ciò si aprono vari sportelli e cassetti per accedere a pile di carte e appunti gelosamente conservati.
Di frequente va poi a finire che molti dei documenti esaminati cambiano solo di posto nelle varie disposizioni e la grande busta preparata per la raccolta differenziata destinata alla carta rimane ad accogliere solo vecchie fotocopie e fogli di riviste, riguardanti articoli attinenti alle materie.
In questa lenta operazione, ci si ritrova pure a rileggere dei contenuti e tornano alla mente momenti di vicissitudini che avevi già avviato al dimenticatoio.
L’ironia, che con il passare degli anni si è affinata, però oggi riesce a cogliere aspetti che indurrebbero a ilarità, ma che in verità fotografano sistemi atavici e modi di fare abbastanza assurdi, che sembrerebbero fuori dal tempo, ma che in alcune realtà costituiscono prassi che continuano a resistere.
Allo scopo di poter far capire le peculiarità di un certo documento ritrovato, mi tocca descriverne gli elementi essenziali.
Si tratta di un modulo di estrema importanza nello sviluppo di carriera di un impiegato, nel caso denominato “Mod. 10 ispettorato”, che viene redatto dagli incaricati d’ispezione interna per ciascun elemento che ha un ruolo nella realtà lavorativa oggetto di osservazione.
La natura di questi tipici incartamenti, che è alquanto riservata, accompagna l’intero sviluppo di carriera di ciascun dipendente e costituiscono elementi di consultazione per le commissioni incaricate a presiedere eventuali selezioni e concorsi interni.
Va da sè che i giudizi riportati diventano delle vere pietre miliari per qualunque possibile sviluppo lavorativo; valido anche per l’eventuale impiego del soggetto in particolari settori ritenuti delicati.
Per meglio intendere le considerazioni redatte da un gruppo ispettivo, in un lontano luglio del 1978 e attinente all’incartamento in questione, è importante specificare l’età, l'ambito operativo e l’attività svolta dall’impiegato giudicato: “Età 26 anni, settore operativo di Cassa”, con mansioni di “sportello, contazione biglietti, compilazione registri di cassa, etc...”.
Nello spazio dedicato a “note speciali e osservazioni” risulta riportato quanto segue: “Elemento un po’ polemico, non del tutto soddisfatto del tipo di lavoro che è chiamato a svolgere, il soggetto adempie tuttavia alle proprie incombenze, sia di sportello che interne, con precisione e ordine.” Inoltre: “Il senso del dovere di cui è dotato gli consentirà sempre di non demeritare ma riteniamo che, perdurando nelle sue convinzioni, non sarà possibile chiedergli l’entusiasmo necessario per ulteriormente migliorarsi”.
Occorre anche precisare, per completezza d’informazione, che nel documento acquisito certe sottolineature apposte in due frasi non corrispondevano temporalmente alla stesura dei giudizi dei tre ispettori interni del '78, ma erano il frutto di una particolare attenzione da parte di componenti di commissioni interne nominate successivamente, per prove d'esami o avanzamenti di carriera per anzianità congiunta a meriti. Le frasi sottolineate erano, quindi, rispettivamente: "Elemento un pò polemico" e "non sarà possibile chiedergli l'entusiasmo necessario per ulteriormente migliorarsi".
In altre parole, quanto accertato costituiva prova di evidenti pregiudizi (pure evidenziati con matita rossa) che, di regola, in quella realtà amministrativa hanno e da sempre anticipato/condizionato le prove e gli scrutini.
Per quanto ovvio, hanno sempre inciso sull’atteggiamento assunto dagli esaminatori sui candidati, allo scopo di preparare e pervenire a preselezioni “non dichiarate” (ne tantomeno mai regolamentate) che avrebbero in ogni caso precluso qualsiasi eventuale ambizione carrieristica, avanzata lecitamente da soggetti autocandidati che però erano da intendersi poco graditi per eventuali avanzamenti.
Deroghe imprevedibili potevano sempre accadere, ma queste costituivano - e sempre - solo delle rare eccezioni atte a confermare la regola.
In oltre trent’anni di carriera vissuti in prima linea posso assicurare che l’andazzo gestionale delle risorse in quella realtà non è cambiata per nulla. Anche gli sviluppi osservati adesso dal di fuori non sembrano peraltro aver apportato alcuna significativa variazione.
Il tempo passa, si vivono tanti momenti ed esperienze, ma certi vizi rimangono atavici e volti fondamentalmente a frenare certe intelligenze un pò esuberanti, specie se scomode e poco accomodanti.
La chicca ritrovata nel cassetto m’induce a mantenerla ancora e di custodirla con cura. Quel documento mi porta alla mente tanti ricordi, moltissimi personaggi, taluni sgradevoli anche, ma tantissime belle persone dotate di una rara preziosità: l’onestà intellettuale, che non è cosa comune.
Per chi rimane ancora curioso riguardo al possesso di una copia conforme del modulo in questione, si può dire che deriva da documentazione riveniente dall’accesso agli atti del fascicolo personale dell’interessato. Facoltà che è stata concessa da qualche tempo a ciascun soggetto, in forza della Legge 241 del 1992.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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