mercoledì 19 maggio 2021

Serata streaming per raccontare "Enzo Sellerio"



Enzo Sellerio, scelto come tema della serata streaming organizzata da Arturo Safina, è riuscito a far riunire cinque dei principali Circoli fotografici siciliani aderenti alla Fiaf.
All’iniziativa de “I Colori della vita” e del “Gruppo Scatto” di Trapani si sono associate le catanesi ACAF e Le Gru unitamente all’ARVIS di Palermo.
A intrattenere sulla figura di Sellerio si sono soffermati l'avvocato Pippo Pappalardo, il giornalista Nino Giaramidaro e l'artista Nicolò D’Alessandro, che avevano avuto occasione – per vari motivi – di conoscerlo bene e, in qualche caso, lavorandoci pure a stretto contatto.
Enzo Sellerio nasce a Palermo nel febbraio 1924, da padre professore ordinario della facoltà di ingegneria e madre bielorussa insegnante di lingua russa, entrambi docenti all’università di Palermo.
Dopo il conseguimento da giovanissimo della laurea in giurisprudenza (1944), ha modo di assumere l'incarico di assistente alla facoltà di diritto privato, sempre nell’ateneo palermitano. l veri interessi per Sellerio sono però altri.
Dopo una breve esperienza giornalistica e a seguito della frequentazione con Bruno Caruso, viene attratto dalla passione per la fotografia.
Come ha detto Pippo Pappalardo nell’esporre l’escursus creativo, l’attività di Sellerio potrebbe ben collocarsi in una ricerca non solo estetica ma anche antropologica sulla società siciliana del tempo. Il suo raggio d’azione si estende oltre che a Palermo anche nell'ambito catanese, andando a realizzare un insieme di immagini che si collocanoo apertamente in parallelo con il movimento neorealista italiano del dopoguerra.
La cultura fotografica acquisita fin da giovane lo distingue rispetto ai tanti fotografi siciliani del suo tempo, che svolgono l’attività fotografica seguendo connotati sostanzialmente artigianali. A Palermo i vari Studi fotografici, quali Interguglielmi, Seffer e altri coprono l’esigenza documentale classica, legata principalmente a ricorrenze e esigenze fotografiche ritrattistiche. Parallelamente i vari Bronzetti, Cappellani, Scafidi e altri coprono principalmente quella che è l’attività amministrativa collegata a documentare le fasi di realizzazione di opere pubbliche.
Da tutto questo ne deriva che gli interessi e la produzione di Enzo Sellerio risultino completamente diversi da quelli degli altri fotografi locali, muovendosi egli - negli anni 50 e 60 in particolare - in un ambito “intellettuale” che trova forti ispirazione dai grandi pittori e dai fotografi più impegnati; quelli che rivolgono il loro sguardo verso una società in veloce trasformazione, catturando scene di vita che lentamente tendono a scomparire.
Con tante fotografie Pippo Pappalardo viene quindi ad evidenziare plasticamente quanto è stato fin qui esposto, costruendo - in taluni casi più significativi - anche accostamenti con immagini di opere pittoriche o con foto di altri autori, spesso esteri.
Il reportage che lo farà emergere sarà quello incentrato su “Borgo di Dio”, realizzato nel 1955. Il suo debutto come fotografo professionista è forse da associare all’attività svolta in connubio con il pittore Bruno Caruso, quasi coetaneo e pure palermitano, assolvendo all’incarico di documentare il Duomo di Monreale.
Da queste due tappe ebbe inizio il “Sellerio Freelance” che, ottenuti riscontri internazionali, comincia a spaziare con varie collaborazioni giornalistiche, partecipando a mostre e quant’altro. Per chi vuole approfondire, una consultazione sul web consente di avere un quadro completo della sua biografia.
L’avventura editoriale intrapresa con la moglie Elvira determina una svolta significativa sulla produzione fotografica di Enzo Sellerio (una considerazione di Ferdinando Scianna, che viene esposta dopo, fornisce altre motivazioni al riguardo). In ogni caso, il forte legame con Palermo e gli impegni industriali lasciano sempre meno spazi al freelance divenuto intanto anche aziendalista.
Per la città rappresenta però un punto di riferimento a cui si rivolgono tanti per verifiche e scambi culturali. Nel suo tempo si collocano personaggi siciliani come Guttuso, Sciascia, Leone, Bufalino, Quasimodo, Buttitta e tanti altri, che ha modo di frequentare anche come editore. Al Sellerio fotografo fanno anche capo giovani emergenti e fra questi figura Ferdinando Scianna.
Nel suo libro “Obiettivo ambiguo” Scianna dedica un capitolo al mentore dei suoi inizi e racconta anche dei rapporti divenuti poi un po' difficili. Una cosa era ed è tuttora certa, la stima che ciascuno aveva dell’altro, andava oltre le dicerie e gli aneddoti che si raccontano sui loro rapporti.
Ferdinando Scianna chiude il suo articolo datato 2012. "Pochi sono i fotografi che, limitando sostanzialmente il proprio raggio d'azione esclusivamante all'interno del proprio più autentico nucleo geografico, esistenziale ed estetico, hanno realizzato un'opera nella quale così numerosi sono i grandi risultati". Riprendendo la prefazione di Sellerio al suo libro "Fotografo in Sicilia" nell'articolo Scianna scrive pure: "il fotografo 'non cerca, trova', come disse un giorno qualcuno. La cosa mi riguarda particolarmente perchè sono un collezionista. Ho frequentato per anni le botteghe di rigattieri, specialmente a Palermo, e potrei dire che la fotografia è stata una estensione della mia ricerca".
Inoltre fra le tante Ferdinando Scianna esprime anche questa sua considerazione: "Quando il mondo, che per lui, come flaneur con una macchina fotografica, è stato quasi esclusivamente Palermo e la Sicilia, ha smesso, a sua opinione, di assomigliare al fascinoso universo dei rigattieri che lui ha frequentato quotidianamente per decenni, Sellerio ha orgogliosamente smesso di fotografare".
Una coerenza assoluta di Enzo Sellerio sembrerebbe essere stata anche la sua fede comunista mai tradita, pur essendo lui nato in una famiglia borghese, e avendone beneficiato da giovane tutti i vantaggi.
Tornando al webinar della serata, l’ampia esposizione di Pippo Pappalardo ha riassunto in modo efficace l’intera opera di Enzo Sellerio, calandolo con abile maestria nei vari tempi, contestualizzando ogni cosa ai momenti culturali e fotografici corrispondenti. L'abbondante esemplificazione fotografica ha pure supportato visivamente ogni capitolo della narrazione.
Gli interventi di Nicolò D’Alessandro e Nino Giaramidaro hanno completato il quadro, collegando ogni cosa anche al territorio. Le esperienze dirette avute per i diversi aspetti e ruoli (attività di grafico per la casa editrice l’uno, giornalista de L’Ora e poi del Giornale di Sicilia l’altro) hanno consentito di far conoscere l’Enzo Sellerio uomo, mettendo in luce aspetti caratteriali poco noti e la notevole ironia (a limite della cattiveria certe volte) che lo distinguevano; intimità accessibili solo a chi era accettato, gli stava simpatico e particolarmente vicino.
Con i loro racconti e le testimonianze hanno reso comprensibili certi aspetti caratteriali legati alla sensibilità e alla timidezza spesso nascosta e paradossalmente ostentata in eccesso di boria. Aneddoti rappresentavano anche una certa pigrizia che spesso induceva il Sellerio editore a mettere tempo. Più volte D'Alessandro ha raccontato del suo supporto nell'editing fotografico che, in qualche caso, eveva influenzato ancor più del suo contributo grafico. E tanto altro ancora.
La registrazione già disponibile su You Tube consente di ascoltare tutti questi aspetti che non possono essere raccontati in una sintesi.
Uno storico della fotografia, pure editore a Palermo come Sellerio, quale è Paolo Morello avrebbe oggi potuto aggiungere altro sul personaggio. Così come Melo Minnella, Giuseppe Leone o Giovanni Chiaramonte, ma in quel caso sicuramente la serata si sarebbe dilungata troppo, di certo molto più rispetto ai tempi programmati e ai quali si è poi ampiamente e inesorabilmente sforato.
Poichè su Enzo Sellerio, come dimostrato, c'è tanto da dire e molte cose possono essere ancora raccontate da chi ha avuto opportunità di frequentarlo, un proposito comune per tutte quante le associazioni potrebbe essere anche quello di programmare una tavola rotonda dedicata, che possa allargare il numero dei protagonisti da alternare sul palco.
Potrebbe anche essere un’idea da rendere concreta e su cui lavorare fin d'ora. Magari da realizzare in occasione del prossimo congresso FIAF programmato a Palermo per il 2022. Quale migliore occasione?
In conclusione annoto come risulti inspiegabilmente assente Sellerio nel volume (e nella connessa esposizione) "Fotografi siciliani", realizzati in occasione della omonima mostra tenuta presso la Focus Galleria di Palermo dal 20 dicembre 1986 al 14 gennaio 1987 a cura di Roberto Collovà. Una carenza questa, che riporta un pò a quanto ci ricorda Ferdinando Scianna su "Obiettivo Ambiguo", laddove scrive: "Me ne voleva persino per aver detto che lui è stato il più limpido ponte tra la cultura bressoniana e la fotografia italiana. Non voleva essere considerato ponte, pretendeva di essere isola, meglio, continente." Ma la carenza rientra fra le anomalie dell'ambiente culturale siciliano e non escluso quello palermitano. Anche questo potrebbe però costituire un bell'argomento di dibattito, in una ampia tavola rotonda .... allargata.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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